Ne “Il diario di una casalinga serba” si ascolta l’eco di fantasmi a noi vicini

Data:

 

Trieste, Teatro Miela – Cartellone ON/OFF, 1 febbraio 2018 

“Chi può voler distruggere un paese così bello?”

È la domanda che emerge di tanto in tanto nel corso di Diario di una casalinga serba, un’ora di monologo nato a partire dall’omonimo libro di Mirjana Bobic Mojsilovic, passato per una lettura scenica e poi drammatizzato per la regia di Fiona Sansone, con in scena Ksenija Martinovic, giovane attrice da tempo in Italia, convincente nel ruolo di una donna che visse la parabola della Jugoslavija di Tito prima, della guerra poi.

Appare come una persona tranquilla e senza pretese e  la sua analisi semplice ma non semplicistica, personale e familiare, trova il suo valore pregnante nel far prevalere il lato evocativo a quello retorico ed è arricchito da musica leggera del tempo con la quale i toni nostalgici e quasi naïve crescono legandosi armonicamente al resto.

I fatti che si svolsero in quei luoghi nel secolo ormai passato non sono semplici da comprendere per chi non ebbe la ventura di viverli ed è di grande aiuto averne la possibilità attraverso una testimonianza appassionante e sincera, partecipata con intelligenza e non ottusamente di parte.

La Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, quando non ci si opponeva al regime, era un luogo ideale, a metà strada fra il capitalismo occidentale e il comunismo sovietico, creato e sorretto con equilibrismo e abilità dal Maresciallo Tito il quale basò l’intera struttura federativa sulla politica di autogestione da parte dei lavoratori, vincente in un periodo di crescita economica generalizzata.

Udine, 15/11/2015 - Teatro San Giorgio - Diario di una casalinga serba - Progetto StartART - testo liberamente tratto dal romanzo Diario di una casalinga serba di Mirjana Bobic Mojsilovic - regia Fiona Sansone - interpreti Ksenija Martinovic - musiche Idoli - produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG per startART - si ringrazia Centrale Preneste Teatro/Ruotalibera Teatro - Foto Luca A. d'Agostino/Phocus Agency © 2015
Udine, 15/11/2015 – Teatro San Giorgio – Diario di una casalinga serba – Progetto StartART – testo liberamente tratto dal romanzo Diario di una casalinga serba di Mirjana Bobic Mojsilovic – regia Fiona Sansone – interpreti Ksenija Martinovic – musiche Idoli – produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG per startART – si ringrazia Centrale Preneste Teatro/Ruotalibera Teatro – Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency © 2015

Chi nacque negli anni Sessanta del Novecento come Angelka, la nostra narratrice, crebbe fin da piccolo nel mito che si può riassumere nello slogan: “Tito è nostro, noi siamo di Tito” e che ben chiarisce l’importante ruolo svolto dalla propaganda, presente sempre in ogni stato totalitario, anche se lì si realizzò in modo più morbido rispetto ad altri.

Molti elementi ne favorirono il successo: una realtà a misura d’uomo in primis e poi la posizione geografica, con il territorio affacciato sull’Adriatico, il mare “corto” che impediva il senso di isolamento e la presenza di Trieste al proprio limitare, porta verso l’Occidente ma anche culturalmente vicina, dotata di simile mescolanza di popoli, lingue etnie, religioni e alfabeti.

Il 1980 è l’anno della morte di Tito, perché nemmeno i dittatori illuminati sono eterni.

Un po’ alla volta  tutto si disgrega e Angelka ha vent’anni. La piccola pioniera di un tempo, privata di un’ideologia cui appartenere, si sente improvvisamente orfana e va alla ricerca di un sostituto. Lo trova in un nazionalismo serbo mai sopito e immediatamente riemerso, alla base del quale sta l’idea che ovunque ci siano serbi lì è Serbia.

Esplode la criminalità e dopo un decennio di crisi la Slovenia si dissocia per prima, poi è la volta della Croazia ed è la guerra.

Quando erano bambini lei e il fratello Sasha, sempre presente in questo breve ma intenso racconto nelle parole di Angelka, divenuta nel frattempo “serba per ripicca”, erano amici intimi di chi proveniva da famiglie zingare o bosniache, o miste, tutte integrate allo stesso modo. In una realtà  stravolta “i sogni di un tempo si sono trasformati in fantasmi” e si preferisce quindi aggredire chi viene percepito come diverso, un nemico da abbattere.

L’entusiasmo dei ricordi d’infanzia come un incantesimo si spezza, lasciando il vuoto incolmabile  provocato dalla desolazione dei lutti familiari e delle persone a loro vicine.

Le lucide parole di Angelka si fanno pesanti come pietre e ci mostrano quanto fragile e prezioso  sia ogni equilibrio collettivo, quanto sia necessario proteggerlo dalla nostra umana natura.

Ci danno però anche l’opportunità di riconoscere la pericolosità di ogni forma di propaganda, matrigna falsamente benevola, che in modo lucido e consapevole sa uccidere in noi qualsiasi ombra di senso critico. Alla sua morte il risveglio è immancabilmente doloroso, spesso tragico.

Paola Pini

Trieste, Teatro Miela
1 febbraio 2018
Cartellone ON/OFF
Diario di una casalinga serba
Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Mirjana Bobic Mojsilovic.
regia Fiona Sansone
con Ksenija Martinovic
musiche Idoli
produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG per startART

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