“Pomboo 2” è la seconda puntata di una saga sulla fiducia che nasce una decina di anni fa. Il significato della parola in swahili è delfino, animale a cui mi sono ispirata per sensibilità, senso di appartenenza ed intelligenza. Il primo pomboo viveva la fiducia in una forma più istintiva ed immediata, come un desiderio e quasi un bisogno. In “Pomboo 2” c’è l’ovvia maturazione da molteplici punti di vista, essendo arrivato con netta distanza dalla prima esperienza coreografica. Il tema resta la fiducia nell’altro (persona, vita, universo) ma come qualcosa di esistente che viene misurato nella comprensione di questo altro e nella possibilità sempre negoziabile di un incastro reciproco. Ecco la sintesi di una coreografia che va al di là di una semplice coreografia. Qui la firma di Martina Marianni di “Vivere il Balletto” di Padova, diretto da Cinzia prospero, ha scompaginato il mondo della danza sul palcoscenico del Teatro Concordia della kermesse “Città in Danza Pordenone” con un invito all’altro, di qualsiasi natura ed entità. Ed accanto a lei abbiamo scovato l’altra coreografia di grande impatto e successo “Madre” di Lorenzo Tonin, autore di “Sinedomo” di Vicenza che ha voluto portare in scena ed alla ribalta un racconto del il dolore di quelle donne che tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 hanno visto i loro figli emigrare in cerca di una condizione di vita migliore.
Circa il 70% di loro era di provenienza meridionale. Con “Madre” narriamo la forza di un addio, la disperazione di un “mai più”, ma anche l’incredibile potenza di un abbraccio materno. Fatti e parole, dunque, che accomunano i due coreografi nel mondo delle emozioni legati al palcoscenico di Pordenone che Ildegarda Calderan ha voluto raccogliere nella festa di “Città in Danza Pordenone”. Tuttavia la direzione artistica della manifestazione ha voluto chiudere mettendo in luce le virtù del proprio presidente di commissione Massimo Perugini che non ha lesinato energie per infondere a Pordenone il suo senso della danza, peraltro ampiamente condiviso dalle stesse Ildegarda Calderan e Cristina Venturuzzo: il senso di professionalità ha dato il via ad un aspetto molto importante, il dialogo e lo scambio. Il tutto avvenuto a sipario chiuso tra noi giurati e direttori di ensemble dove forse, per la prima volta, non ho ascoltato la domanda “perché non ho vinto?”. E’ pur sempre vero che non tutto può essere perfetto e non tutti possono essere soddisfatti ma noi siamo attivi per migliorarci. Quello che vorrei tenere sempre presente è che una competizione serve per migliorarsi e non solo per vincere, una competizione serve ad aprire un dialogo con l’ unico obiettivo di fare migliorare i giovani. Massimo Perugini ha voluto altresì omaggiare “Città in Danza Pordenone” con un “Bolero” danzato da quattro giovani danzatori del SCDP “Contemporary Dance Program” e del MAS di Milano, un momento creativo di grande emozione in vista della loro partecipazione ad un altro festival molto importante in Russia. Ad arricchire il parterre anche il maestro Ermanno Croce che non ha mancato di segnalare la qualità riscontrata: la nostra presenza all’evento “Città in Danza Pordenone” ha stimolato la nostra voglia di esserci anche il prossimo anno, di ospitare tra i tanti Colleghi che arriveranno dall’Europa e dalla Russia anche Ildegarda Calderan, in modo da farle conoscere il nostro mondo oltre confine, per migliorare ancora tutti insieme in favore del talento. Siamo convinti che questo evento diventerà un appuntamento fisso per i migliori ensemble italiani. Per quanto concerne i talenti in mostra diamo una sbirciata ai documenti ufficiali emersi dopo la due-giorni friulana della danza: per la sezione classica si sono messi in luce Noemi Micheli, Asia Braini, Francesca Tagliapietra ed Aurora Marino. Per le sezioni moderno e contemporaneo si sono invece imposti Ilaria Gaiotto, Anna Rinaldi, Maya Gorton, Noemi De Michelis, Sara Dainese, Giorgia Zanin, Giulia Fiorito, Sara Quagliara e Matteo Ferraresso. Nella composizione coreografica, forse il fiore all’occhiello di una manifestazione coreutica che si rispetti anche al di là delle Alpi, si sono imposti i titoli “Madre” di Lorenzo Tonin e “Pomboo2” di Martina Marianni che si è aggiudicata anche il premio della critica al valore. Giusto in tempo per tuffarsi su altri palcoscenici e poter dare nuovi lustri ad una città davvero in danza come ha voluto e saputo essere Pordenone.