Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi. Dal 17 al 22 marzo 2017
Nel 1909, quando Il segreto di Susanna, intermezzo in un atto di Ermanno Wolf Ferrari su libretto di Enrico Golisciani, andò in scena per la prima volta (a Monaco di Baviera nella traduzione di Max Kalbeck) il fumo, l’equivoco intorno al quale tutto ruota, non era ancora considerato, come ora, un vizio da sanzionare pubblicamente ed in privato; dalla metà del Settecento in poi era considerato invece un piacere o come dice ad una certo punto la protagonista, una passione.
Ispirazione per poeti e scrittori (certamente Italo Svevo, che affida al vizio di Zeno Cosini e alla sua eterna “U. S. – Ultima Sigaretta” un intero capitolo, ma è inevitabile pensare anche alle cento sigarette quotidiane di Yanez de Gomera di salgariana memoria) il fumo è qui occasione per una pièce semplice in cui la musica fresca, allegra, brillante ed eclettica dell’orchestra diretta dal M° Takayuki Yamasaki ben si sposa con un testo tutto sommato ingenuo, ma che si ispira con leggera ironia a certe situazioni drammatiche presenti nell’opera seria, richiedendo agli interpreti buone doti vocali, ma anche di recitazione.
La regia di Daniele Guerra è vivace e le scene di Angelo Canu (che ha curato anche i costumi), pulite ed essenziali, sono arricchite da graziosi giochi d’ombra.
Nella conclusione, in cui il mistero si scioglie e l’inevitabile riconciliazione porta ad un’amorevole “fumata di coppia”, il duetto canta “tutto è fumo a questo mondo che col vento si dilegua, ma l’amor sincer profondo fuma, fuma senza tregua.”
Continua così il cartellone delle “Opere in un atto” che la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi propone accanto alla tradizionale stagione lirica e che ha già visto la messinscena de La serva padrona di Giovanni Paisiello e la Voix humaine di Francis Poulenc.
Paola Pini