Tutto ha avuto inizio con la musica. Un diploma accademico di I livello in musica jazz, una specializzazione in musica applicata, le esperienze come tastierista e cantante presso varie formazioni, prediligendo il jazz e la bossa nova. Col passare del tempo, Chiara Scaglianti nell’arte ci si è buttata “anima e core”, dedicandosi, oltre che alla musica, al teatro, al cinema e alla fotografia. Oggi, a 27 anni, lei è l’emblema dell’artista polivalente, in grado di trasmettere emozioni ovunque la si metta. Una fortuna non da poco per una ragazza che fa della sensibilità la sua migliore arma. “Sente” le situazioni, immagazzina sentimenti, si impegna per trasmettere agli altri ciò che ha dentro. Dalla sua Ferrara, ormai si è aperta al mondo. Coltiva il sogno di un proprio disco e l’anno scorso è stata sceneggiatrice, regista e autrice delle musiche del cortometraggio “E’ tardi adesso”, il primo audiovisivo che l’ha vista protagonista assoluta. Un’esperienza che l’ha messa a confronto con il mondo del cinema, anche se la musica rimane il suo primo amore e il teatro il naturale palcoscenico su cui esprimersi. Senza dimenticare la fotografia, ma a patto che “al centro dei discorsi ci sia sempre un contenuto, e mai solo un corpo”. Insomma: Chiara Scaglianti è bella ma l’estetica è l’ultimo dei suoi problemi. Più che la sua fisicità, vorrebbe mostrare il suo mondo interiore. E sta lavorando per farcela, ogni giorno meglio e di più.
Dicevamo: tutto ha avuto inizio con la musica.
Ho cominciato a suonare quando avevo 14 anni, progressivamente mi sono avvicinata alle sonorità jazzistiche e, poi, a quelle della musica sinfonica. La musica è arte, una straordinaria occasione per esprimere se stessi, emozioni e vari stati d’animo. Tra i vari progetti a cui ho preso parte, per un anno sono stata tastierista della band “Down the Rabbit Hole”, il che mi ha permesso di mettermi in gioco su vari palchi.
Hai preso parte a vari concorsi, feste, kermesse.
Mi piace ricordare la mia partecipazione nel 2013 a “Una voce per Sanremo”, un bel confronto sul palco del teatro Ariston, con voci interessanti provenienti da tutta Italia. Sempre nel 2013, con la band “Queen On Stage Acoustic Live Trio”, sono stata tastierista e corista all’interno del “Ferrara Buskers Festival”. Un’esperienza da segnalare, perché mi ha molto soddisfatto. Amo lo stretto rapporto che si crea tra il pubblico e l’artista in contesti di quel genere.
Hai coltivato anche l’interesse per il teatro.
Ho preso parte ad alcuni spettacoli, scoprendo, così, la meravigliosa opportunità di calarsi nei panni altrui, di impersonare ruoli che possono essere affini al proprio modo d’essere, o anche diametralmente opposti ad esso. Per far sì che sul palco il personaggio “prenda vita”, è necessario trovare in se stessi esperienze ed emozioni che possano renderlo credibile, altrimenti la recitazione funziona.
Cosa ti ha dato il teatro a livello personale?
Sicuramente richiede un grande lavoro introspettivo: tutta l’arte, in generale, contribuisce ad una migliore comprensione di se stessi e degli altri. Ciò mi ha fornito una maggiore consapevolezza di ciò che mi circonda e la volontà di scavare sempre a fondo in ciascuno, di cercare le ragioni di ogni comportamento, di conoscere e di comprendere situazioni differenti.
Finché venne il cinema…
Ho seguito alcuni corsi che lo riguardano, ho appreso la teoria e l’ho messa in pratica. L’audiovisivo affascina a prima vista chi, come me, ambisce a trasmettere valori e messaggi attraverso l’arte: in questo campo si attivano tutti i sensi, elemento che con le altre modalità di espressione artistica spesso manca. Tutto ciò mi ha spinto ad approfondire l’aspetto cinematografico, nello specifico presso l’Associazione “Rosenctrantz & Guildenstern” di Bologna, con la docente la Roberta De Pascalis per quanto concerne la parte di recitazione cinematografica.
E per quanto riguarda gli altri aspetti legati al cinema?
Per un anno, dal Novembre del 2015 al Novembre dell’anno successivo, ho seguito presso l’Associazione “Rosenctrantz & Guildenstern” il piano di studi della Scuola Organica, che si struttura nei corsi di regia, sceneggiatura, riprese video, direzione della fotografia, riprese audio, direzione degli attori, produzione, montaggio e post-produzione video e audio, culminato nella realizzazione di alcuni cortometraggi, tra cui il mio “E’ tardi adesso”.
Ultimo, in ordine di tempo, il tuo ingresso in campo fotografico.
Ho iniziato per caso lo scorso anno, interpretando il mettermi in gioco davanti all’obiettivo come un’ opportunità per calarmi in panni sempre differenti, esattamente come nella recitazione. All’inizio ero titubante, poi la cosa ha cominciato a piacermi. Trovo interessante cercare di esprimere le intenzioni e gli stati d’animo che vengono di volta in volta suggeriti dal set, cercando di non essere mai volgare.
Eppure, al cuor non si comanda…
Tra le altre cose, sto lavorando ad alcuni miei inediti, un progetto cantautoriale con influenze jazzistiche.
Quanto è difficile essere artiste in Italia.
Tanto, anzi tantissimo. Lo è soprattutto se si intende dare voce a temi scomodi, non convenzionali, e dei quali difficilmente si è disposti a parlare.
Lontana dalle luci dei riflettori, chi è Chiara Scaglianti?
Una ragazza a cui non importa nulla della moda e che non fa di tutto per essere guardata da chi la circonda. Una persona a cui piace la natura, che predilige posti non troppo frequentati, amante delle culture e della spiritualità.
Sogni da realizzare?
Curare prodotti audiovisivi sotto il profilo musicale, registico e della sceneggiatura. Ma, più in generale, sarei felice se anche solo una delle arti su cui lavoro mi desse da vivere. Ecco, questo già costituirebbe la realizzazione di un sogno.
Luca Fina