AMBRA, UNA DONNA ALLA RICERCA DELLA PROPRIA LIBERTA’

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La sua è una quotidianità simile a quella di tante altre. Un lavoro – come cuoca – che le ruba buona parte dei mezzogiorni e delle sere, un figlio pre-adolescente da crescere a cui dedicare il weekend, una fitta serie di faccende e imprevisti che le rendono le giornate ancor più complicate. Eppure, nel mezzo di tutti questi impegni, c’è una donna che ha scelto di metterci nome e faccia per raccontare la sua voglia di evasione, di sana ricerca del piacere, sfidando luoghi comuni e pregiudizi. Ambra, 36 anni, è una mamma orgogliosamente emiliana, simpatica ed empatica come solo le donne di Bologna e dintorni sanno esserlo. Pochi vizi, nessun piercing, qualche tatuaggio, un diploma all’Istituto alberghiero, outfit che per la maggiore sono semplici shorts abbinati a una canotta. Eppure, quando può, la sera è presenza fissa del Certe Notti, un centro naturista in quel di Bologna che in estate riunisce attorno alla piscina un gran numero di professionisti, tecnici, persone comune, uomini e donne di tutte le età e di ogni estrazione sociale. Ambra, fra una diretta social e qualche post su Instagram, è diventata uno dei volti che raccontano come sia bello vivere la propria fisicità senza veli e senza paranoie. “A vedermi nel quotidiano non sono per nulla appariscente, ma questi momenti mi hanno restituito la libertà di esprimere me stessa. Gli uomini che ho avuto nella vita non mi hanno fatto mai veramente esprimere, nemmeno nel modo di vestire. Invece, ora, tutto quello che faccio… lo faccio per me stessa, per la mia felicità e per il mio piacere”. Idee chiare insomma. Parole pesate che Ambra ha scelto di condividere per andare oltre la pura apparenza, per porre il naturismo al centro di un dibattito che vada oltre il pregiudizio.

Perché una donna come te inizia a frequentare un Parco naturista con privé?

Perché lì dentro mi sento me stessa, perché quel luogo rappresenta una delle parti di me stessa. Lì si può stare nudi, fare quattro chiacchiere, riposarsi e divertirsi a 360 gradi. Che ci vedete di male?

In apparenza nulla.

Ecco, appunto. È un momento di libertà, che va incontro ai concetti di evasione e trasgressione, poi ci sono tutte le altre diramazioni.

Naturismo, nudità, complicità.

Al Certo Notti si va per instaurare relazioni, per passare del tempo con persone di cervello. Non è un luogo per chi non ha cervello: il più delle volte ci si trova a confrontarsi sulla vita di tutti i giorni.

Hai parlato di amici…

È la parola giusta. Si creano relazioni vere, autentiche. Tra i clienti, ci sono professionisti seri, gente qualificata, che semplicemente si ritaglia uno spazio per se stesso, nella sua semplicità.

Un momento di evasione dove rientra anche la sfera della sessualità.

Ci sono anche i luoghi adatti per creare giochi speciali, sempre eleganti, dove la complicità la fa da padrona. Queste serate mi lasciano senso di completezza: io so che in queste serate ne esco priva di monotonia, sia a livello sociale che sessuale.

Perché le donne non si buttano?

Perché vige il pregiudizio: chi frequenta un Club simile, viene vista come quella facile, per cui se fai questo allora non vali nulla. Ed invece a nudo siamo tutti uguali, con le stesse perversioni. Se ci mettiamo a nudo sul piatto della bilancia siamo tutti dello stesso peso.

Hai dovuto sfidare tanti ostacoli. Rifaresti questa scelta?

Certo, senza alcun dubbio. Anzi con chi ho confidenza lancio la proposta di provare un’esperienza simile perché serate come quelle che si vivono al Certe Notti fanno stare bene, ti mettono il sorriso in faccia, ti danno la possibilità di esprimere a 360 gradi il tuo essere. Chi va in questi posti è senza pregiudizio, sia verso il corpo che verso il pensiero. Qui il confronto è aperto.

Luca Fina

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