Roma, Teatro Eliseo dal 22 novembre all’11 dicembre 2016
Ogni parola, ogni frase, ogni concetto sarebbe presuntuoso davanti alla grandezza di Alda Merini, poetessa dalla sterminata produzione letteraria deceduta nel 2009. Lo spettacolo, il durissimo, non facile spettacolo messo in scena per la regia come sempre efficace e limpida di Alessandro Gassman su testo di Claudio Fava, La pazza della porta accanto, in scena al Teatro Eliseo fino all’11 dicembre, ne delinea un periodo, quello terribile dell’internamento in manicomio (hai voglia a chiamarlo istituto psichiatrico). Un’ora e venticinque minuti in apnea, senza indugiare sugli aspetti horror di quei luoghi, ma di grande impatto emotivo e visivo. Il primo grazie a delle interpretazioni straordinarie, il secondo grazie all’impianto scenografico cangiante con un gioco di quinte mobili che permettono di mutare ambientazioni di continuo e nella maniera più fluida possibile, e a delle videografie suggestive e quanto mai appropriate, moderne senza colpo ferire alla magia teatrale. Sensazioni contrastanti mi hanno frastornato mentre assistevo alla pièce di Fava. Il disagio (alzi la mano chi non lo prova) di fronte all’inferno che erano i manicomi, seppur ricostruito, si scontra con la bellezza dei versi della Merini, scelti accuratamente durante la messa in scena, grondanti di quella vita e quell’amore che la grande poetessa professava più di ogni altra cosa.
E che anche li dentro trovò il modo di far esplodere. “Mi voglio innamorare”, una delle sue risposte a fronte di chi non riconosceva umanità in quelle povere anime “matte come gli angeli”, distinguendole per singole lettere e non per nome. E tutto quel grigio, colore dominante della scena, non riuscirà ad annientare la sua prorompente poesia, la sua fede. Anna Foglietta e Liborio Natali offrono prove attoriali mostruose, insieme alle loro compagne di sventura, tra le quali con gioia ritroviamo Alessandra Costanzo, carisma ed esperienza da vendere, nel ruolo delizioso dell’attrice internata. Quanto lavoro può esserci dietro un’interpretazione corale così toccante? Uno spettacolo che certamente non è leggero, che richiede impegno anche allo spettatore, ma che alla fine lascia la sensazione di aver assistito a qualcosa di importante, lasciando il segno. Come il finale, finalmente colorato, che dopo tanta sofferenza è un sospiro alla speranza, alla vita nuova. Quella cantata per anni dalla grande Alda Merini. Da vedere.
“Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita.” (Alda Merini – da La pazza della porta accanto, opera in prosa edito da Bompiani nel 1985)
Paolo Leone
Produzione Teatro Stabile di Catania e Teatro Stabile dell’Umbria presentano uno spettacolo di Alessandro Gassman: La pazza della porta accanto, di Claudio Fava.
Con Anna Foglietta, Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio.
Spazio scenico Alessandro Gassman con la collaborazione di Alessandro Chiti; Costumi Mariano Tufano; Musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi; Luci Marco Palmieri; Videografie Marco Schiavoni.
Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Eliseo nelle persone di M. Letizia Maffei ed Antonella Mucciaccio