“Lucio dei miei occhi”. Rosalia Misseri ricorda e reinterpreta Lucio Dalla

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Un’amicizia nata molti anni fa quella tra Lucio Dalla e Rosalia Misseri, che fu la protagonista dell’opera di Lucio “Tosca Amore Disperato”. La cantante omaggia adesso il Maestro con l’Ep “Lucio dei miei occhi”, dove vengono reinterpretati alcuni brani, con la presenza, poi, di uno speciale inedito, che è quello che dà il nome alla raccolta.

Ciao Rosalia, la perdita di Lucio Dalla è stata dannosa per il mondo della musica, in particolar modo per le persone che l’hanno conosciuto, come te. Partiamo subito dal presente: “Lucio dei miei occhi”, parlami di questo omaggio a Dalla.

Ero alle Isole tremiti, a casa sua, quando mi accompagnò nella stanza dove avrei dormito, una camera dai colori del mare, con un baldacchino da sogno e una libreria piena di CD di musica classica, appoggiò i miei bagagli e mi lasciò, perché mi cambiassi. Mentre prendevo l’occorrente dalla borsa, mi misi a cantare “Stella di mare” ed in quel frangente mi ritrovai Lucio alle mie spalle e meravigliato mi disse: “Azzz… come canti bene la mia canzone”! Sono tante le immagini che ho di lui, ed è per questo che ho voluto omaggiarlo con un Ep, raccontando la mia versione di alcuni dei suoi capolavori, con una chicca, un inedito “Lucio dei miei occhi”, che ho scritto di mio pugno e che dà il titolo all’intero lavoro.

Hai approfittato in modo costruttivo di questo periodo difficile per preparare il progetto?

Le difficoltà pretendono crescita. Se impari ad accettarle, aprono mondi sconfinati, che paradossalmente arricchiscono. Il progetto ha subito un momento di stasi, ma ad oggi lo leggo come un tempo di maturazione.

Che cosa significa per te interpretare Lucio?

Interpretare Lucio mi trasmette libertà d’espressione e spensieratezza. Approccio con rispetto il suo mondo musicale, ma fondamentalmente lo vivo con gli occhi di un bambino, probabilmente gli stessi che leggevo in lui. Il suo non essersi mai preso troppo sul serio e la leggerezza nel raccontare anche le emozioni più profonde è una delle sue forze. Per me Lucio è uno strano equilibrio fra paradossi, che si trasforma in qualcosa di unico.

Tu avevi già avuto la possibilità di collaborare con il Maestro, rammentiamo a tal proposito “Tosca Amore Disperato”, un vero e proprio spettacolo. Che ricordi hai a riguardo?

Ho conosciuto Lucio nell’estate del 2003 a Roma, in occasione del provino di Tosca, fu Paola Neri, vocale coach e persona a me molto cara, a propormi a David Zard per quella audizione. Avevano già visto tante interpreti, ma Lucio non ne era convinto. Entrando nella stanza, allestita per la prova, Lucio mi venne incontro, nascondevo la mia forte emozione, ma lui la sentiva e per questo mi mise subito a mio agio, interagendo con me nella parte, che prevedeva un recitativo tra Tosca e Cavaradossi. Ebbene, fu Lucio il mio primo Cavaradossi. Non mi pareva vero, l’aver cantato con lui e mai avrei immaginato in seguito che mi affidasse da protagonista la sua opera “Tosca Amore Disperato”.

E adesso, che programmi hai? Uscirà il disco e poi? Farai una tournée?

Dal 6 luglio 2020 “Lucio dei miei occhi” sarà disponibile in tutte le piattaforme musicali digitali. L’idea al momento sarebbe quella di portarlo in giro quest’estate, anche se in una formula minimal, visto il periodo di pandemia e l’impatto che questa continua ad avere, in particolare nel settore artistico. Non appena si riuscirà a “normalizzare” questa situazione, vorremmo inoltre organizzare a Roma una presentazione.
Incrociamo le dita e speriamo bene!

C’è qualcosa che vorresti aggiungere?

Permettimi di fare dei ringraziamenti speciali a due grandi professionisti, nonché amici, Andrea Casamento, senza il quale questo progetto non sarebbe stato possibile, e Barbara Gallozzi, per aver realizzato la foto di copertina e curato la grafica.

Stefano Duranti Poccetti

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