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“HAIRSPRAY”, un salto indietro agli anni ’60

Data:

Teatro Nuovo. Fino al 18 febbraio, ore 20.45 – Domenica ore 15.30

Ha debuttato a Milano, al Teatro Nuovo, il musical Hairspray, diretto da Claudio Insegno, ripreso dall’originale di Broadway.

Hairspray (ossia “Lacca”, dalle pettinature cotonate tanto di moda nel periodo di ambientazione del musical) narra la vicenda dell’adolescente Tracy (Mary La Targia) che, nella Baltimora razzista degli anni ’60, sogna come tante sue coetanee di sfondare in televisione nonostante sia fisicamente un po’ troppo abbondante. La storia è quella di sempre e ancora attuale: anche in presenza di ottime doti artistiche, una fisicità troppo prorompente la ostacola, unita al fatto che abbia delle amicizie di colore, impensabili all’epoca in cui alle persone di colore era riservato di comparire in TV un solo giorno al mese, in occasione del “Negro Day”. Ma… Come in tutte le favole che si rispettino, alla fine il bene vince per cui Tracy ottiene il successo personale, un passo in avanti verso l’integrazione ed anche l’amore.

Il musical ha storia recente, debutta negli Stati Uniti agli inizi del nuovo millennio, con le musiche di Marc Shaiman e Scott Wittman. Arriva però al grande pubblico solo nel 2007, grazie alla versione cinematografica, con un cast stellare: John Travolta (Edna, madre di Tracy), Zac Efron (Link, il bello della trasmissione più seguita del momento), Michelle Pfeiffer (Velma), Queen Latifah (Motormouth). L’ambientazione alla Grease, le canzoni in perfetto stile rock ‘n’ roll ed il personaggio di Edna, sempre en travesti (ossia interpretato da un uomo in abiti femminili) completano la formula vincente dello spettacolo.

La versione italiana, con la regia di Claudio Insegno, lo stesso di Jersey Boys, vede un cast di buon livello: moltissimi sono ex studenti della SMD – Scuola del Musical, fondata da Saverio Marconi: chi studia lì, molto facilmente trova lavoro in produzioni di musical italiane, perché gli insegnanti sono anche registi o attori/cantanti ancora in attività. Edna è Giampiero Ingrassia, che raccoglie l’eredità non facile di John Travolta e, nella versione di Massimo Romeo Piparo del 2008, di Stefano Masciarelli. Simpatico ma non travolgente, non sempre naturale in abiti femminili, regge comunque bene lo spettacolo. Al suo fianco Mary la Targia è Tracy, ottima voce e buona presenza scenica, molto a suo agio nel personaggio che, convinta delle sue doti e delle sue idee, non ha paura di puntare in alto sia a livello artistico che sentimentale. Riccardo Sinisi è il “bello e impossibile” Link, perfetto fisicamente e tecnicamente, che preferirà la taglia forte Tracy alla bella e magra Amber di Beatrice Baldaccini, passata da Cenerentola ad insopportabile snob. Ma il vero fenomeno dello spettacolo è Floriana Monici: la sua Velma Von Tussle, produttrice della trasmissione e madre di Amber, bionda, magra e razzista rivela ancora una volta cosa voglia dire essere una performer di musical: veterana nel genere, Rizzo in Grease per molte stagioni, recita, canta e danza, sa essere allo stesso tempo perfida ma simpaticissima, sicura nel ruolo, divertente e comica, vamp e spiritosa. La sua antagonista, Motormouth, interpretata da Helen Tesfazghi, del personaggio ha solo il fatto di essere bionda (tinta!) e nera: per niente in carne, per niente convincente, voce banale: un personaggio così forte e di presenza merita ben altro spessore di interprete, si veda Queen Latifah; lo stesso si può dire per il Seaweed di Elder Dias. Completano il cast il sempre convincente Gianluca Sticotti (Corny Collins, il presentatore della trasmissione), le brave Giulia Sol (Penny) e Claudia Campolongo (la madre di Penny); passano totalmente inosservati gli altri.

La regia di Claudio Insegno è assolutamente standard, niente di nuovo, ma funziona; non si può dire la stessa cosa delle coreografie di Valeriano Longoni. Uno spettacolo molto danzato come questo, con musiche meravigliose come questo, non può essere ridotto a quattro passi base ripetuti all’infinito, tenendo conto che il livello del corpo di ballo è anche molto buono: un vero peccato. L’orchestra è dal vivo, diretta dal M° Angelo Racz; le voci ottime, peccato invece per le pessime traduzioni in italiano che fanno perdere molto. E’ il cast all’altezza del ruolo e ben affiatato a salvare questo spettacolo.

Chiara Pedretti

 

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