Maki Ferrari. Musica nel sangue

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A 5 anni i suoi genitori la iscrissero a lezioni private di pianoforte e a 7 anni per la prima volta finì sul palco nella piazza del suo paese cantando “Il sole verrà”, celebre brano dello Zecchino d’oro. “Ero sempre in prima linea nelle recite scolastiche” racconta oggi Maria Chiara Ferrari, in arte “Maky” Ferrari, a cui naturalmente la musica è rimasta nel sangue. Era destino che finisse così, dato che il papà suona pianobar nelle balere ed è l’organista della parrocchia di Torchiarolo. “Perciò ho sempre respirato musica in casa – aggiunge – Mia madre mi raccontò che a 10 mesi cantavo e ballavo sculettando nel girello “Cane e gatto, cane e gatto…chi l’ha detto che non si può?” sempre dello Zecchino d’oro…”. Oggi, a 30 anni d’età e un lungo peregrinare fra Sud e Nord Italia, Maky Ferrari ha fatto della musica la sua vita ed il suo lavoro. Laureata in Canto Jazz e Discipline Musicali presso il Conservatorio di Lecce con la votazione di 110 e lode, alla musica ci è arrivata dopo un percorso che l’ha vista alternarsi come centralinista nei call center e come commessa in un negozio di calzature ed uno di abbigliamento. “Tutto questo, prima di capire che mi piaceva fare l’insegnante di musica”. Era destino che dovesse approdare qui ed ora eccola. Live e inediti sono il pane quotidiano di una ragazza che spopola sui social e non ha più intenzione di fermarsi.

Di esperienza ne hai accumulata tantissima.

Ho collaborato come esperto musicale esterno in varie scuole elementari e materne ed ho insegnato in diverse accademie private Salentine. Anche durante la mia esperienza al nord, ho insegnato in provincia di Bergamo presso le scuole elementari e materne ed attualmente sono docente in due scuole private del Veronese.

Tutto ciò senza mai tralasciare la musica Live, che consideri la tua benzina.

Ho iniziato facendo la gavetta nelle balere e nei matrimoni con mio padre e poi ho continuato per la mia strada creando una band tutta mia, i “Meglio Soul che male accompagnati”…che in seguito è diventata la Maky band con la quale porto in giro un po’ in tutta Italia la mia passione per il soul/funk. Ho un bellissimo rapporto anche con i musicisti di altre band locali con le quali spesso collaboro. Stevie Wonder, Giorgia, Aretha Franklin, Beyonce sono alcune delle voci che mi hanno ispirata e che tengo come esempio.

Cos’è per te la musica?

Definisco il mio rapporto con la musica prendendo in prestito dal poeta Catullo l’incipit “Odi et Amo”. E’ un rapporto conflittuale continuo, in cui a volte ha la meglio lei, a volte io. A volte mi chiede tanto, a volte sta li ad aspettarmi paziente.  A volte è un braccio di ferro,  a volte è un viaggio soprannaturale. Ho scelto di dedicare la mia vita a lei perchè lei mi fa stare bene anche quando la odio…come un amore malato…è una dipendenza. Anche con una sola nota mi permette di tirare fuori una marea di sensazioni e di pensieri, non so come sia possibile…è questione di vibrazioni e pancia.  Non credo a chi dice che la musica “da’ tanto e non pretende nulla”, specie in questo periodo storico musicale che gli artisti stanno vivendo di grande cambiamento, oserei chiamarlo più che altro regressione. Però la mia testardaggine mi spinge a lottare per ciò in cui credo. Nella vita tutto subisce periodi di up e periodi di down, bisogna avere tanta tanta pazienza, che io spesso non ho.

La musica ti ha dato anche importanti riconoscimenti.

