Francesco Santoli, tenore, e Simone Di Crescenzo, pianista: sono i due giovani artisti italiani che stanno portando alla ribalta un grande progetto di riscoperta musicale dedicato al repertorio cameristico sotto il nome di Amakheru Duo. Da pochi giorni è stato pubblicato online il loro primo videoclip dedicato ad una rarità rossiniana…
Il nostro sodalizio nasce dall’incontro dei rispettivi percorsi artistici e dalla volontà di creare una realtà stabile cameristica che si occupi della riscoperta del repertorio vocale da camera italiano. Abbiamo dunque pensato di concentrare la nostra attenzione e ricerca su un patrimonio che secondo noi andrebbe riscoperto e rivalutato. Il nome Amakheru deriva dall’antica lingua egizia, dove il termine “kheru” indicava “voce” ed era legato al concetto di “Maat kheru”, ovvero all’equilibrio del mondo attraverso l’espressione della propria anima con la voce. Anagrammando “Maat”, abbiamo creato questa nuova parola “Amakheru”.
La scelta del nostro repertorio dipende dai progetti che stiamo sviluppando in un preciso momento e dal desiderio di riscoprire brani mai eseguiti, ma di grande interesse artistico. Principalmente ci occupiamo dei compositori del Belcanto che rappresentano la tradizione italiana, ma spaziamo anche in altri ambiti. La scelta avviene tenendo ben presente anche autori e composizioni che racchiudono il nostro ideale di bellezza, sia a livello poetico che musicale, attraverso il quale riusciamo ad esprimere meglio noi stessi.
Che cosa significa oggi impegnarsi nella musica colta in un Paese dove purtroppo essa non è valorizzata abbastanza?
Significa essere consapevoli di aver intrapreso un progetto ardito e non così popolare, ma sapere anche di volerlo rendere tale attraverso mezzi innovativi che possano avvicinare i giovani a questa musica apparentemente lontana. Abbiamo già avuto un ampio riscontro nell’apprezzamento del pubblico per il repertorio cameristico e questa è la nostra forza. In Italia ci sarebbero tante strutture antiche e moderne per ospitare questo genere di concerti, sicuramente non meno di quante se ne possano trovare all’estero. Il nostro è il Paese in cui per secoli tutto questo è stato coltivato ai massimi livelli. C’è bisogno dunque di rinnovare la formula del concerto da camera legando la progettazione anche ad altre espressioni artistiche, pur non rinunciando alla grande tradizione.
Per noi diversi luoghi hanno un grande valore. In Italia, ad esempio, a Pesaro abbiamo respirato Rossini e questo è sicuramente un ricordo meraviglioso, a Busseto abbiamo incontrato Verdi, a Jesi abbiamo reso omaggio a Spontini vivendo forti emozioni in un luogo di grande ispirazione per bellezza architettonica e acustica: elementi che ci hanno aiutato ad esprimerci al meglio.
Pensate ad un eventuale disco?
Abbiamo dei progetti in corso in tal senso. Vorremmo dare ampio spazio alla produzione discografica, al pari delle esecuzioni live. Molto repertorio che stiamo riscoprendo non è stato mai inciso o a volte solo per piccole case discografiche. Il nostro obiettivo è affidare ad un’etichetta major l’incisione di raccolte e di progetti inediti, valorizzando anche autori non più eseguiti in tempi moderni.
Recentemente avete pubblicato il vostro primo videoclip con musica di Rossini…
In questi giorni è stato pubblicato online il nostro primo videoclip. Abbiamo utilizzato un brano da camera di Rossini dal titolo “Beltà crudele”, nella versione più vicina al primo manoscritto dell’autore del 1821. L’idea è quella di rendere fruibile per il grande pubblico un brano di musica vocale da camera attraverso un mezzo innovativo come il videoclip. Il video è stato girato nella splendida cornice di Palazzo d’Avalos a Vasto ed è stato dedicato a due grandi stelle della lirica: Adelina Patti e Daniela Dessì.
A livello mondiale questo è il primo videoclip autoprodotto di un brano cameristico per voce e pianoforte e questo ci rende particolarmente orgogliosi dell’importante traguardo ottenuto.
Progetti futuri?
Nell’immediato stiamo preparando i concerti per il 2017. Fra i nostri progetti futuri sicuramente la collaborazione con altre Star del mondo artistico e musicale e, come si è detto, incisioni discografiche.
Stefano Duranti Poccetti