Enzo Di Franco nasce ad Alcamo (Àrcamu in siciliano), comune della provincia di Palermo, nel 1938. Inizia a dipingere dall’età di dieci anni in un ambiente in cui – come mi ha raccontato – la sua pittura nasce da una propria spontaneità, laddove non troviamo in un artista che è stato allievo a sua volta di un Maestro, bensì un Maestro che ha costruito da solo il suo stile e la sua tecnica di espressione. Dopo la scuola media, si iscrive al Ginnasio e poi al liceo classico. Dopo si iscrive all’università di Palermo scegliendo geologia.
L’amore per la pittura non ha fermato il Maestro di Alcamo, che spiega che l’arte “Non nasce in un secondo momento, ma si trova già dentro di noi”. Ciò è un’immensa verità, che accomuna ogni singolo soggetto umano. L’arte è dentro ognuno di noi e ogni individuo è un’opera d’arte. Tra le sue opere troviamo una serie di raffigurazioni dal titolo “Il mercato: colori, luci ed emozioni”. Opere in cui vengono raffigurati i mercati popolari – siciliani – in cui non si assiste solamente a dei contatti professionali tra venditori e clienti, ma anche a dei veri e propri contatti umani. Oggi purtroppo accade sempre più di rado, in un contesto, come dice l’artista, dove quei mercati stanno scomparendo nel tempo. “Con il mio linguaggio – Sostiene Di Franco – cerco di conservare delle tradizioni, raccontarle per diffondere la memoria. Questa è importante perché senza essa non c’è un futuro.” Di Franco nella sua opera racconta la sua autobiografia, le sue osservazioni e vissuto. La sua arte – come rivela il Maestro – trova molta attinenza con la geologia. Ma cosa centra questa con la pittura? Di Franco spiega che il geologo è sempre a contatto con la natura. Egli vede che nelle rocce c’è vita. Un Maestro Enzo Di Franco che dopo la laurea in geologia ha iniziato la sua carriera professionale di geologo e di insegnante di matematica e scienze, tenendo e coltivando sempre un spazio e vocazione per la pittura[1]. Tra le sue opere c’è da ricordare anche “Viaggio in Valtiberina” e “Dal mare, dei tonni e degli uomini”, in cui il Maestro raffigura la tonnara del tonno (cioè la pesca o caccia del tonno) per opera dell’uomo. Tonnara che come dice dice Di Franco è antica quanto l’uomo, infatti, negli anni ’50 – racconta il pittore – nelle Isole Egadi sono state scoperte delle grotte in cui si trovano delle pitture rupestri che raffigurano la pesca del tonno dipinte sulla pietra. Di conseguenza, la storia della pesca del tonno parte della preistoria.
Per chiudere, paliamo di un grande artista e Maestro ma sopratutto di un uomo molto sensibile all’umanità. Una personalità che vuole donare la memoria per dare un futuro o una identità, perché, come mi insegna Di Franco, senza memoria non c’è futuro né presente. Si fa riferimento a quel contatto umano che si è perso, un tempo arricchito di immensi colori vivi d’affetti e umiltà. Aspetti che non ci sono più oggi, in questa contemporaneità dove ci isoliamo e dove pensiamo più al denaro che agli affetti. Per ritrovare umanità dobbiamo fare uscire l’arte che sta dentro ognuno di noi. Questo accade solo se ci incontriamo e stiamo insieme, solamente se ci uniamo, ci riempiamo di colori e calore umano, solo così possiamo trovare il benessere. Tutto questo racchiude l’opera di Enzo Di Franco, che ringrazio per la meravigliosa ed emozionante chiacchierata.
Giuseppe Sanfilippo