Dal 7 al 17 giugno 2016 al Teatro Franco Parenti di Milano
L’ ironia e l’autoironia sono espressioni di intelligenza e classe. Drusilla Foer le possiede entrambe, tanto è vero che si autodefinisce una “grulla” aggettivo che solo i toscani usano, lei è senese, sapendo però che non esiste una “ganza” altro termine della sua meravigliosa terra, più “ganzissima” di lei.
Sulla scena si muove come un airone dalle piume blu, i capelli argentei legati in uno chignon le incorniciano il volto aristocratico, sensibile e volitivo dove occhi azzurri sprizzano continuamente lampi di vita passata, che è tanta, e di quella che verrà, tanta lo stesso, perché Drusilla ci sembra senza età, anzi ci sorge il dubbio che dopo che il sipario si è chiuso, si trasformi davvero in un uccello per volare lontano dalla banalità e dal conformismo umano.
Eppure Madame Drusilla ci racconta episodi della sua vita di bimba cresciuta a Cuba, dove il padre era diplomatico, il gioco preferito di nascondersi dietro le tende per spiare senza essere vista, il tango sensuale dei suoi genitori, il negozio di vestiti usati aperto a New York negli anni settanta, un amico di Bruxelles che faceva musica con le cartine della cioccolata e altro ancora. E tra i ricordi canta, molto bene, Mina, Brel, Renato Zero, Bowie e così via, muovendosi sinuosa, allungando le ali nello spazio come ad afferrare la luce, la penombra che la circonda, le note che escono dal pianoforte di Loris di Leo e dal clarinetto e il sax di Nico Gori che la accompagnano in questo recital. E non è ma stanca di stare lì, sul palco, dove D. trova il suo habitat naturale.
Drusilla è un mistero che nessuno è riuscito a svelare, non la troverete su Wikipedia, lei è un personaggio che contiene mille altri personaggi, gioia e delizia di truccatori, stilisti e fotografi, si mostra a volte eccentrica, a volte diva del cinema muto, ambigua, ironica, giovane e vecchia (mai adulta), giocando con il suo corpo di cui ha la completa consapevolezza e, di conseguenza, la capacità di trasformarlo come solo i più coraggiosi sanno fare. Eppure la nonna, da cui ci sembra di capire abbia ereditato pazzia e bellezza, le aveva detto “Sii te”. Niente di più allettante per una ele-ganzissima come lei.
Daria D.