Roma, Teatro Golden (via Taranto) dal 22 novembre al 18 dicembre 2016
L’ormai celebre quadrumvirato autoriale del Teatro Golden (Maia, Sinopoli e i fratelli Fornari), appellativo scherzosamente affibbiatogli dal sottoscritto qualche anno fa, presenta una nuova commedia in prima nazionale. L’albero di Natale, dal 22 novembre al 18 dicembre al Teatro Golden appunto, accompagnerà l’affezionato pubblico di questo accogliente salotto verso le prossime festività, con un bel cast composto da Simone Montedoro, Daniela Marra, Emanuela Fresi ed Andrea Lolli. Sempre scherzosamente, potrei dire: clamoroso al Golden! E si, perché stavolta le quattro penne deviano dalla commedia tout court ed inseriscono nel testo un intimismo quasi sconosciuto nei precedenti lavori. Quasi. Il problema è che, in alcune fasi dello spettacolo, il ritmo cala troppo, in modo direttamente proporzionale ai silenzi tra i due interpreti principali, Montedoro e Marra (Marco e Vanessa), tanto da porsi la domanda su che tipo di spettacolo si stia guardando. Intendiamoci: Montedoro è ancora una volta convincente, sia nei momenti brillanti che in quelli “seri”, Daniela Marra un po’ rigida ma tutto sommato in parte. Ci pensano Andrea Lolli, straordinario e non da oggi, ed una sorprendente Emanuela Fresi, a spezzare sapientemente (e sapientemente diretti) i momenti che si fanno drammatici con dei tempi comici assolutamente esplosivi. La storia è quella di Marco (Montedoro), uno scrittore in crisi dopo la morte della moglie quattro anni prima, che vive isolato dal mondo alla ricerca di un finale per il suo romanzo, in casa, con la sola compagnia della domestica (Emanuela Fresi) e con le incursioni del caro amico (Lolli) che cerca in tutti di modi di scuoterlo trascinandolo in improbabili conquiste amorose. E, naturalmente, con un albero di Natale che Marco non riesce ad addobbare da quattro anni. Lui vive esclusivamente nel ricordo della moglie, finchè una notte incontra una bella ragazza vittima di uno scippo e, giocoforza, è costretto ad ospitarla in casa in attesa della mattina seguente. Una notte di confessioni reciproche, che in qualche modo cambieranno le sorti di entrambi. La commedia inizia in modo vorticoso, con situazioni comiche ben condotte dai tre inizialmente in scena, Montedoro – Lolli – Fresi, con la sorpresa registica di una affollata festa in discoteca, per poi virare decisamente sull’intimo dialogo notturno tra Marco e Vanessa che costringe, clamoroso anche questo, il pubblico ad una silenziosa attenzione. L’ultima parte dello spettacolo regala colpi di scena divertenti che accompagnano il protagonista verso una rinascita. Complessivamente, una commedia finalmente non solo latte e miele, che con coraggio inserisce il tema della morte e dell’accettazione del distacco in uno spettacolo brillante. Da rivedere qualche tempo eccessivamente lento, ma sarà in scena un mese, ci sarà modo di migliorare. Se, nel finale vero e proprio, ci fosse stato un ulteriore passo “ardito” per evitare l’ultimissima sorpresa, scontatissima e alla ricerca dell’happy ending a tutti i costi, sarebbe stato ancora meglio. Rimane quindi una sensazione di operazione incompiuta, sospesa tra il tentativo di dar sostanza allo spettacolo e un deja-vu stucchevole. Bella la regia, che dona alla storia momenti suggestivi. Montedoro una bella conferma, la Fresi che conoscevo grazie alla sua splendida voce, divertente e con bei tempi comici, Daniela Marra forse troppo tesa (una prima al Golden non è mai facile, col pubblico addosso), Andrea Lolli il solito infallibile animale da palcoscenico, ammirato in decine di spettacoli. Ma si può fare di più, molto di più.
Paolo Leone