Roma, Teatro dei Conciatori. Dal 25 al 30 aprile 2017
Un cameo, un ritratto (termine quanto mai appropriato allo spettacolo in questione), una pennellata d’autore su una tormentata notte in cui vengono segnate per sempre le (s)fortune economiche di una famiglia, quella di Rembrandt. Al Teatro dei Conciatori, dal 25 al 30 aprile, Antonio Serrano, Gianna Paola Scaffidi e Andrea Giuliano, portano in scena un testo di Giuseppe Manfridi scritto molti anni fa: La famiglia Rembrandt sconfitta dai tulipani. Un testo (edito da La Mongolfiera) che, come sempre quando la firma è quella dell’autore romano, trasuda cultura anche con i toni della commedia. Eh si, perché lungi dall’ammorbare il pubblico con chissà quali pesantezze, lo spettacolo risulta gradevolissimo, ricco di ironia e feroce satira su quei meccanismi finanziari millantati per sicuri investimenti a danno di poveri sprovveduti. Nel Seicento come oggi, del resto. Ma l’ambientazione, magica va detto, a cura di Antonella Rebecchini, gli splendidi costumi di Clara Surro e le calde e tenui luci di Erika Barresi, trasportano il pubblico nella casa-bottega di uno dei più grandi pittori della storia e ce lo mostra nella sua più tenera intimità, quella di un uomo ingenuo, vessato dalla malasorte e da una spiccata propensione allo scialo delle proprie risorse economiche, sempre più in bilico. Nei panni dell’artista olandese Antonio Serrano, deliziosamente credibile, e con lui Gianna Paola Scaffidi, perfetta nel ruolo della compagna Hendrjeke, tanto sarcastica nei confronti del loro lento declino economico, quanto affettuosa e pronta ad affrontare improbabili avventure finanziarie col suo Rembrandt. Terzo e fatale incomodo il giovane allievo Pitius, interpretato dal bravissimo Andrea Giuliano, autentico detonatore comico, nel ruolo di uno scellerato promotore finanziario ante litteram alla ricerca di un personale riscatto dalla giustificata sfiducia del padre.
Paolo Leone