A TU PER TU CON OVERTURE: ” IL NOSTRO PRIMO EP: GALÈRIE”

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Oggi incontro gli Overture. Questi sono una band di Alessandria nata nel 2018. Il gruppo è formato da Davide Boveri (voce), Jacopo Cipolla (basso), Andrea Barbera (chitarra e tastiere), Jacopo Cardillo (chitarra) e Giacomo Martinello (percussioni). Ogni componente della band arriva da mondi musicalmente diversi. Il progetto Overture parte dalle sonorità del Rap Metal per poi svecchiarle e creare un nuovo crossover che tiene come riferimento principale il rap e la trap più moderni e vi accorpa i suoni funk, soul, rock e reggae. L’obiettivo del gruppo è sperimentare nuove sonorità partendo dalle esperienze musicali vicine alle sensibilità dei singoli componenti. La band  sta avendo un buon riscontro da parte del pubblico, infatti è reduce dal successo derivato dai singoli “Fiume in piena” e “Come godo se”. Dall’uscita di questi arriva il loro primo EP “GALÉRIE” (Noize Hills Records) disponibile su tutte le piattaforme digitali, primo lavoro discografico full-lenght degli Overture. In esso troviamo i loro due successi citati, più altri quattro singoli: “Vesto di Nero”, “Miele”, “Italiano Medio”, “Santorini”.

Buon pomeriggio ragazzi, intanto io vi faccio i miei complimenti per i successo dei vostri primi due singoli che hanno preceduto l’uscita di questo EP: “GALÉRIE”. Di questo ho letto che assume i connotati di un viaggio all’interno del mondo sonoro come fosse una galleria d’arte: ogni stanza contiene un brano e ogni brano contiene una storia. LA DOMANDA CHE VI FACCIO E’ PROPRIO COME NASCE QUESTO GALÈRIE, E PERCHE’ SI TRATTA DI UN VIAGGIO?

Avevamo a livello estetico e quindi a livello di copertine già relazioni con il mondo dell’arte; infatti, le nostre copertine sia in “Fiume in piena” e sia in “Come godo se” hanno in comune il tema della cornice. Abbiamo pensato che, poiché L’EP è una raccolta di singoli, che come singoli possono essere opere in una galleria d’arte. Abbiamo pensato di giocare su questo aspetto, anche perché ogni singolo dell’Ep ha una una propria storia e una propria identità. Anche la copertina dell’Ep rappresenta un museo con le sue stanze, ognuna fine a se stessa.

Ho ascoltato “Galèrie” e si nota bene – come anche avete detto – che vi siete immedesimati nell’ascoltatore. Un mettere davanti il testo, senza tralasciare troppo il comparto musicale. COME È NATA QUESTA IDEA O MEGLIO FORSE DIRE CENTRALITÀ DELL’ASCOLTO?

L’idea è quella di mettere il testo davanti senza tralasciare il comparto musicale, senza cercare di enfatizzarlo, lasciandolo – come dici tu – in secondo piano, perché comunque il rap – l’hip hop ha l’obiettivo di mettere in primo piano un messaggio, questo deve essere chiaro, ma non necessariamente intellegibile al primo ascolto. Mi viene ad esempio di pensare al nostro attuale singolo “Vesto di nero”, il quale necessità di qualche ascolto in più per essere capito appieno.

A LIVELLO DI MESSAGGIO, C’È QUALCOSA CHE ATTRAVERSO LA VOSTRA MUSICA VOLETE COMUNICARE, IN RELAZIONE ALLA VITA QUOTIDIANA CHE TUTTI VIVIAMO?

Certo! Faccio sempre l’esempio di “Vesto di nero” (anche perché è il singolo più attuale), dove viene trattato il Nazismo. Lo stesso che è stato attuale ieri come lo è oggi e come forse lo sarà domani. Anche perché vi è un sistema sempre più caldo e sentito. Quindi “Vesto di nero” tratta questo tema sempre attuale. “Come godo se” tratta  invece l’esasperazione del proprio Ego, che ci spinge sempre più a ragionare, riflettere sui temi sempre attuali del mondo. L’esasperazione di questo ego e un sentirsi – diciamo – primi in quello che si fa, ma allo stesso tempo avere il dubbio e il pensiero che questo ego possa accecare e annebbiare la vista.

Sicuramente, certe ideologie sono sempre attuali, contemporanee all’uomo, e credo anche che non abbia nulla a che vedere propriamente con un orientamento particolare, come ci vogliono far credere, bensì a un fondamento più dell’Io dell’uomo, che ha momenti di luce e altri di annebbiamento. E quest’epoca molto complessa che stiamo vivendo porta all’esasperazione di questo ego, dove si corre il rischio dell’accecamento e dell’annebbiamento. SECONDO VOI COSA POSSONO FARE GLI ARTISTI PER AIUTARE L’UMANITÀ?

Crediamo che noi musicisti dobbiamo staccarci un po’ dalla mentalità generale, ed essere più aperti possibile dal punto di vista sia musicale che umano, qui dove sia da musicisti e sia da umani non dobbiamo farci prendere dai pregiudizi, che noi non dobbiamo avere.

Questa è una risposta bellissima e ammirevole, anche le canzoni, così come la musica, accompagnano l’uomo, camminano insieme a questo, raccontano il tempo dell’uomo, ma, come dite voi, ci deve essere anche apertura. Bravi veramente, vi voglio chiedere: COME NASCE IL NOME DELLA VOSTRA BAND?

Il nostro nome nasce in modo molto casuale. La correlazione è con la musica classica, nel senso che OVERTURE, nella storia nella musica, era detta la sinfonia che veniva suonata prima dell’opera. Semplicemente, sentendo questo nome, abbiamo pensato che esprimesse bene, a nostro giudizio, il tema della musica anti – opera, che è quello che vorremmo fare noi, una musica che possa essere ascoltata e anche sentita.

Ascoltadovi mi viene da pensare che questo nome si abbina molto al vostro approccio di fare musica.

Sì! Il tuo pensiero è giusto. E’ proprio il nostro approccio, nel rispetto trascendentale che abbiamo nei confronti della musica, che non ha giustificazione, nel momento in cui viene tralasciato.

Ci salutiamo ricordando che gli Overture debuttano con il primo singolo “Fiume in piena” nel novembre 2019. Segue a gennaio 2020 il secondo inedito dal titolo “Come Godo Se”. Oggi siamo al primo loro EP: “Galérie”, appunto, disponibile sulle piattaforme digitali dal 26 maggio. Lo stesso è annunciato dal singolo“Vesto di Nero” – brano estratto dall’EP, in rotazione radiofonica dal 29 maggio.
Infine, sottolineiamo che il filo conduttore nelle produzioni degli Overture è nascosto nella componente testuale, scritta di getto, senza filtri, per trattare tematiche spesso scomode al subconscio umano.

Giuseppe Sanfilippo

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