Ho collaborato come corista con l’Orchestra Terra d’Otranto per le trasmissioni Rai Premio Barocco e Oscar Tv-Premio Regia televisiva in diretta dal Teatro Ariston di Sanremo; come vocalist con artisti del calibro di Giovanni Imparato, Après la classe, Roy Paci per diverse edizioni del Locomotive Jazz Festival. Ho registrato come corista per Al Bano Carrisi diversi suoi album tra cui il disco della rockstar della Grecia Giannis Ploutarxos che lo stesso ha realizzato con Al Bano. Ho collaborato come corista per Franco Simone, Jean Michel Byron (TOTO), Aida Cooper, Ricky Portera, Iskra Menarini, Nello Daniele ed Audio2.

Fino ad un traguardo straordinario.

In occasione del Premio Mia Martini 2009 ho ricevuto il premio speciale “Presenza Scenica” con il brano “La mia inquietudine”. Nello stesso anno ho partecipato come concorrente alla trasmissione televisiva I Raccomandati su Rai 1 condotta da Pupo, esibendomi con Aleandro Baldi e Francesca Alotta. Nel 2010 sono stata semifinalista al Festival di Castrocaro Terme. Ho aperto come solista le edizioni del 2013 e del 2014 della trasmissione Rai Premio Barocco supportata dal coro “Arca del blues”. Nel 2015 mi sono esibita come ospite per la manifestazione “Miss Progress International 2015”.

Lontana da palco e microfono che persona sei?

Sono molto molto testarda, tendo ad apparire molto sicura di me ma in realtà è una corazza che si è sviluppata con gli anni e le esperienze, mi metto continuamente in discussione, tendo a prefissarmi un nuovo obiettivo ogni qualvolta ne raggiungo uno e sono molto perfezionista. Porto a termine gli impegni presi a qualsiasi costo e pretendo lealtà e sincerità in tutti gli ambiti della mia vita, non so fare buon viso a cattivo gioco. Sono solare, socievole, rompiscatole e casinista. Estremamente ordinata oppure estremamente disordinata… per me esistono solo il bianco ed il nero. Sono l’anti-sport, adoro leggere e preferisco un bel pomeriggio in una Spa che una serata in discoteca.

Protagonista sul palco… e nel quotidiano?

Mi piace stare sempre al centro dell’ attenzione, da quando ero bambina e saltavo sul divano per attirare l‘attenzione dei parenti. Per fortuna questo aspetto del mio carattere mi aiuta sul palco. Sono un pagliaccio ed un maschiaccio, tanto che all’inizio della mia carriera live prediligevo pantaloni, bretelle, cravatte e cappelli; poi ho iniziato a fare pace con il mio riflesso nello specchio, trattativa ancora in corso. Durante il giorno uscirei in pigiama se potessi, scarpe da ginnastica, jeans, tuta, coda di cavallo e quasi niente make up; sul palco avviene la trasformazione alla Sailor Moon. Non mi è mai importato tanto delle mode, se una cosa mi piace la metto e basta: ho sempre usato pellicce, paillettes e capi animalier anche quando erano fuori moda. Sono molto eccentrica e per nulla sobria.

Che progetti hai in pentola?

Spero di finalizzare presto due inediti che bollono in pentola, uno Made in Sud e l’altro al Nord. Non ho ancora registrato il mio primo disco ma spero di poterlo fare presto; ho scritto in alcuni periodi della mia vita ma non ho mai avuto il coraggio di spogliarmi così tanto davanti al pubblico, credo sia una maturazione che avviene in tempi diversi in ciascun cantante. Tra dieci anni mi vedo sul palco, a tutti i costi, volente o nolente. Non fa per me la monotonia e per adesso neanche la vita familiare, mi sento ancora una ventenne.

Tu e i social: anche lì fai… rumore!

Ho un brutto rapporto con la tecnologia, ho vissuto la mia adolescenza sul finire degli anni novanta e sono rimasta ancora li. In borsa porto sempre la mia inseparabile agendina con annessa matita e gomma e sono piena di post-it. Sto imparando adesso ad utilizzare i social per lavoro, ma è per lo più un obbligo più che un piacere, anzi odio chi si costruisce una doppia vita virtuale nella maggior parte dei casi molto lontana dalla realtà e odio quelli che fanno i saccenti sull’argomento in auge oppure quelli che seguono la massa: io sono e resterò sempre una pecora nera.

Luca Fina

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