Corriere dello Spettacolo

“Un alt(r)o Everest”. Un piccolo gioiello brilla al Brancaccino

Roma, Teatro Brancaccino, dall’1 al 4 marzo 2018 nell’ambito di Spazio del Racconto – rassegna di drammaturgia contemporanea, III edizione

“Non è scontato…”, hanno ragione loro, i due attori sul palco, che già nell’incipit di Un alt(r)o Everest, al teatro Brancaccino dall’1 al 4 marzo (aimè, poche date), ti spiazzano, trascinandoti con loro in una storia mozzafiato. Non è scontato raccontare, non è scontato che ci sia gente disposta ad ascoltare. Non è scontato che il teatro sappia regalare tanta bellezza, tanti significati, tante emozioni in una sera sola. Il loro spettacolo riesce in tutto questo. Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi hanno dalla loro una drammaturgia tanto fluida quanto ricca di sottotesti, una capacità espressiva che utilizza tutto, soprattutto i corpi, il movimento, come non vedevo da tempo. Un tuffo nella claustrofobia, nell’angoscia di due vite in serio pericolo, un altro nei loro sentimenti, quelli di due amici appassionati di montagna con le loro storie, il loro vissuto, i loro sogni, la loro quotidianità. Sembra un sogno il racconto e invece è una storia vera, accaduta sul Monte Rainier nello Stato di Washington in America, nel 1992. Normalità e sogni, sfide e difficoltà, ostacoli improvvisi e insormontabili, che fanno paura. La vita insomma, che poi si svolga su una montagna, sul mare o in collina, poco cambia. I crepacci sono sempre in agguato, ogni giorno, e tutti possiamo caderci dentro. La pièce di Fabris e Bicocchi ha la grazia di una poesia e la forza di una valanga e nella sua drammaticità ha l’universalità del dolore e della resilienza, il buio della perdita e la luce della presenza, il nero del lutto e il candore delle vette. Mike e Jim, i due personaggi interpretati da questi due bravissimi attori, vi porteranno con loro in modo travolgente, sin dai primi minuti, vi commuoveranno e vi ricorderanno che, tutti noi “alpinisti dell’esistenza”, non siamo mai soli, che chi ci manca fisicamente continua ad essere presente in ogni nostro respiro. Anzi, come dicono loro stessi, “che possiamo sentire la mancanza solo di chi è presente”.

Straordinari i due protagonisti, bellissima la loro regia, come le musiche scelte da Sandra Zoccolan, particolarmente toccanti, il disegno luci di Alessandro Verrazzi, drammaturgia parallela, e i suoni suggestivi a cura di Silvia Laureti. Scena minimal ma multifunzione di Maria Spazzi, sorprendente. Un alt(r)o Everest è un bellissimo spettacolo paradigma. Di vita, ma anche di teatro, un gioiello da cui attingere per chiunque faccia questo lavoro. Da non perdere se amate il teatro, da non perdere anche se non lo amate. Probabile che iniziate a farlo.

Paolo Leone

Roma, Teatro Brancaccino, dall’1 al 4 marzo 2018 nell’ambito di Spazio del Racconto – rassegna di drammaturgia contemporanea, III edizione
Produzione ATIR Teatro Ringhiera in collaborazione con NEXT 2016 presenta:
Un alt(r)o Everest, di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi. Scene di Maria Spazzi; Light designer Alessandro Verrazzi; Sound designer Silvia Laureti; Scelte musicali Sandra Zoccolan; Assistenti alla scenografia Erika Giuliano e Marta Vianello.
Si ringrazia l’ufficio stampa del teatro, nelle persone di Silvia Signorelli e Monica Menna
Foto Serrani
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