Roma, Teatro Piccolo Eliseo, dal 15 novembre al 2 dicembre 2018
Giovani attori, giovani autori, giovani registi approdano al Piccolo Eliseo, attento alla drammaturgia contemporanea internazionale. In scena dal 15 novembre al 2 dicembre Il giorno del mio compleanno, traduzione non letterale di So Here We Are, opera prima di Luke Norris. Una costruzione drammaturgica sorprendente, soprattutto nella prima parte, grazie ad un testo che fa dei dialoghi tra i quattro ragazzi della storia, alle prese con le proprie emozioni dopo il funerale di un loro caro amico e compagno della squadra di calcio a 5, un intreccio apparentemente senza senso ma talmente ritmato da divenire musicale. Una musica in cui gli snodi della storia drammatica vengono alla luce più per intuizione che per quel che si ascolta tanto che, paradossalmente, lo spettacolo ha una sua precisa connotazione, significato e comprensibilità già al termine della prima parte, con il lancio dei palloncini in onore dell’amico scomparso in un incidente d’auto. La seconda tranche, quella del lungo (a tratti sinceramente troppo) flash back in cui vengono scanditi i momenti e gli orari che precipitano verso la fine di quella giovane vita, svelando la verità, pur essendo esteticamente e registicamente ben costruita, non cattura come quel dialogo quasi surreale e anche divertente sul muraglione di cemento in riva al mare (bella e funzionale la scena di Tommaso Ferraresi) dei quattro ragazzi che attendono l’arrivo della ex fidanzata di Franky, la vittima. Intendiamoci, lo spettacolo è davvero molto interessante, gli attori bravissimi, credibili, e la regia moderna, rapida nei cambi scena e abile nella costruzione di un mondo immaginario attorno a parole che sembrano buttate quasi per caso, nel tentativo di esorcizzare il dolore e la paura, di parlare di qualsiasi cosa pur di non dover affrontare il vuoto che incombe sui ragazzi, quel “niente”, parola su cui si chiude emblematicamente il post-funerale.
Paolo Leone