Corriere dello Spettacolo

L’ “Evgenij Onegin” di Čajkovskij inaugura al Stagione lirica del Teatro Verdi di Trieste

Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi, Stagione lirica e di balletto 2017/2018. Dal 17 al 25 novembre 2017

Il Teatro Verdi apre la stagione lirica 2017/18 con l’Evgenij Onegin di Pëtr Il’ič Čajkovskij nell’allestimento del Teatro dell’Opera di Stato di Sofia.

Il libretto, dello stesso compositore assieme a Konstantin Stepanovič Šilovskij è tratto dall’omonimo romanzo in versi scritto tra il 1823 e il 1831 da Alexandr Sergeevič Puškin ed è ricco di chiaroscuri e di diversi gradi e livelli di ironia, satira, polemica, ambiguità. Attraverso tali strumenti il poeta espone e al contempo prende le distanze dal romanticismo di stampo europeo in un contesto storico che vedeva profilarsi l’inizio di una spinta nazionalista russa sia a livello politico che culturale.

Da parte sua Čajkovskij, dopo un avvicinamento al Gruppo dei Cinque e ai loro propositi di proporre uno stile musicale russo si mantenne, dal punto di vista estetico, essenzialmente cosmopolita, pur inserendo nei suoi lavori elementi legati alla tradizione del proprio paese.

L’ideale incontro tra i due artisti portò alla creazione, tra il 1877 ed il 1878, di un insieme di episodi ambientati intorno al 1820 e definiti dal compositore stesso “scene liriche in tre atti e sette quadri”, attraverso le quali vengono evocate le vicende di Evgenij Onegin (Cătălin Toropoc/Alexey Zhmudenko), giovane annoiato e nullafacente giunto in campagna dalla capitale a seguito di una buona eredità e Tatiana (Valentina Mastrangelo/Alexandra Grigoras), vicina del giovane assieme alla madre, la possidente signora Larina (Giovanna Lanza), alla vecchia balia Filipp’evna (Alexandrina Marinova Stoyanova-Andreeva) e alla sorella Olga (Anastasia Boldyreva/Anna Evtekhova), che si fidanzerà nel corso dello svolgimento della vicenda con Vladimir Lenskij (Tigran Ohanyan/Motoharu Takei).

Il tempo della vicenda corrisponde al regno dello zar Alessandro I ed è ben lontano dal 1861, anno dell’abolizione della servitù della gleba promulgata da Alessandro II, richiamando alla memoria un mondo passato da non molto tempo, rispetto a quando l’opera musicale fu realizzata, ma di fatto lontano e l’ambientazione dell’essenziale ed opportuna scenografia di Alexander Kostyuchenko è resa ancor più efficace dalle proiezioni e dal gioco di luci e ombre grazie ai quali le ampie sale della villa di campagna o del palazzo del Principe Gremin (Vladimir Sazdovski/Alexey Birkus), in seguito sposo felice della fedele Tatiana, si trasformano nel giardino della villa o nel bosco innevato in cui si consumerà il duello fra Onegin e Lenskij, accompagnato lì dal secondo Zaretskij (Roberto Gentili).

La figura di Vladimir è molto diversa da quella di Evgenij: è un poeta dai sentimenti acutizzati che mal tollera gli irresponsabili giochi seduttivi verso la propria fidanzata da parte di chi si dichiarava amico e a nulla valgono i tentativi di mediazione da parte del capitano delle guardie (Hiroshi Okawa), presente alla lite.

I costumi di Steve Almerighi risultano appropriati in una realizzazione tradizionale come questa e Vera Petrova ha ben scelto di dare all’intera regia un carattere di reminiscenza, attraverso la quale i ricordi di Onegin riguardo l’intera vicenda appaiono come ombre che emergono dal passato, evocate di volta in volta da un oggetto simbolico che, come in Proust, fa apparire nuovamente reali i diversi episodi; le scene, fra loro staccate nell’architettura dell’opera, vengono così collegate fra loro dal rimpianto del protagonista che le rivive soffrendo sempre di più per l’occasione perduta fino al termine, nel quale i numerosi lati bui della sua personalità emergono in tutta la loro evidenza, rivelati da un sapiente disegno luci: viene esposta inequivocabilmente la superficialità di un personaggio incapace, come invece dimostra di saper fare Tatiana, di crescere o di cambiare in un mondo che invece si muove e si evolve.

Risulta essere di grande efficacia l’introduzione di maschere a coprire il volto del coro e di alcuni personaggi a partire dalla sfida a duello che rovina la festa per l’onomastico di Tatiana poco dopo la divertente esibizione di Triquet (Dmytro Kyforuk).

Anche quest’anno l’apertura della stagione è stata affidata alla direzione di Fabrizio Maria Carminati, che ha saputo dosare con grande maestria gli interventi dell’Orchestra, lasciando il giusto spazio alle voci da lui seguite con attenta partecipazione e facendola emergere con maggior enfasi nelle parti esclusivamente strumentali.

Sono stati ottimi i numerosi interventi del Coro, preparato da Francesca Tosi con grande cura non soltanto dal punto di vista strettamente vocale, ma anche linguistico. È un talento che si è rivelato fattor comune a tutti gli interpreti, madrelingua e non, il che ha dato la possibilità al pubblico di apprezzare appieno le sonorità di cui il russo è particolarmente ricco e favorendo ulteriormente la buona riuscita dell’intero spettacolo.

Paola Pini

Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi
Stagione lirica e di balletto 2017/2018
Dal 17 al 25 novembre 2017
Evgenij Onegin
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Scene liriche in tre atti e sette quadri su libretto di Pëtr Il’ič Čajkovskij e di Konstantin Šilovskij
dal romanzo omonimo di Aleksandr Puškin
In lingua originale con sopratitoli in italiano e inglese
Regia Vera Petrova
Scene Alexander Kostyuchenko
Costumi Steve Almerighi
Allestimento Teatro dell’Opera di Stato di Sofia
Con
Larina, possidente
Giovanna Lanza
Tat’jana, figlia di Larina
Valentina Mastrangelo (17, 19, 21, 25/XI)
Alexandra Grigoras (18, 23/XI)
Ol’ga, figlia di Larina
Anastasia Boldyreva (17, 19, 23, 25/XI)
Anna Evtekhova (18, 21/XI)
Filipp’evna, la vecchia balia
Alexandrina Marinova Stoyanova-Andreeva
Evgenij Onegin
Cătălin Ţoropoc (17, 19, 21, 25/XI)
Alexey Zhmudenko (18, 23/XI)
Vladimir Lenskij, il poeta
Tigran Ohanyan (17, 19, 21, 25/XI)
Motoharu Takei (18, 23/XI)
Il principe Gremin
Vladimir Sazdovski (17, 19, 21, 25/XI)
Alexey Birkus (18, 23/XI)
Un capitano delle guardie
Hiroshi Okawa
Zaretskij
 Roberto Gentili
Triquet, un maestro di francese
Dmytro Kyforuk
Contadini e contadine, invitati al ballo, possidenti e ufficiali.
La vicenda ha luogo in Russia intorno al 1820.
Foto Visual Art
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