IL PRIMO VOLO RACCONTATO DAL “VATE” IN CONFERENZA

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Se vi dovesse capitare di passare per Mantova, fate una visita al palazzo Ducale che già di suo è magnifico come la cittadina, troverete scolpito sul soffitto questa frase: Forse sì, forse che no. Una creatura materializzata dalla mente del Vate per dare vita a un romanzo. La storia lo descrive come uomo dalle mani bucate, sempre in cerca di denaro per soddisfare i suoi capricci, lo sapeva bene anche Giovanni Pastrone durante la lavorazione del film “Cabiria”. Come sempre la sua borsa “tintinnava sorda”, sino al momento che si presentò a lui un certo Pilade Frattini, uomo da innumerevoli talenti e dalle potenzialità creative, non meno come impresario milanese che gli offrì di tenere una serie di conferenze nelle principali città italiane. Gabriele D’Annunzio, assaggiatore del famoso “tramezzino” e inventore di tale parola, presso il Caffè Storico Mulassano – Torino, non lasciò scappare una simile opportunità per la sua < borsa >. Lo scopo delle conferenze, aveva come tema “Per il dominio dei cieli”, la sua presenza unito all’argomento avrebbe dovuto infiammare i cuori degli uditori a Venezia. Cosa che avvenne in particolar modo durante la conferenza trasferitasi il 22 febbraio 1910 a Torino, fu accolto da un tripudio di folla applaudendolo all’infinito, tornato il silenzio in sala, il Vate, iniziò il suo discorso introducendo il seguente invito: <Parla, o divino!>. E il <divino> parlò. Parlò del cielo, il contatto fra l’umano e il divino delle <michelangiolesche> che hanno portato l’uomo al divino senza alcuna formalità sugli aspetti del tema, intanto D’Annunzio durante la sua conferenza aveva appena coniato un nuovo termine <velivolo> in uso oggi come ieri. Parlò poi di Aristide Faccioli, considerandolo un pioniere tra tanti, altro vanto del Politecnico di Torino, progettista nel campo automobilistico e aeronautico. Nel 1883 brevettò un motore a gas a doppio effetto, altro brevetto nel 1895, per il perfezionamento di motori a quattro tempi. Il Vate concluse la conferenza narrando il primo volo su Torino effettuato sui campi dell’ex ippodromo di Mirafiori. L’aeroplano, pilotato dal ventitreenne Mario, figlio di Aristide, il 13 gennaio 1909 si sollevò da terra ritornandoci dopo una breve distanza, mentre l’ingegnere esclamò: Vola, vola, il velivolo di Faccioli! Una storia vera, ricordando i suoi personaggi e l’accaduto dell’epoca.

Daniele Giordano

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