Trieste, Politeama Rossetti, Sala Generali, 4 novembre 2016
In attesa che inizi lo spettacolo, il pubblico vede già sul palcoscenico un clavicembalo da un lato e dall’altro un pianoforte a coda sul quale è posto uno spartito molto vissuto. Nella sala piena tutte le età sono rappresentate, dai bambini piccolissimi ai nonni; si sentono parlare lingue diverse e l’italiano è declinato secondo molti accenti. All’inizio, concluso il primo brano tratto dal Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach e suonato al pianoforte da Christoph Hagel, con una certa sorpresa per chi non ha letto il programma di sala, appare una ballerina classica che muove i suoi passi di danza è Virginia Tomarchio, protagonista del Tour italiano. Soltanto a conclusione del secondo pezzo musicale appaiono sette ballerini di Flying Steps, la crew berlinese di Breakdance fondata nel 1993 e vincitrice di ben quattro campionati mondiali, che fin da subito entusiasma il pubblico. Alle esecuzioni musicali dal vivo si uniscono gli arrangiamenti elettronici dei fratelli Ketan e Vivan Bhatti, più “tradizionali” per chi segue questo tipo di urban dance e a poco a poco ci si accorge che non si tratta di una semplice esibizione, ma di una vera e propria trama con una coreografia davvero geniale, creata da Vartan Bassil assieme a Yui Kawaguchi, comprendente anche dei pas de deux molto suggestivi e romantici in cui, nel segno dell’eterna musica di Bach, danza classica e breakdance si incontrano esprimendo gli stessi sentimenti attraverso linguaggi che provengono da mondi diversi.
Ci si diverte con la mimica molto eloquente dei ballerini assistendo ad una contaminazione tra i due generi che progressivamente porta Virginia Tomarchio ad assumere i passi degli altri e viceversa, in un crescendo che fa emergere quanto i due generi di danza abbiano in comune. A tutto ciò si aggiungono gli inserti visivi di Marco Moo assieme ai Pfandfinderei che impreziosiscono ulteriormente lo spettacolo e che comprendono anche degli episodi in slow motion capaci di mostrare il lato poetico di una forma di danza nata sulle strade. Non dev’essere un caso, considerato il fatto che Christoph Hagel, oltre ad esibirsi qui come pianista e a condividere con Vartan Bassil la direzione artistica dell’evento, ebbe fra gli altri Maestri, anche Leonard Bernstein.
È un’ora abbondante di magia, in cui si vedono rappresentare, attraverso il movimento, i complessi arabeschi della musica di Bach, magia che si conclude con un gran finale in cui, sulla potenza della Toccata e Fuga in re minore suonata all’organo si ammira la Breakdance più estrema del Flying Steps cui segue l’esibizione di Virginia Tomarchio in gruppo assieme agli altri, adeguatasi alla maggioranza dopo essere riuscita, poco alla volta a far compiere a tutti, trasformati in modo originale, i passi appartenenti alla propria forma d’espressione.
Quella di Trieste è stata la penultima tappa di questo entusiasmante Tour, che ha visto il ritorno della crew in Italia dopo quattro anni, che ha già toccato Milano, Torino, Firenze e che si concluderà il 6 novembre a Roma.
Paola Pini
Red Bull Flying Bach
Flying Steps ballano sulle note de “Il clavicembalo ben temperato” di Johann Sebastian Bach
Direzione artistica di Vartan Bassil e Christoph Hagel
Con la crew Flying Steps e Virginia Tomarchio
Produzione D’Alessandro e Galli