“Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, dal 22 al 27 gennaio 2019 al Teatro Bellini di Napoli

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Al Bellini arriva un grande classico del  Novecento, dal 22  gennaio è in scena “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello.  L’opera è incentrata su un tema molto caro a Pirandello: l’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare una propria interpretazione che può non coincidere con quella degli altri. Si genera così un relativismo delle forme, delle convenzioni e dell’esteriorità, un’impossibilità a conoscere la verità assoluta che è ben rappresentata dal personaggio Laudisi.

Filippo Dini dirige e interpreta un Pirandello (il suo primo) che guarda a Buñuel. In un claustrofobico interno borghese, il mistero della signora Frola e del signor Ponza, suo genero, assume i contorni surreali di un sogno.  I veri pazzi chi sono ? I pettegoli che stanno a guardare.  Non si riesce a capire durante lo spettacolo, chi effettivamente sia pazzo e chi sia sano di mente. Tanto che durante e a fine spettacolo, allo spettatore rimane un sentimento contorcente e di sgomento, che ti fa pensare:<< Ma sono pazzo anche io?>>, ed è questo il genio(uno dei tanti ovviamente) di Pirandello

Di seguito dell’acceso dibattito tra i personaggi di questo piccolo ambiente provincial-borghese infatti, la Verità è per ciascuno ‘come pare

Il signor Ponza, la sua misteriosa moglie e la suocera, signora Frola, sono i protagonisti della trama da poliziesco che Luigi Pirandello costruisce nel 1917 con “Così è (se vi pare)”. Un gioco di enigmi sul tema, caro al drammaturgo siciliano, della dimensione sempre tragicamente soggettiva della verità, non esclude una potente dimensione grottesca, fino a che punto, ti spingeresti per scoprire la verità?.

Il quarantacinquenne artista genovese  Filippo Dini scardina la tradizione del “pirandellismo”: il confronto tra i personaggi si consuma come un gioco al massacro, violento e crudele, in un claustrofobico interno borghese.

L’allestimento si muove in una dimensione onirica e surreale: non c’è realtà, non c’è verità, se non quella mutevole e soggettiva dell’inconscio, del sogno. Nel palleggio di attribuzione della pazzia su cui Pirandello fonda la sua commedia/thriller ,  Dini indica una strada alternativa: pazzi sono i borghesi del paese, gretti e pettegoli, che osservano e giudicano dal di fuori, simili agli spettatori di un grande show permanente.

Nota di rilievo oltre alla bravura degli attori va data anche alla bellezza dei costumi ma soprattutto della spettrale ed inquietante e molto alla Hitchcock scenografia, che in una casa cosi certamente aiuta a calarsi nella prossemica scenica. Nel labirinto domestico del consigliere Agazzi risulta complicato per i presenti carpire la  Verità e cosi gli attori cadono in una smania quasi diabolica di scoprirla . Come del resto è il mondo attuale. Infatti non sembrano esserci molte differenze , sebbene in questi 100 anni di storia, siano cambiate moltissime cose e  ci sono stati innumerevoli progressi e scoperte in ogni campo per l’uomo: dall’arte alla scienza eppure l’uomo sembra non evolversi mai e rimane sempre fermamente attaccato, per non dire ostinati, alle sue convinzioni che sono di base e stampo primordiale.

E’ sempre molto difficile avvicinarsi ad un genio della letteratura come Pirandello , per via del fatto che lo scrittore siciliano è attuale oggi e sarà attuale sempre, perché ha carpito perfettamente l’animo primordiale dell’uomo e perciò sicuramente le sue opere verranno sempre rilette e portate al teatro e al cinema.

Il vero ontologico rimane dunque segregato nell’opinabile e nella giustapposizione di molteplici spettri della soggettività del pensiero umano. La moglie di Ponza è colei che la si crede essere.

Marco Assante

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