Da una storia bellissima – quella di un bambino che sta per nascere – Laura Avalle ha tratto un’altra storia bellissima, da leggere tutta d’un fiato, un racconto che è vero nel senso più puro del termine. Perché Laura è una scrittrice che, in quest’ultimo caso, ha scritto… di pancia. Nel vero senso della parola. Guardava sua figlia Deva crescere in pancia e ci ha scritto sopra un libretto da consigliare a chiunque si trovi in quella fase a metà fra la maternità e l’attesa del lieto evento. Insomma, qualcosa di speciale. D’altronde da lei, che è al tempo stesso mamma, moglie e giornalista innamorata della sua famiglia, del suo lavoro e della vita, c’era da aspettarsi qualcosa di originale. Come originali d’altronde sono le altre opere che l’hanno vista protagonista: dal noir all’erotico passando per poesie e formazione. Quando l’idea è giusta, il risultato è garantito. Un po’ come per “Vita, io ti aspetto”, dove il titolo racconta molto ma non tutto.
Ma il merito è di questa mamma-scrittrice speciale…
Diciamo che il giornalismo e la scrittura sono le mie passioni più grandi, senza le quali non saprei stare. Mi emoziona raccontare le emozioni. Da sempre, prima ancora di imparare a scrivere. E’ proprio un bisogno quello che avverto, così forte da non poterne fare a meno.
E Laura Avalle al giornalismo e alla scrittura si è avvicinata da qualche anno.
La mia prima pubblicazione è una raccolta di poesie: “Gli ultrasuoni del cuore” (GDS Edizioni), 2011. Sempre nello stesso anno è uscito “Porri e Barbera”, un romanzo di formazione in formato ebook. Un anno dopo, nel 2012, ha visto le stampe “Il gufo e l’allodola: «Io sono sveglia, e tu?” (Europa Edizioni), epistolario scritto a quattro mani con il genio del noir Andrea G. Pinketts.
Finché, due anni fa, il boom…
Il successo arriva però nel 2015, con “Le altre me” (La Lepre Edizioni), romanzo ad alto tasso erotico e spirituale, grazie al quale ho conosciuto mio marito, il padre di mia figlia Deva, alla quale ho dedicato adesso il mio ultimo libro: “Vita, io ti aspetto” (Giuliano Ladolfi Editore).
Perché un libro che tratta di una vita… in arrivo?
“Vita, io ti aspetto – l’amore raccontato a una bambina che sta per nascere” l’ho scritto quando ero in maternità, all’ottavo mese di gravidanza. Parlare a mia figlia attraverso la scrittura è stata la cosa più naturale del mondo: sentivo battere il suo cuore dentro di me, la vedevo crescere, muoversi nella mia pancia.
Lei scalciava… e tu scrivevi!
Erano tutte sensazioni bellissime che non potevo lasciarmi scappare, dovevo in qualche modo fermarle nel tempo, renderle immortali con questo libro. Non è stato tutto rose e fiori però e il fatto di raccontare anche i lati più difficili dell’attesa rende questo pamphlet ancora più autentico, dove tutti possono riconoscersi.
Che messaggio hai voluto trasmettere con questo libro?
Questo libro è un inno alla vita e spero possa essere di aiuto a tutte quelle persone che lo leggeranno.
Perché comprarlo, perché leggerlo?
Perché il mistero della vita non dovrebbe mai finire di stupirci. E spero che in questo libro, possa esserci qualche risposta…
Cosa resta a chi lo legge… dopo che lo ha letto?
Cito un aneddoto! Una ragazza, dopo averlo letto, mi ha contattata e mi ha scritto questo messaggio: “Grazie per diffondere positività e amore per la vita”. E’ la cosa più bella che mi abbiano mai detto.
Luca Fina