La sua prima volta non è stata “una” qualsiasi. Prima qualche foto street, poi col suo corpo ha lanciato un messaggio contro la vivisezione e l’uso delle pellicce. Insomma, Veronica Gatti non è una di quelle ragazze abituata al conformismo. Ha 28 anni, una dozzina di piercing e tatuaggi sparsi un po’ ovunque. E con la fotografia ha un feeling particolare. Le piace, piace ai fotografi e si diverte da matti. Insomma la passione pian piano sta diventando lavoro. Non a caso, dall’8 marzo le sue foto saranno in mostra a Crema (esposizione curata da Alessio Mapelli) e lanceranno un messaggio contro la violenza sulle donne. Ecco, a Veronica non piace dare nulla per scontato. La fotografia è – anche – uno dei suoi modi di esprimersi. Al bando banalità e corpi nudo, spazio a concetti e progetti. “Non sono una mercenaria, voglio che il mio corpo e il mio volto davanti all’obbiettivo dicano qualcosa di importante” racconta lei che nella vita si occupa di onicotecnica e da due anni è una piercer rinomata nella Brianza lecchese. Eppure, appena il tempo libero lo consente, eccola scappare davanti alla macchina fotografica. “E’ quello che ho sempre desiderato fare da bambina, e pensare che nel 2009 ho iniziato per caso grazie alla mia amica Fausta Wendy Riva, è lei che mi ha… svezzata davanti all’obbiettivo”. Fin dal primo shooting, si è capito di che pasta era fatta. Qualche foto “semplice” e poi il messaggio contro vivisezione e pellicce. Da allora, i social hanno fatto il resto. Il passaparola fra fotografi l’ha resa sempre più ricercata e gettonata. Parola d’ordine: evitare la banalità.
Insomma, con la fotografia hai stretto un patto d’acciaio.
Siamo diventate… compagne di viaggio! Ho scattato in posti bellissimi, in riva al mare, su spiagge bianche, in mezzo alle cascate dei fiumi, immersa nella natura. Senza essere mercenaria, ma scegliendo gli artisti per i quali lavorare. Per soldi non butto via il mio nome, sia chiaro…
Infatti, perché il nudo in sé non mi piace. Meglio un velo o delle trasparenze, e poi ho un modo di interpretare le foto tutto mio: le foto le faccio per me, per avere un bel ricordo, per rivedermi bella.
E per quello non ti sei mai pentita di nulla.
Esatto, tutt’al più a volte mi è venuta l’idea di mollare perché le foto non mi stavano portando a nulla se non a vana gloria, ma pentita mai. O, magari, alcuni scatti sono stati motivo di discussione col fidanzato. Ma non mi sono mai lasciata andare alla tentazione dei soldi…
Il tuo fisico è senza dubbio originale.
E per questo esclude già alcuni lavori, una come me… non la vedrete mai sulle passerelle dell’alta moda! Al tempo stesso, posso essere valorizzata per qualche altro progetto.
Come quello che ti vedrà protagonista dall’8 marzo a Crema.
Esatto, e invito tutti a venire a vedere le foto che Alessio Mapelli, fotografo e artista, esporrà in “Obbiettivo donna”, una mostra che sarà ospitata nella chiesa sconsacrata di Santa Maria Porta Ripalta. Immagini particolari in un contesto suggestivo, sarà qualcosa di unico.
Un traguardo già raggiunto, quali gli altri a cui ambisci?
Quello che sto facendo mi soddisfa, devo ammetterlo. Certo, mi piacerebbe collaborare con qualche brand… ma ultimamente devo dire che alcune porte si stanno spalancando.
La tua storia fotografica è anche relativamente breve.
Da due anni scatto, ho migliaia di follower che mi seguono sui miei social e sono cercata da fotoamatori, professionisti, agenzie. Insomma, qualcosa sono riuscita a fare…
Tu fuori dal set… chi sei?
Una ragazza normale, che non fa nulla per essere notata, a cui piacciono i cani, che pratica dancehall ed è felicemente fidanzata. Ah, sono una ragazza che non pensa al futuro, vive alla giornata ed è convinta che per spaccare nel mondo della fotografia serva sia il fisico che la costanza. Mi sono descritta bene?
Certo, e come vivi il rapporto con la fotografia?
Con entusiasmo, soddisfazione e un pizzico di orgoglio. Quando mi riguardo, mi vedo bella. D’altronde quel mondo così ricco di luci, di pose curate e di trucco perfetto… rende sicuramente tutti migliori e quasi perfetti.
C’è qualcuno a cui devi dire grazie?
A Fausta, che giocando mi ha messa davanti all’obbiettivo per la prima volta facendomi scoprire questo mondo meraviglioso. Ad Alessio, per avermi coinvolta in questa prima mostra fotografica. E a Stefano Padovani, con cui ho condiviso dei set speciali vicino alle cascate, con indosso pittura e gioielli afro.
Ultima nota: le persone che ti conoscono ti definiscono… timida.
È vero, è così. Potrà sembrare strano ma mi sblocco davanti all’obbiettivo solo perché è statico. Non potrei mai avvicinarmi alla tv o al cinema: diventerei rossa dal primo istante…
Luca Fina