Corriere dello Spettacolo

“La Ballata di Johnny e Gill” in scena al Rossetti di Trieste – un viaggio contemporaneo nell’eterna Babele

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Dal 5 al 10 febbraio 2019

In principio fu la parola; in seguito giunse Babele.

La parola crea, organizza, definisce; Babele confonde la realtà e le relazioni, distrugge.

Intorno al primo caos linguistico e alla vicenda mitica di Abramo, Sara e Lot, trasportato tutto in un’America quasi contemporanea, ruota l’intera “Ballata di Johnny e Gill” di Fausto Paravidino, intensa e divertente coproduzione dei Teatri Stabili di Trieste e Torino assieme a numerose istituzioni francesi.

Secondo questa non banale lettura, il padre delle tre grandi religioni monoteiste, che qui porta il nome di Johnny, era un sognatore. In questa sua capacità di accogliere su di sé la speranza di un altrove migliore, riesce a trovare la forza per operare lo strappo irreparabile che lo porta ad andar via da casa, dal luogo in cui è nato, assieme alla compagna Gill.

Ad essi si uniscono Lucky e una donna che presto partorirà.

C’è un prologo.

La prima forma che appare al pubblico, dopo un caos visivo e sonoro indistinto, è una lettera dell’alfabeto ebraico, (beit, termine che rimanda al concetto di “casa” riecheggiato nella forma, come spesso avviene nelle lingue arcaiche).

La sua struttura è chiusa dal lato di partenza e aperta verso la direzione in cui si procede perché, come l’arabo, anche l’ebraico si legge e si scrive da destra verso sinistra: la parete di sostegno che ci origina ha di fronte un’ampia apertura, dalla quale abbiamo la possibilità, se vogliamo, di andare nel mondo.

Segue la narrazione della vicenda in cui incappano Abramo, Isacco e un montone che passava lì per caso e che verrà sacrificato al posto del figlio già legato, un attimo prima dell’irreparabile.

Appare la torre di Babele, nella classica iconografia degli artisti olandesi, presenza implicita costante dell’intero spettacolo, traccia sotterranea espressa da un dialogo plurilingue in cui l’italiano, il francese e l’inglese si incontrano e scontrano, mescolandosi con un efficacissimo Grammelot a volte ancor più chiaro degli idiomi conosciuti. La lingua è espressione del popolo che la parla: l’incomprensione espressiva nasconde quella culturale.

Da tale premessa inizia il travolgente viaggio intrapreso dai protagonisti attraverso territori e paesi sconosciuti, deserti e mari, prima di approdare nella loro terra promessa, l’America, New York City.

Lungo l’accidentato cammino, tra musica, proiezioni ed effetti ottici, incontrano “balordi senza benedizione”, trafficanti di uomini, manigoldi di varia specie. Il faraone è un mafioso un po’ naïf: di lingua madre russa, parla un po’ francese e un po’ inglese, ma canta in italiano.

Dio, Colui al quale Abramo risponde con un disarmante “Eccomi!”, non è mai nominato, ma ogni tanto appare e parla loro, opportunamente travestito, per consigliare, rassicurare, annunciare.

La natura umana non cambia e, trasportate nel tempo e nello spazio, le vicende o i miti del passato ci possono essere da guida sicura, oggi come domani.

Babele è simbolo di un’unità perduta, di una pacificazione fra gli uomini ancora memori di un recente Diluvio Universale, distruttore di ogni cosa.

È archetipo di una impossibile unità d’intenti.

Riporta alla consapevolezza di quanto la vita sociale e i legami fra i popoli siano costruzioni fragili, da curare con attenzione e pazienza.

Niente, nelle relazioni umane, può essere dato per acquisito, solido, o semplicemente scontato.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Dal 5 al 10 febbraio 2019
La ballata di Johnny e Gill
Di Fausto Paravidino
Spettacolo in lingua italiana, inglese e francese (e altro), con sopratitoli
Regia di Fausto Paravidino
Ideazione di Iris Fusetti e Fausto Paravidino
Aiuto regia Maria Teresa Berardelli
Con Federico Brugnone, Iris Fusetti, Fatou Malsert, Daniele Natali, Tibor Ockenfels, Fausto Paravidino, Aleph Viola
Scene di Yves Bernard
Musiche di Enrico Melozzi
Coreografia di Giovanna Velardi
Luci di Pascal Noël
Produzione Le Liberté, Scène Nationale de Toulon / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / La Criée – Théâtre National de Marseille / Pôle Arts de la Scène / Les Théâtres de la Ville de Luxembourg / Châteauvallon Scène Nationale
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