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“Il nome della rosa” nella versione teatrale di Stefano Massini e la regia di Leo Muscato, omaggio teatrale al romanzo di Umberto Eco

Data:

Trieste, Politeama Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali. Dal 6 al 10 dicembre 2017

L’idea originale, l’omonimo romanzo di Umberto Eco, continua a essere un vero e proprio fenomeno letterario anche a distanza di quasi trent’anni dalla pubblicazione: edito nel 1980, vinse l’anno dopo il Premio Strega e fu in seguito inserito da Le Monde nella classifica dei cento libri del XX secolo.

A partire da esso fu realizzato nel 1986 un film, diretto da Jean Jacques Annaud (il ruolo di protagonista era stato affidato al grande Sean Connery) e definito dal regista come un “palinsesto” dal romanzo, evidenziandone così la diversità fra le due opere, dichiarazione confermata e apprezzata da Eco stesso.

A dimostrazione di un successo costante e mantenuto, a gennaio 2018 inizieranno le riprese di una serie televisiva, con John Turturro chiamato a interpretare la parte di frate Guglielmo da Baskerville.

La versione teatrale di Stefano Massini è ancora diversa rispetto a tutto il resto e altrettanto efficace perché, pur tenendo conto con attenzione e in modo discreto del linguaggio scritto e filmico al punto da far apprezzare lo stretto legame con quanto realizzato nei decenni passati, va ben oltre la semplice ripresa del già visto, risultando così uno spettacolo teatrale completamente a sé stante.

95d1d-30d68-078a7-96dc7-3e40d-c09a3-98-il-nome-della-rosa3L’esperienza ben nota di Massini ne ha fatto un testo drammaturgico dotato di una sua autonoma potenza, sostenuto dalla regia di Leo Muscato, e rafforzato dalla scenografia di Margherita Palli e dai costumi di Silvia Aymonimo, costruiti tutti sullo stesso principio.

Il risultato, assolutamente non scontato visti i precedenti citati, è un’ulteriore bella e nuova proposta di una vicenda narrativa complessa e dichiaratamente creata per divertire e appassionare categorie molto diverse di lettori e con la capacità rara di essere riletta più volte offrendo senza annoiare sempre nuove suggestioni.

Molto efficaci qui le modalità in cui i diversi delitti vengono presentati di volta in volta: le vittime, calate dall’alto in modo repentino e altrettanto rapidamente fatte sparire, riappaiono subito dopo distese sul lettino di un’improvvisata sala settoria.

Le discussioni teologiche e filosofiche, già rese essenziali nella realizzazione cinematografica, sono qui accennate e la discussione tra francescani e inviati del papa sul tema del possesso o meno da parte di Gesù di un qualsiasi bene, si svolge con efficacia sul proscenio, portando alla massima luce ciò che sta alla base di una disputa solo apparentemente teorica, sostanziale in realtà per le opposte fazioni.

Gli attori sono truccati in modo da essere facilmente riconoscibili per chi conosce il film, ma senza essere ridotti a piatte controfigure.

Molto suggestiva la scenografia che, dotata di scale e molteplici uscite, riesce a rendere in modo chiaro e preciso pur senza alcun cambio di scena i diversi ambienti dell’abbazia, non solo grazie alle proiezioni video di Fabio Massimo Iaquone e di Luca Attilii, ma anche per l’interpretazione viva e coinvolgente dell’intera compagnia: Luca Lazzareschi, il saggio ma sempre curioso e irriverente Guglielmo da Baskerville, accolto, usato, ma di fatto sempre avversato da Marco Zannoni, l’abate che vuole far luce solo formalmente sui delitti che colpiscono l’abbazia; Luigi Diberti, il vecchio Adso quasi sempre in scena nel ruolo di commentatore della vivificazione delle proprie memorie; Bob Marchese, il cieco Jorge da Burgos, reale padrone della biblioteca; Eugenio Allegri, nei tanto diversi ruoli del francescano Ubertino da Casale, capo della delegazione opposta agli inviati del papa e dell’inquisitore Bernardo Gui, designato come arbitro della stessa; Giovanni Anzaldo, il giovane Adso, che si perde nell’innamoramento per la ragazza (Arianna Primavera) di cui non saprà mai il nome; Giulio Baraldi, l’erborista Severino da Sant’ Emmerano e improvvisato “anatomopatologo”; Alfonso Postiglione, il folcloristico Salvatore, un tempo dolciniano inconsapevole, assieme a Franco Ravera, il cellario Remigio da Varagine, ben più convinto e partecipe eretico; Marco Gobetti, nei due ruoli di Malachia da Hildesheim, il bibliotecario e di Alinardo da Grottaferrata, monaco centenario; Mauro Parrinello, Berengario da Arundel, l’aiuto-bibliotecario e Daniele Marmi, il copista Bencio.

Il folto pubblico del Rossetti di Trieste, molto eterogeneo per età e con una presenza molto alta di giovanissimi ha dimostrato di apprezzare lo spettacolo con un lungo applauso finale e molte chiamate rivolte all’intero cast.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
Dal 6 al 10 dicembre 2017
Il nome della rosa
di Umberto Eco
versione teatrale di Stefano Massini (© 2015)
regia e adattamento di Leo Muscato
Con:
Luca Lazzareschi (Guglielmo da Baskerville)
Luigi Diberti(il vecchio Adso)
Bob Marchese (Jorge da Burgos)
Eugenio Allegri (Ubertino da Casale, francescano e Bernardo Gui, inquisitore)
Giovanni Anzaldo (il giovane Adso).
Giulio Baraldi (Severino da Sant’ Emmerano, l’erborista)
Marco Gobetti (Malachia da Hildesheim, il bibliotecario e Alinardo da Grottaferrata, monaco centenario)
Daniele Marmi (Bencio, copista)
Mauro Parrinello (Berengario da Arundel, l’aiuto-bibliotecario)
Alfonso Postiglione (Salvatore)
Arianna Primavera (una ragazza)
Franco Ravera (Remigio da Varagine, cellario)
Marco Zannoni (abate).
scene Margherita Palli
costumi Silvia Aymonino
musiche Daniele D’Angelo
luci Alessandro Verazzi
video Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii
assistente alla regia Alessandra De Angelis
assistente scenografa Francesca Greco
assistente costumista Virginia Gentili
produzione Teatro Stabile di Torino / Teatro Stabile di Genova / Teatro Stabile del Veneto
in accordo con Gianluca Ramazzotti per Artù
e con Alessandro Longobardi per Viola Produzioni
con il sostegno di FIDEURAM
Il nome della rosa di Umberto Eco è pubblicato da Bompiani

 

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