Corriere dello Spettacolo

Una serata con Maurizio Micheli

Prima nazionale al Teatro Delfino di Milano, dal 28 al 30 aprile 2016

Alla soglia  dei settant’anni Maurizio Micheli non ha perso lo smalto del comico di classe, arguto e attento al mondo che lo circonda, ironico e melanconico, conoscitore del genere umano e per questo capace di metterne in risalto i lati più divertenti ma anche  più tragici, sempre naturalmente con un sorriso sulle labbra. E con quell’aspetto giovanile che lo caratterizza, si cala nei  panni surreali di un uomo in attesa da anni all’ufficio di Equitalia, tenendo tra le dita il “numeretto” ormai immaginiamo stropicciato e sbiadito, che si aggira all’incirca sui settemila e passa, e mentre se ne sta seduto, sconsolato e senza nulla da fare, gli passano per la mente ricordi, voci, visi, aneddoti che condivide con il pubblico.

Il risultato è un escalation di divertimento e risate, anche per quel suo modo quasi sospeso, felpato, elegante di raccontare, avvicinandosi senza fretta e senz’ansia allo spettatore,  usando a volte ripetizioni che prendono via via forza, potenza e poi BUM! spara la battuta e noi crepiamo, è il caso di dire, dalle risate.

In questo spettacolo messo in scena al Teatro Delfino, Micheli è un quasi ospite d’onore, perché lui, dimostrando una bella dose di umiltà, non ha tenuto la scena tutta per sé ma ha voluto dividerla con altri due professionisti, Luca Sandri e Federico Zanandrea che è anche direttore artistico di questo teatro che sta avendo una meritata rinascita e che rappresenta una delle tante facce artistiche di questa straordinaria e vivace città che è Milano. Luca e Federico cantano canzoni del repertorio di Gaber, Jannacci, ci intrattengono con sketch molto divertenti, come quello del regista e dell’attore, mescolando cabaret e  teatro tradizionale. Lo spettacolo si scalda e si anima gradatamente grazie a  una  intelligente e variegata scelta di ingredienti che gli attori, affiancati da un famoso critico gastronomico in incognito, naturalmente, una cantante con una straordinaria voce dal timbro lirico e due attrici che ci intrattengono durante l’intervallo vestendo i panni di due “sciure” molto ricche e molto sceme, sanno fondere in giusta dose.

Micheli dice che non bisognerebbe parlare di teatro leggero e di teatro pesante, serio, perché il teatro semplicemente È ,  e ha ragione ma ciò non toglie che a volte quello leggero sia  più profondo dell’altro, e che il sorriso e le risate che ci strappa ci facciano molto meglio che un classico recitato e raccontato senza sentimento, passione e talento.

Fortuna che stasera siamo stati sul leggero…

Daria D.

regia di Luca Sandri
con Maurizio Micheli, Luca Sandri e Federico Zanandrea
una produzione Il Mecenate
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