“Rosalyn”. Doppia verità tra realtà e incubo psichiatrico

Data:

 

Al Teatro Sala Umberto di Roma, fino all’11 marzo 2018

Quello delle percosse, dei maltrattamenti e degli omicidi femminili sta diventando un caso sempre più frequente ed agli onori della cronaca con titoli a carattere di “scatola” per cui pure gli scrittori dei costumi sociali non possono fare altro che ispirarsi a questa tematica di pregnante attualità. La conferma viene dall’ultimo lavoro del drammaturgo Edoardo Erba che ne fa un poliziesco ricco di suspence e colpi di scena,dialoghi serrati ed esternazioni del proprio es e subconscio da parte dell’autrice, che deve fare i conti con la sua coscienza creativa, immaginazione ed amicizie, eventi del passato ambiguo ed oscuro. Questa è Esther O’Sullivan accusata dalla polizia di un omicidio avvenuto anni prima ed alla base del suo ultimo libro di successo. Ella, interpretata con grazia affabulatrice da Alessandra Faiella respinge la ricostruzione investigativa, affermando che un lustro prima aveva conosciuto a Toronto una donna delle pulizie ignorante di nome Rosalyn, innamorata di nascosto di un turpe e manesco operaio, in seguito vigilante che la sottoponeva a torture fisiche e psicologiche.L’incontro è stato fortuito per errore d’indirizzo, ma la romanziera aveva invitato la giovane a prendere coscienza di sé e difendersi, portandola poi a conoscere la città enclave della civiltà e cultura inglese in Canada.In realtà la ragazza leggeva e studiava di notte perché il lavoro giornaliero non le consentiva di pagarsi gli studi; tuttavia questa era solo una delle apparenze e dei dati più certi per il delitto maturato dopo qualche tempo. In verità nei noir,il risultato non è quasi mai quello più scontato e la poliziotta, incarnata con sensibile immedesimazione per più ruoli da M. Massironi,obietta che vi sono degli indizi come una penna che spostano i sospetti sulla stessa narratrice pluri-divorziata e con relazione con lo stesso Ben. Ma se questo fosse un incubo, un’immaginazione della scrittriceun suo senso di colpa proiettato nel testo tanto da essersi smascherata per una catarsi redentrice con l’espiazione finendo in un manicomio criminale? Chi delle due è la responsabile del delittoRosalyn o Estherche magari condividevano lo stesso amante e se Rosalyn fosse unicamente un’invenzione per stornare da sé i sospetti ed il moventeRosalyn potrebbe essere lo specchio, il doppio in negativo di Esther in uno studio beffardospietato e crudo del misfatto.Insomma siamo di fronte ad un gioco, ad una scommessa, con il fiuto, l’abilità poliziesca dello spettatore, a cui la regista Serena Sinigaglia lascia la soluzione del dramma, sperando che s’accantoni il desiderio di farsi giustizia da sé argomento chiave dello spettacolo in scena fino all’11 marzo.

Susanna Donatelli

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