Corriere dello Spettacolo

Beatrice Bonetti, una vetrinista e visual merchandiser nel mondo della fotografia

Come Le Ciliegie di Valentina Amoroso Catalogo 2018 Collezione Azdora

Una vetrinista e visual merchandiser pronta a tuffarsi nel mondo della fotografia non appena il tempo (e gli impegni) lo permettano. Una passione che l’ha portata ad essere scelta per ditte di abbigliamento e per i rispettivi cataloghi, oltre che fiere e sfilate. Insomma: oltre a collocare alla perfezione gli oggetti da esporre al pubblico in una vetrina super-modaiola, Beatrice Bonetti sa su quali armi puntare per non passare lei stessa inosservata. D’altronde, la fotografia è sempre stata una sua passione gelosamente custodita nel cassetto. “Sono sempre stata una persona creativa e anche gli studi erano legati a questa passione – racconta, lei che ha 33 anni e dopo un lungo peregrinare fra Italia e Slovenia è ora approdata stabilmente a Forlì – mi sono diplomata come orafa all’Istituto d’arte di Forlì. Avrei voluto disegnare gioielli, ma pagavo già l’affitto quindi ho scelto soluzioni che mi permettessero di avere uno stipendio fisso”. Se i casi della vita l’hanno messa davanti a tante sfide, lei non si è mai sottratta. “Ho iniziato a mandare le mie foto nelle agenzie da giovanissima, ma a quei tempi non si parlava ancora di modelle oversize. In più io avevo già i tatuaggi e le ragazze “carnose” dovevano dare un immagine di dolcezza: io avevo i capelli tinti di nero, la cresta e le collant strappate”. Insomma, non proprio l’inizio in discesa che tutte si sarebbero immaginate.

Ma tener duro fa parte del tuo dna.

Nonostante i “no” ho continuato a farmi fotografare dai fotografi e a fare sfilate nei locali o per i negozi; finché, partecipando ad una sfilata, ho conosciuto Alberto Cacciari e il suo team, ho lavorato per lui come modella e da lì ho realizzato diversi cataloghi e ho partecipato a diverse sfilate in Rai. Sempre in Rai ho partecipato a un concorso, sono arrivata tra le ultime quattro per poi essere scartata per i tatuaggi.

Metterti in gioco non ti spaventa.

Da adolescente non mi accettavo, mi vedevo troppo alta e troppo grassa, non partecipavo nemmeno agli sport di squadra perché mi sentivo inferiore e inadatta. Crescendo ho imparato che prima viene la testa poi il corpo, una donna affascinante e carismatica va molto oltre a una bella donna. Da piccola mi prendevano in giro perché ero grassa, sono stata molto male, poi però crescendo è uscita la mia persona e ho capito che ci vuole autoironia, mi piace essere al centro dell’attenzione, do importanza alla gestualità e allo sguardo tra le persone.

Com’è stata mettersi in gioco davanti alla macchina fotografica?

La prima volta davanti è stata davvero imbarazzante. Continuavo a dire “come mi metto? Ditemi in che posizione devo stare”, il tutto è durato dieci minuti poi mi sono sentita libera, è stato bellissimo ed ora mi sento completamente a mio agio! Quando lavoro entro nel mood, cerco di capire quale sia l’obbiettivo dell’azienda, cosa cerca da me e cosa vorrebbe che esprimessi… e io do il massimo. Sono tante ore, è stancante, ma mi diverto da morire. L’unico lato negativo è che vorrei le foto subito e invece si scatta per la stagione successiva e devo aspettare!

Il tuo elenco di collaborazioni si allunga a vista d’occhio.

Ho fatto fitting per La Perla, sfilate per Detto Fatto con Elisa Dospina, diversi cataloghi di abbigliamento, il più divertente e creativo per “Come Le Ciliegie” di Valentina Amoroso che è un eccentrica artigiana anarchica che partendo da una passione dal piccolo ha creato la sua azienda. Descriverla è davvero difficile in poche righe, direi assolutamente divertente e stravagante.

Cosa ti ha dato questa esperienza?

Questo lavoro mi ha dato modo di ispirare le ragazze che mi seguono ad apprezzare di più la loro persona: bisogna uscire un po’ dagli schemi perché ognuna di noi ha il suo lato forte, bisogna ironizzare ed essere solari e positive perché in questo modo le persone sono più propense ad avvicinarsi. Anche una semplice storia su Instagram, postata senza trucco e con abbigliamento a caso crea empatia con le persone; è bello essere persone comuni, divertenti, mangione e soprattutto… maldestre come ad esempio sono io. E’ irreale pubblicare solo situazioni in cui si è impeccabili, non è la vita comune. Le donne sono tante cose insieme, è il loro bello e c’è un giusto tempo per tutto.

Com’è stato lavorare nel mondo dello spettacolo?

Per me è stato elettrizzante: ho incontrato persone interessanti, persone alla mano e anche persone superficiali. Purtroppo come in tutte le cose, dove ci sono degli obbiettivi da raggiungere c’è chi lo fa con umiltà e chi no ma è così in tutti i settori.

Anche attraverso i social tu veicoli quotidianamente la tua immagine.

I social per me sono molto importanti, mi piace trasmettere messaggi positivi, odio quando apro i vari canali e trovo frasi contro qualcuno o critiche non costruttive o di pura invidia. Se devi mandare un messaggio che leggeranno milioni di persone, almeno che abbia un senso o che sia di aiuto o quantomeno che sia ironico. I social se usati bene sono informativi, per il mio lavoro da vetrinista sono pubblicità ma anche fonte di ispirazione, di idee e di svago.

Chi è Beatrice Bonetti lontana dal set?

Sono una persona molto testarda quindi se decido di fare qualcosa difficilmente cambio idea ed è una caratteristica molto utile sul lavoro e sui sogni, un po’ meno comoda nel rapporto di coppia!  Una cosa che mi piace molto di me è la mia creatività che mi fa iniziare mille progetti anche quelli più assurdi e irrealizzabili! Mi piace lavorare di fantasia. Ora sono una persona sicura.

Cosa hai imparato grazie a questa tua esperienza fotografica e televisiva?

Bisogna buttarsi nelle cose, essere delle spugne, assorbire ed imparare perché tutto è esperienza e tutto porta a qualcosa. Però bisogna trovare la propria strada e lanciarsi in ciò che ci appartiene, non siamo tutte modelle, cuoche o cantanti. Ognuna di noi ha una dote da sfruttare e se non si perde l’obbiettivo arrivano sempre cose belle perché il positivo porta solo positivo.

Come ti piace vestire?

Sono una ragazza a cui piace farsi notare, non mi piace ricadere nel volgare, ma osare si, mettermi cose che per altri sono too much mi piace tantissimo: cappotti extra large, pantaloni in vinile, cappelli, trucco stravagante, tutto quello che rispecchia la mia personalità e che spesso viene considerato non adatto a una taglia comoda. L’aspetto fisico non è fondamentale, ma la prima impressione sì.

Progetti in vista?

Il prossimo progetto è un catalogo con una ditta di abbigliamento di Rimini, Ghungroo dove i tessuti ricercati e la loro lavorazione sono davvero particolari e sopratutto vestono tutte le forme. Tra dieci anni chissà, ho fatto mille cose diverse, ho tante idee, di sicuro sarà qualcosa di creativo, spero di diventare una vetrinista famosa.

Luca Fina

CONTATTI
Instagram -> beatrice_bonetti_
Sito internet -> http://beatrice-bonetti.webnode.it
Exit mobile version