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La favola visionaria dell’Orlando furioso di Ariosto raccontata da Stefano Accorsi

Data:

Agropoli, Teatro E. De Filippo, 17 gennaio 2019

Si parla spesso, nel teatro contemporaneo, di drammaturgia di secondo grado, per il carattere ormai costante della riscrittura come rielaborazione di fonti letterarie. Il remake è di fatto un’operazione che domina gran parte della drammaturgia del Novecento, da Pirandello a Pasolini a Eduardo De Filippo fino ai contemporanei Dario Fo, Ugo Chiti, Vincenzo Pirrotta, Annibale Ruccello, Emma Dante, Ruggero Cappuccio ed Enzo Moscato. La riattualizzazione di avantesti e modelli come possono essere i poemi, le tragedie o i romanzi della letteratura greca, latina o italiana è una tendenza diffusa e collaudata nella drammaturgia novecentesca perché il recupero di celebri ed esemplari peripezie riesce a colmare ormai l’odierna assenza di riferimenti ideali, permettendo di attingere a un patrimonio creativo sempre suscettibile di nuove ipotesi ermeneutiche. Così ha fatto Marco Baliani, che ha riscritto il poema di Ariosto “l’Orlando Furioso” per un monologo interpretato da Stefano Accorsi, ma in passato interpretato da entrambi gli attori. Marco Baliani è qui in veste di autore e regista, ma è noto al grande pubblico soprattutto come atto-autore, “performer monologante” ed esponente del teatro di narrazione, un teatro ispirato e mosso da forti istanze etico-civili, nato negli anni Novanta e fondato sulla «poetica della testimonianza», lì dove la testimonianza della memoria perduta o di un evento storico viene filtrata attraverso il punto di vista e l’angolo prospettico del narratore, che assume in questo senso anche una precisa «funzione testimoniale». Baliani sceglie qui di dare corpo a un testo che si pone come un attraversamento del poema ariostesco con un dialogo – in bilico tra lirismo, elegia e spinte comiche – dove le voci di Orlando e Angelica, Ruggero e Bradamante, quelle dei paladini e dei saraceni diventano epifanie di suoni e corpi dove “si gioca” col rumore di fondo degli zoccoli dei cavalli, a rievocare le saghe dei paladini, con le rime ariostesche spesso accostate in un “mélange” di straordinaria fattura, dove si contaminano lingua letteraria e improvvise aperture comiche rivolte al pubblico, rime del poema con le gesta eroiche dei paladini con le armature e i cavalli con riferimenti comici ed erotici, che ricordano, per contrappunto tonale, quasi le rime di Cecco Angiolieri.

E’ una favola visionaria questo “Giocando con Orlando” liberamente ispirata al poema di Ariosto, dove prendono corpo le evocazioni simboliche e i segni dell’universo semantico di Ariosto, dove la fonte letteraria viene riplasmata e deformata, quasi come fosse un “pre-testo” per essere poi poeticamente riformulata in una nuova scrittura dissacrante, umoristica, ma colma di una fortissima dimensione etica.

In scena Accorsi riesce a incantare il pubblico con una bella prova attoriale, con una narrazione fluida, intensa e mai pesante, muovendosi in uno spazio quasi vuoto, con ripiani di legno semplici e poveri, a cui fanno da contrappunto, tra vuoti e pieni,  giganteschi cavalli stilizzati e saturi di colori iridescenti disposti sul fondo. Molto apprezzata la presentazione dello spettacolo del direttore del Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli, nel Cilento, che ha salutato in una sala gremita anche gli allievi dei Licei: “Con Stefano Accorsi e il suo bel racconto dell’Orlando Furioso, è degnamente ripresa la Stagione Teatrale al De Filippo di Agropoli. Che precisione, che dedizione, che cura dei particolari, che bravura! Una straordinaria prova d’attore per uno spettacolo bellissimo. Da direttore della stagione, sono veramente felice dell’alto gradimento degli spettacoli proposti e della crescente consapevolezza che il Teatro sia un bene necessario per la comunità.”

Carmela Lucia

Ballata in Ariostesche rime per un cavalier narrante
adattamento teatrale di Marco Baliani liberamente ispirato
all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
con Stefano Accorsi, Nina Savary
scene Bruno Buonincontri
costumi Alessandro Lai
disegno luci Luca Barbati
regia Marco Baliani

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