Anni ’50. Il Natale è il periodo migliore perché la famiglia si riunisca. C’è aria di festa e tutti si sentono più buoni per via della festa si sa…quasi tutti almeno, perché questa volta qualcuno non si è comportato molto bene ed in una famiglia della provincia parigina c’è stato un omicidio. Sospettate otto donne, ognuna con un valido movente, ognuna con qualcosa da nascondere. Sembrerebbe la classica pièce teatrale dove le apparenze ingannano, i parenti si rivelano serpenti tuttavia c’è molto di più.
Emerge una buona dose di misoginia e l’uomo appare quanto mai fragile e vulnerabile, alla completa mercé degli intrighi orditi con l’inganno, arguzia e poco amore dalle calcolatrici, avide e per nulla romantiche donne, anzi femmine. Dal titolo in fondo si intuisce già qualcosa su quello che può essere la forza della storia.
La struttura drammaturgica della commedia thriller di Robert Thomas è un ingranaggio perfetto per sedurre lo spettatore contemporaneo ormai abituato alla nuova generazione di criminologia psicologica. Thomas offre inoltre quel valore aggiunto dei grandi scrittori di dosare con maestria la comicità noir d’oltralpe, di fare emergere sfacciatamente la lamina sarcastica e comica della vita contro la morte.
Un noir, comico e anche e forse per questo inquietante da un lato, ma dall’altro affascinante e dallo humor quasi inglese, siccome si gioca attorno a temi tanto delicati ma con grande stile, senza cadere nel trash e nel volgare.
Marco Assante