Sul pianerottolo di un palazzo della periferia romana si deve eseguire uno sfratto: convergono all’appuntamento l’ufficiale giudiziario e il rappresentante di una banca milanese, nuova proprietaria dello stabile. La destinataria dello sfratto non sembra in casa, ma da dietro la porta si sente il pianto e la voce di un bambino piccolo. Sopraggiunge anche un giovane medico che deve presiedere allo sfratto per legge, come ausiliario. Sul pianerottolo, incuriositi, si aggiungono altri inquilini dello stabile, tutti prossimi destinatari degli sfratti programmati dalla nuova proprietà. La circostanza accende gli animi dei presenti, catalizzando l’ostilità verso il rappresentante della proprietà intervenuto a quella esecuzione. Uno scombinato professore di filosofia approfitta di quell’assembramento sul suo pianerottolo per sciorinare un’orazione sovversiva. La porta si aprirà, ma le sorprese non mancheranno. Una piccola vicenda moderna, tutta declinata al comico, per raccontare le asperità di questi tempi in cui non c’è più nessuna attenzione verso chi non riesce a evadere dai debiti e dal bisogno.
Ne “L’ultima esecuzione” il tema dell’arroganza del potere viene affrontato in tutte le sue componenti: il pretesto narrativo è lo sfratto di un appartamento occupato da una giovane madre che- nello sfinimento di un mutuo non più sostenibile- ha perso il passo dei suoi debiti e in definitiva della stessa realtà. Gli spalti affollati e tutto sommato ancora solidali del circostante non restano impassibili, ma approntano una empirica resistenza, insorgendo ognuno con i propri strumenti”.
Con, in ordine di apparizione: Vincenzo Marano, Aldo Minghelli, Annarita Mannozzi, Alessandro Bevilacqua, Elena Salvati, Valentino Pucciarelli, Alessandro Bonì. La regia è coadiuvata da Veronica Matrisciano (ass.regia, fotografia e grafica), Sonia Gallo (ass.scena), Riccardo Polimeni (scenografia) e Andrea Catalini (luci e audio).