Giorgio Albertazzi in “Memorie di Adriano”

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“Memorie di Adriano “di Giorgio Albertazzi è nato dalla rielaborazione teatrale del famoso romanzo scritto tra il 1924 e il 1929 dalla famosa scrittrice Marguerite Yourcenar che dopo molte stesure definitivamente lo portò alla stampa nel 1951. Questa fatica letteraria che accumula sapientemente poesia, saggio e narrativa si presta molto ad essere rappresentato a teatro. La figura dell’illustre imperatore dopo un sapiente adattamento sembra essere creata su misura per un grande Giorgio Albertazzi che entrando nel cuore del personaggio lo ha magnificato nelle sue tantissime repliche. Albertazzi si trova meravigliosamente a suo agio nei panni dell’imperatore romano. Un personaggio molto sofferto dal grande attore fiorentino che calzando alla perfezione i panni dell’imperatore vive intensamente il racconto della sua vita con la sensibilità e la malinconia che solo un grande Maestro può trasmettere. L’imperatore malato di cuore ormai all’ultimo stadio della sua vita decide di aprirsi e raccontare a sé stesso la sua storia. Per questo motivo narra tutti gli episodi in prima persona. L’io narrante lo riporta alla sua fanciullezza. Adriano ricorda la sua giovinezza in Spagna e la spensieratezza in Grecia dove completa gli studi artistici e filosofici. Finita la pubertà, tornato a Roma viene notato dall’imperatore Traiano che lo prese con sé nelle sue campagne militari fino a dargli in sposa sua nipote agevolando così la sua ascesa al trono imperiale. Giorgio Albertazzi durante la sua performance si sofferma molto sugli amori dell’imperatore. Adriano visse una memorabile storia d’amore con un giovane che lui descriveva di rara bellezza. Un riservato ed incantevole ragazzo che contraccambia il nobile amore donando all’imperatore gli anni migliori della sua giovinezza e la sua stessa vita. L’imperatore dopo aver interrotto la politica espansionistica del suo successore si rifugia nella sua villa di Tivoli. Lì con il fisico minato dalla malattia e ormai convinto che tutte le sue opere si siano rilevate infruttuose, l’imperatore ricorda la sua vita. Adriano biasimando i suoi insuccessi si abbandonerà con rassegnazione al suo destino. Il pathos evocativo di Albertazzi entrato dentro l’anima dell’imperatore distribuisce emozioni ed una inconsueta fragilità. L’ esposizione arriva al culmine quando perfino la voce si muta in singulto e il percepimento del pubblico è totale. Il dolore della perdita della persona cara soffoca ogni parola, il racconto si accompagna alla fragilità emozionale. Albertazzi ci dimostra che nella vita le piacevoli vicende non si affievoliscono mai, ma anzi il ricordo alimenta il vulcanico fuoco perpetuo dell’amore. Lo stesso Attore fiorentino afferma che le parole di Adriano sono ancora attuali tanto da essere considerate universali.
Il Regista Maurizio Scaparro parla dello spettacolo.
“C’è una frase di Flaubert che spiega il fascino immortale del protagonista: “Quando gli dei non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo solo” Adriano è il “ritratto” di ciò che noi siamo oggi, nelle sue parole ritroviamo le radici della nostra storia. In un mondo dove i fondamentalismi e l’ignoranza seminano morte e distruzione, le parole di Adriano assumono un significato nuovo indicandoci, forse, uno spiraglio di speranza: «…non tutti i nostri libri periranno; …altre cupole sorgeranno dalle nostre cupole…e se i Barbari s’impadroniranno mai dell’impero del mondo, saranno costretti ad adottare molti dei nostri metodi; e finiranno per rassomigliarci”. Sembra un discorso mai interrotto, un repetita iuvant che Giorgio Albertazzi porta sui palcoscenici e nelle piazze italiane e straniere da quasi ventisei anni. Eppure, dopo più di settecento repliche il fascino e l’intensità di Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, sono intatti”.

Il Maestro fiorentino, con la regia di Maurizio Scaparro: tenendo fede alla sua importante fama ripropone in una grande scena teatrale, le “Memorie di Adriano “, esaltando il testo di Marguerite Yourcenar ormai tra i suoi più longevi successi attoriali. L’opera della scrittrice francese, da tempo immemorabile è viva nella voce di Giorgio Albertazzi. Il Grande attore con le sue parvenze e la sua inimitabile energia calca la scena in modo formidabile trasmettendo al pubblico una grande tempesta emozionale. La sua scomparsa ha lasciato un incolmabile vuoto nella Cultura Italiana.

Giuliano Angeletti

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