La potenza del sentimento dell’amicizia che sbaraglia preconcetti e pregiudizi diventando fulcro della nostra umanità nel romanzo “Magica Amicizia”

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L’amicizia è sentimento che pìù dell’amore ha il collante nella lealtà, si tratta di un sentimento che non ha bisogno di prove costanti per dimostrare la propria esistenza, perché basato sulla capacità di dedizione e sostegno dove quello che conta è l’esserci senza la promessa dell’eternità che l’amore al contrario reclama, visto che l’amicizia è un luogo dell’anima sospeso dove non ci sono vincoli “contrattuali” come in un matrimonio;tanti esempi nella storia dell’epica e della letteratura in genere hanno evidenziato il “sedime sentimentale “ dell’amicizia quali Achille e Patroclo, Euriolo e Niso nell’Eneide, Amleto e Orazio, i tre moschettieri che in realtà sono quattro, e ancora il conte di Montecristo con l’abate Faria , Mauriac e Gide (il primo cattolico il secondo libertino), Heminqway e Fitzgerald, storie di amicizie impossibili che hanno resistito nel tempo (Hemingway e Fitzgerald) storie di amicizie dove la lealtà supera antagonismi e rivalità , per essere e diventare “il punto di sel” , un momento poetico dove essere ,sentire e diventare sono una cosa sola , grazie all’amicizia che è eco e vortice della sublimazione dell’amore di cui l’amicizia è figlia come versione libera dell’affetto senza condizionamento della costante prova reciproca di unità.
L’amico è per sempre pur senza giuramento, e il “sempre” si espande nel tempo della conoscenza e della frequentazione che al contrario dell’amore non necessita di costante attenzione , in quanto l’amicizia “resta” senza rinnovamenti, si resta amici per anni per una vita senza magari vedersi per tanto tempo e al momento del rinnovato incontro , l’amicizia ritorna protagonista del laccio invisibile che tiene in vita il ricordo l’uno dell’altro di due amici.
Fatta questa premessa il romanzo “Magica amicizia” di Sartor è un continum sui temi cari allo scrittore , la famiglia, il tema del rapporto padre e figli, il delicato argomento delle adozioni, il riscoprire un genitore che non si sapeva che esistesse e mi riferisco al libro “Il padre ritrovato” che ho recentemente recensito, in questo humus letterario il percorso di Sartor ha l’ambizione di scavare come se fossimo seduti sul lettino di uno psicanalista, il significato della fratellanza come amicizia che diventa cemento armato sul quale si poggia il senso della morale dell’etica verso l’altro che e’ appunto un fratello non di sangue ma di sentimento che e’ altro sangue dove è il sentimento ad essere emoglobina che ossigena l’amicizia.
E’ il caso del protagonista Fulco figlio unico ,una vita agiata senza apparenti problemi di sorta senza storie sentimentali con l’altro sesso degne di nota diventato figlio unico dopo la morte della sorella maggiore Letizia (morta in tenera età) di una famiglia dove il matrimonio ha una sua ragione d’essere per diventare generazione futura, genìa .
Fulco vive la vita come figlio unico con la presenza della governante Giggia (Ludovigia è il suo vero nome) che andata in pensione vive in casa di riposo e che Fulco ricorda e va a visitare periodicamente.
Accade che in una sera d’estate di ritorno da un addio al celibato, Fulco soccorra Luco,ferito e malmenato da teppisti ,rifugiatosi dopo un temporale sotto il portone di casa sua; medicato e ospitato da Fulco , il giovane rivela un’anima gentile e di buone maniere e non esita per correttezza caratteriale nei confronti di Fulco a rivelare la sua natura di omosessuale; la rivelazione di Luco getta Fulco nel panico , ma piano piano venendo a sapere i risvolti anche tramite i media di quanto possa essere accaduto a Luco, comincia a vedere quest’ultimo come il fratello mancato che ha sempre desiderato,si compie in questo modo quello che il titolo del libro dice essere “magica amicizia” che va oltre lo scontato e l’ovvio del pregiudizio.
Da questo momento l’amicizia diventa perno e motore dell’esistenza dei due che diventano amici al punto di trascorrere le vacanze insieme per continuare a frequentarsi anche dopo.I luoghi sono paesaggi veneti , istriani, con salti di geografia italica che è Messina luogo di nascita di Luco che si scopre essere tramite vari antenati anche piemontese. A tratti riemerge la figura paterna di Fulvo così battezzato perché alla nascita era appunto fulvo di capigliatura , che pensa a tutto per questo figlio unico anche a trovargli la fidanzata Laria gemella di Federico neolaureati nipoti di un titolare di un autosalone dove Leonardo padri di Fulvo acquista regolarmente le auto di famiglia.
Le coincidenze diventano momenti di distensione, dove i quattro amici vendemmieranno l’uva dei vigneti di Leonardo padre di Fulvo.
Luco scoprirà di essere interessato a Federico reduce da altra storia con un certo Rolando poi convolato a regolari nozze con un ereditiera, Fulvo si avvicinerà a Laria. La vita dei nostri personaggi scompagina i ruoli ribaltando il senso dell’amicizia che resta tale e dell’amore che invece non avendo un sesso si evolve e segue solo se stesso.
Il romanzo è un’analisi puntuale dei sentimenti che agitano l’animo umano correlato dalla paura e dal pregiudizio di essere se stessi, al contempo è sillogismo di amicizia come possibilità di diventare fratellanza,come nello stile di Sartor, sono i sentimenti che lui analizza come se fossero su un tavolo operatorio a parlare attraverso parole semplici che hanno lo scopo di liberarci da preconcetti e sovrastrutture ideologiche per renderci finalmente liberi di essere ciò che vogliamo essere,superando il rischio di non venire accettati per quello che siamo .Il libro è rivelazione e meditazione del sentimento dell’amicizia oggi molto mercificato attraverso i social e che trova in questo romanzo un difensore civico molto convincente.

Barbara Appiano

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