Corriere dello Spettacolo

Intervista a Irene Maiorino, la Teresa dell’ottava puntata di “Gomorra”

Irene Maiorino è un’attrice di origine campana, che ha interpretato il ruolo di Teresa nell’ottava puntata di “Gomorra 2”. Ascoltiamola…

Ciao Irene, innanzitutto dimmi dove è stata girata questa ottava puntata di “Gomorra”.

Come location abbiamo girato prettamente a Napoli e Scampia, dove era situato il nostro appartamento (mio e di Rosario), ma anche sul litorale laziale .

Scampia, come è stato lavorare in questo luogo, spesso preso d’assalto dai media?

È stato suggestivo, poiché il luogo stesso lo è – il set è stato messo in totale sicurezza. Sicuramente c’è un grande lavoro da parte dell’organizzazione della serie per lavorare nelle condizioni migliori. ciò non toglie che è chiaramente percepibile la condizione di degrado che caratterizza certe particolari zone di Scampia. Tutto è esattamente come si vede nella serie.

Qui hai interpretato il ruolo di Teresa. Che personaggio è?

Teresa è un personaggio interessante, perché è una figura di donna molto rappresentativa di un certo contesto famigliare che ancora doveva essere raccontato. È la donna che sa restare paziente e silenziosa accanto al marito, senza che questo atteggiamento si traduca mai in rassegnazione o totale inconsapevolezza. Teresa, anzi, è la donna che al momento giusto sa parlare al marito, perché ha cuore e sentimenti (condivisi con lui), dimostrandoci inoltre tutta la sua rabbia e la sua determinazione, che sarà costretta a sfoderare quando sulla fine dovrà difendersi dal grande dolore che improvvisamente si troverà a vivere. Teresa ci racconta l’altra faccia della medaglia: l’interno della vita di un boss e i suoi sentimenti che, nonostante tutto, lo legano alla sua famiglia. La storia tra Rosario e Teresa c’è ed è forte, tanto che al momento giusto Teresa entra a gamba tesa nelle vicende del marito, mettendolo lei per prima in guardia da tutto. Ma niente, neppure la fuga realizzata e le confessioni che Rosario sulla fine le farà, basteranno a salvarli dal tragico epilogo.

Quanto c’è di te di questo personaggio? Lo senti vicino a te o distante?

Teresa è distante da me. (Io sono molto più irruente e poco paziente). Ma spesso proprio, nelle grandi diversità, si trovano fortissimi punti di congiunzione. Intanto siamo diverse perché lei è madre e moglie, dunque fa parte di un immaginario a me ancora sconosciuto, ma in compenso questa sua natura mi ha regalato un “sentire” molto potente, nel suo essere donna che difende e ama la sua famiglia senza riserve. Amo inoltre la sua dolcezza, caratteristica che mi è piaciuta moltissimo.

“Gomorra”, un traguardo importante per te. Avevi mai pensato in passato che ti sarebbe piaciuto partecipare a questa serie?

Certamente. Vedendo il film e poi la prima serie, due prodotti diversi e validissimi, avevo pensato che mi sarebbe piaciuto lavorare a una storia che, qualunque fosse stata, avrebbe dovuto aver luogo in un ambiente così diverso dal mio. Non basta certamente essere napoletani o campani per dirsi adatti ad una serie così. C’è sempre e comunque un lavoro duro da fare.

Prima di Gomorra chi era Irene Maiorino, parlami brevemente della tua formazione e della tua carriera.

Irene chi è? Sono io, campana di origine, con nonna materna francese. Vivo da undici anni, troppi, a Roma. Ho lavorato a diverse serie Mediaset, “Baciati dall’amore” e il “Tredicesimo Apostolo”, e ad altrettanti cortometraggi, tra cui “Miriam” di A. Zuliani, con cui siamo stati in concorso al Riff di Roma, e “Tutto Calcolato” di A. De Leonardis, con cui ho vinto il premio per miglior attrice non protagonista. Fino allo scorso anno spesso ero a Parigi, dove ho incontrato e lavorato con una compagnia italo/francese con la quale poi sono stata in scena al Napoli Teatro Festival (Compagnia Kulturscio’k). Lì ho approfondito un’amicizia che poi si è tramutata in un vero e proprio incontro di lavoro, quello con la mia collega M. Luisa Usai. Insieme abbiamo scritto e portato in scena un testo, “Madame Misere”, a cui tengo molto e a cui stiamo rilavorando. Tutto questo, e altro, per dire che alla base della mia vita e di questo lavoro c’è sempre un grande movimento che è un po’ il motore di tutto: lavorare ad una cosa, dedicarcisi e poi essere capaci di staccarsi e cercare altro, magari di totalmente differente.

Adesso sei Teresa, in futuro che personaggio ti piacerebbe essere?

Non so. Non ci penso. Come è stato per Teresa mi piace che sia il personaggio a trovare me 🙂 Per Gomorra avevo sostenuto il provino per il ruolo di Patrizia, ma poi, merito delle responsabili al casting, mi hanno proposto Teresa e leggendo la scena ho sentito un pizzico. È bello e raro quando succede così.

Progetti futuri?

Risporcarmi un po’ le mani; rimettermi dentro qualche sala a scrivere, mentre sto terminando le riprese di una nuova serie di cui presto vi dirò…

Stefano Duranti Poccetti

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