Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali, 27 e 28 febbraio 2018
In uno squallido bar di periferia, con spina di birra funzionante usata senza parsimonia nel corso dello spettacolo, si ritrovano cinque personaggi dalle caratteristiche spiccate e sopra le righe, rispondenti quasi tutti a soprannomi. Interagiscono fra loro partecipando alle vite degli altri e condizionandole in vario modo.
L’azione sorprende subito iniziando con gesti veloci a imitazione di quel che si vede riavvolgendo la pellicola di un film a partire dalla sua conclusione: è un attimo, ma crea un’efficace aspettativa che nulla ruba alla sorpresa dello scioglimento finale.
I dialoghi sono pirotecnici e brillanti, perfetti i tempi comici: come già ampiamente dimostrato lo scorso anno con “Thanks for vaselina”, la Compagnia Orfeo sa far ridere con grande acutezza e intelligenza. Il linguaggio che usano, politicamente scorrettissimo, può disorientare e, forse in alcuni momenti anche disturbare, ma il loro essere senza remore verso qualsiasi argomento fa emergere l’ipocrisia dilagante e vuota di un mondo, quello attuale, che alcune volte si desidererebbe, prendendo a prestito le parole di Swarowski, “chiudere per due o tre generazioni per ritrovare poi un po’ di gioia”.
“Animali da bar” parla a noi e di noi; diverte perché in questi personaggi sconclusionati un po’ ci si può riconoscere. Sono anime ferite da un’esistenza crudele, che hanno imparato a nascondere le profonde ferite con una durezza disarmante, ma ancora capaci di dimostrare una tenerezza dotata di forza rara proprio perché emersa da un contesto in cui domina un cinismo esasperato, estremo muro costruito con fatica per proteggere le umane fragilità di ognuno.
I rapporti fra loro evolvono e si modificano facendo apparire in modo del tutto inaspettato meraviglia, poesia e speranza.
Il premio Hystrio, vinto dallo spettacolo nel 2016 è stato di sicuro ben meritato, a testimonianza di quanto la condivisione di passione, energia e intelligenza possano aumentare in maniera esponenziale l’effetto sul pubblico di un testo drammaturgico già di per sé ben congegnato.
Paola Pini