Senza esclusione di colpi (Bloodsport)

Data:

USA 1987 88’ COLORE
REGIA: NEWT ARNOLD
INTERPRETI: JEAN-CLAUDE VAN DAMME, DONALD GIBB, BOLO YEUNG, FOREST WHITAKER
VERSIONE DVD: SI’, edizione STORMOVIE

Contro il parere dei superiori, l’asso dell’aeronautica militare USA Frank Dux (Van Damme) si reca a Hong Kong per partecipare al Kumite, grande torneo di arti marziali clandestino che raduna i migliori lottatori al mondo. L’obiettivo di Frank è la vittoria, non per ambizione, ma per onorare il suo maestro Tanaka, gravemente malato. Tra i lottatori presenti, Frank fa amicizia col connazionale Ray Jackson (Donald Gibb), gigante buono e un po’ sbruffone, mentre tra i rivali da temere c’è lo spietato campione in carica, il sudcoreano Chong Li.

Un Van Damme d’annata, e il migliore: Senza esclusione di colpi è, non per caso, il film che ha aperto le porte del successo cinematografico all’esperto di arti marziali, attore e regista belga (all’anagrafe Jean-Claude Van Varenberg) cresciuto col mito di Bruce Lee. Messosi già in mostra in Kickboxers – Vendetta personale (1986) nel ruolo del “cattivo”, Van Damme trova qui la prima parte da protagonista di rilievo, rilanciando il fortunato filone “arti marziali” che lo vedrà ottenere un altro grande successo con Kickboxer – Il nuovo guerriero (1989), pellicola di culto per gli amanti del genere.

Basato sulla biografia – oggetto di numerose controversie circa la sua veridicità – del vero Frank W. Dux, Senza esclusione di colpi è un perfetto esempio di cinema d’intrattenimento anni Ottanta. L’esile sceneggiatura si mette al servizio di una storia agile e leggera, priva di reali momenti drammatici, che scorre liscia come l’olio e centra l’obiettivo principale: divertire senza troppe pretese. Confezione impeccabile, “pulita” e priva di sbavature.

La parte del leone nel film, ovviamente, spetta ai combattimenti. Ottime le coreografie (con abbondante uso del ralenti), supervisionate dallo stesso Dux, che nei titoli di coda è accreditato anche come curatore di un“allenamento speciale” per Van Damme. All’apice della forma fisica e atletica (al momento della realizzazione del film ha circa 27 anni), il protagonista si esibisce nei pezzi forti del suo repertorio, che diventeranno il suo marchio di fabbrica: vertiginosi calci volanti, spaccate (che, come dice Ray, “FANNO MALE SOLO A GUARDARLE”), torsioni e pugni dim mak che frantumano mattoni.

Tra i ruoli secondari spicca quello del villain, affidato allo statuario artista marziale cinese Yang Sze, in arte Bolo Yeung, già “cattivo” di spessore a fianco di Bruce Lee nel mitico I tre dell’operazione drago (il suo nome d’arte “Bolo” deriva proprio dal personaggio interpretato in quel film), e nuovamente antagonista di Van Damme in Double Impact (1992). Quasi sorprendente, invece, la partecipazione di Forest Whitaker nel ruolo del goffo agente Rawlins: non ancora stella di prima grandezza nel firmamento hollywoodiano, Whitaker passa con disinvoltura dalla presente particina al ruolo da protagonista nel capolavoro Bird di Clint Eastwood, incentrato sulla figura del grande sassofonista jazz Charlie Parker.

Per la curiosità dei retrogamers – gli amanti dei videogiochi vintage – all’ascolto: il gioco al quale si sfidano Frank e Ray (con il secondo ripetutamente stracciato dal primo) nella hall dell’albergo è lo storico Karate Champ, vera e propria icona degli anni Ottanta e precursore del genere “picchiaduro” insieme al più celebre Kung-Fu Masters. Del gioco, oltre alla versione arcade (cioè quella per le sale giochi), si ricorda anche quella “casalinga” uscita per NES, la mitica console a 8 bit Nintendo.

Tipicamente 80’s è anche lo stile “a squarciagola” con il quale Stan Bush interpreta le canzoni Fight To Survive e On My Own. La colonna sonora, invece, è firmata da Paul Hertzog.

Un’ultima curiosità: tra i doppiatori, è degna di nota la partecipazione del grande e compianto Claudio Capone, storica voce dei documentari di Quark (oltre che di Ridge di Beautiful), qui impegnato nel doppiaggio del capitano Chen.

Misteriosamente sparito dalla programmazione televisiva ormai da diversi anni, Senza esclusione di colpi rimane un’opera d’intrattenimento puro più che valida, invecchiata bene e degna di essere annoverata tra i migliori film di arti marziali del “dopo Bruce Lee”. Per La prova (1996), la sua opera d’esordio come regista, Van Damme si è evidentemente ispirato al presente film, almeno per quanto riguarda lo svolgimento del torneo (alcuni lottatori e stili di combattimento ricordano molto da vicino quelli del Kumite).

Francesco Vignaroli

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