Corriere dello Spettacolo

L’affetto inestinguibile per il coniuge morto ed il desiderio irrefrenabile di trovare una nuova compagnia in “Il club delle vedove”

Al Teatro Roma, dal 25 al 13 novembre 2016

Come affrontare la perdita della propria anima gemella dopo che con questa s’è trascorsa più della metà della propria esistenza con alti e bassi,tanto che alcuni si sono addirittura risposati dopo aver divorziato e dunque, qualcosa di profondo inevitabilmente si crea a parte la repentina separazione. Questo è il plot della farsesca commedia britannica di Ivan Mitchell: “Il club delle vedove”, che potrebbe essere trasportata sul grande schermo con il titolo” tre funerali ed un matrimonio”, dove tre donne più o meno attempate rimaste di nuovo nubili fanno fronte comune al luttuoso evento con solidale supporto nel bisogno ed amicizia, ma ognuno reagisce in modo diverso alla tragica fatalità che va messa nel conto al momento del sì. Inizialmente si recano insieme al cimitero piangendo ciascuna sulla sua lapide e dialogando con il trapassato, in maniera lacrimevole o brusca a seconda del suo carattere individuale e formazione psicologica. Dora impersonata con incredibile commiserazione da Lucia Ricalzone,non riesce a staccarsi quotidianamente dal suo Alberto divenuto questi, una sua ostinata fissazione, invece Ada, resa con maggiore equilibrio e senso della realtà, a poco a poco sa farsi una ragione della dipartita del suo Mario; lei si lascia convincere, sul fatto che la vita deve continuare dalla vanitosa ed effervescente Camilla, cui Caterina Costantini imprime un’effervescente vitalità dinamica, che avverte come una liberazione la morte del fedifrago Antonio e comincia a puntare gli occhi sull’erborista Carlo, un compassato e flemmatico Carlo Ettorre, che va al cimitero a pregare per la sua Anna. La fine dell’esistenza infatti può portare il rafforzare la fede come in Dora o al nichilismo ed al valore della tomba solo per i vivi in base alla teoria del Foscolo. Tra le due s’innesca una sottile sfida per conquistare le simpatie di Carlo; da una parte la sciantosa e sofisticata Camilla che acquista borsa, cappello e guanti in visone sintetico,divertendosi a sfidare le amiche sul prezzo pagato; dall’altra la convenevole,dolce e misurata Ada che appunto per le buone maniere, l’onesta affettività si fa preferire da Carlo. Comunque a testimoniare la gioia ed il piacere di risposarsi senza tanti problemi, c’è pure la loro amica Samantha, una pimpante e briosa Maria Lauria che accingendosi al 4°matrimonio,dopo averne sepolti tre,ogni legame sia vissuto in modo differente e sempre più disimpegnato rispetto al primo,per cui era scossa da una frenetica preoccupazione che adesso ha ceduto la mano ad una goliardica lussuria con Romeo senza scrupoli. Intanto Dora e Camilla hanno tentato di dissuadere Carlo da questo rapporto con Ada, per il tremendo tarlo della gelosia. Spiendido è il siparietto delle tre donne in sgargiante abito rosso lungo da damigelle d’onore e poi allorchè ritornano a casa alticce, al punto che l’alcol gioca un brutto scherzo a Dora, dopo una furiosa litigata tra le tre per rancori mai sopiti,punti di vista opposti e l’intrusione nell’intimità di Ada,ferita nell’amor proprio. L’epilogo sarà quello naturale con un feretro in più e la virtù segreta premiata,meditando che forse sarebbe meglio riavvolgere il nastro come sostiene il regista psicoterapeuta americano Woody Allen. La regia, tesa come sempre alla risata didascalica e liberatoria dalle problematiche psico-biologiche e sentimentali più eclatanti, è del sagace Silvio Giordani che,nell’adattamento in chiave nostrana del testo,nella figura di Carlo ha anche apportato qualcosa di suo con signorile eleganza introspettiva. Si replica fino al 13 c. m. al teatro Roma di via Umbertide al Tuscolano.

Susanna Donatelli

CATERINA COSTANTINI LUCIA RICALZONE MARIA LAURIA RITA PASQUALONI CARLO ETTORRE  “IL CLUB DELLE VEDOVE” di I.Menchell – Regia Silvio Giordani
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