Sergej Krylov solista e direttore in un concerto memorabile al Teatro Verdi di Trieste

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Quando, in un concerto, un musicista decide di assumersi la grande responsabilità di svolgere il doppio ruolo di solista e direttore, l’attesa e la curiosità da parte del pubblico sono enormi creando spesso sentimenti contrastanti e l’interesse musicale si mescola con quello più strettamente umano a partire dalla domanda più semplice: perché?
Cosa può spingere un artista ai massimi vertici interpretativi mondiali di alzare ancor di più l’asticella e pretendere così tanto da se stesso? Sta forse commettendo un peccato di Hybris? La sua è forse arroganza?
In quel che si è visto e ascoltato al Teatro Verdi di Trieste, nel corso del Secondo Concerto dell’Attività Artistica Autunno 2020 che ha nuovamente registrato il tutto esaurito, ogni dubbio è stato letteralmente spazzato via: l’eccelso violinista Sergej Krylov ha dato una magistrale e altissima prova di rigore e umiltà, una lezione perfetta di quel che significa nel mondo reale consacrarsi totalmente alla Musica in una incessante ricerca di nuove letture, di nuove interpretazioni celate in pagine notissime, e gran merito va di certo ai professori d’Orchestra della Fondazione, indiscussi compartecipi del successo della serata.
Il M° Krylov ha suonato e diretto l’intero programma a memoria aprendo con la guida di “Romeo e Giulietta, Ouverture-Fantasia in si minore” di Pëtr Ilič Čajkovskij.
La pienezza di un suono capace di dar conto dei molteplici colori presenti in partitura si è sentita fin da subito nell’espressione di una profondità ieratica addolcita da pianissimi avvolgenti e, caricata di tensione nei momenti più drammatici, ha dato forma alla sensibilissima lettura dell’omonima tragedia di Shakespeare da parte dell’Autore russo crescendo inesorabilmente fino al meraviglioso finale.
Il “Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64” di Felix Mendelssohn-Bartholdy ha visto Sergej Krylov scendere dal podio per suonare e dirigere con il suono del proprio strumento, creato dal padre liutaio, assieme all’Orchestra e creando senza risparmiarsi un legame immateriale e fortissimo, talmente intenso con le diverse sezioni, un andare oltre se stessi a tal punto condiviso da trasmettere, anche al pubblico, un analogo livello di concentrazione testimoniato da un silenzio coinvolto, un ascolto attentissimo capace di togliere il fiato, immersi come si era nella musica, travolti dalla bellezza.
Senza intervallo, ci si è quasi rilassati con la successiva Sinfonia da “La gazza ladra” di Gioachino Rossini, passando a una ricchezza sonora funambolica, una leggerezza raggiunta distillando la complessità nel miglior modo possibile, e la direzione di Krylov si è trasformata qui in una danza delle braccia, precise e attente a trasmettere ogni dettaglio interpretativo, abilissime nel far emergere le tante e contrastanti sfumature: l’Orchestra era nei suoi gesti, essenziali e necessari.
Il programma si è relativamente chiuso con il virtuosismo estremo de “La campanella”, III tempo dal Concerto n.2 in si minore per violino e orchestra op.7 di Niccolò Paganini, in una lettura che ha lasciato al Direttore, nuovamente anche solista, molto spazio all’ironia, e ben due sono stati i graditissimi e generosi bis: l’Ouverture da “Le nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart e lo Scherzo da “Sogno d’una notte di mezza estate” di Felix Mendelssohn-Bartholdy concludendo idealmente con William Shakespeare, così come si era iniziato, un concerto indimenticabile.

Paola Pini

Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi
Attività Artistica Autunno 2020
2° Concerto
Direttore e violino solista
Sergej Krylov
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Romeo e Giulietta, ouverture-fantasia in si minore
Felix Mendelssohn-Bartholdy
Concerto in mi minore per violino e orchestra op.64
Gioachino Rossini
Sinfonia da La gazza ladra
Niccolò Paganini
“La campanella”, III tempo dal Concerto n. 2 in si minore per violino e orchestra op.7
Le foto sono di Fabio Parenzan

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