Corriere dello Spettacolo

Progresso, in breve! Parte seconda

Il problema dirimente dei “gretini” è che il loro “grido” di protesta nasce e si propaga all’unisono con i poteri forti e con i “reggenti” politici di un’Europa negazionista di ragioni serie di protesta e rifiuto del liberismo spinto che non giova certo alla sanità dell’ambiente, e non propone niente di concreto e sostanziale per far fronte ai problemi che oggi sono così evidenti e cogenti. Poi, pensare alla salute dell’ambiente va benissimo, quando lo si facesse veramente proponendo serie alternative invece di essere i paggetti del sistema, ma dovrebbe andare in sinergia con la qualità della vita reale, il lavoro e temi sociali che non possono essere da esso disgiunti, pena l’offrire una visione quanto meno parziale e inefficace, propagandista e vacuamente scevra di ragioni assertive se non depistante.
Se Macron stringe la mano a Greta, o la bacia, Greta deve tener seriamente presente che il movimento di protesta in Francia, che ha ragioni più solide delle sue e individua davvero dei “nemici”, non solo dell’ambiente ma della qualità della vita in generale, è inascoltato da costui – lusso da Re Sole più che da politico senziente – e sempre da costui stigmatizzato secondo infelici uscite che lo associavano a una forma di teppaglia terrorista. In altre parole, il vero terrorismo non è quello delle giubbe gialle, ma quello della stupidità e della superficialità dilaganti, alimentati anche da media asserviti e funzionali al mantenimento dello status quo condito di spezie retoriche e pallidamente (fintamente?) progressiste.
Di non secondaria importanza è lo sdoganamento furbetto – da battage reclamistico a scarso tasso di contenuti ma suasivo e di una mirabile semplicità zen da spot pubblicitario, con cui c’è l’intento programmatico di far leva sui sentimenti (buoni) della gente comune – di un’adolescente sicuramente volenterosa e ben intenzionata ma strumentalizzata e scarsamente preparata, quando vi sono attivisti, basti citare quelli di Greenpeace, impegnati ogni giorno con i fatti e a loro rischio diretto – purtroppo senza la stessa macchina di risonanza mediatica in funzione loro – per la salvaguardia dell’ambiente; persone volenterose, serie e motivate, cui si infliggono costantemente pesanti sanzioni e interventi, legalmente avallati, non solo deterrenti ma pesantemente punitivi, quando vanno a ledere gli interessi mercuriali relativi a petrolio, deforestazione, emissione di smog da co2 e elettromagnetico (vogliamo parlare dei rischi del G5 che vengono omessi se non censurati dagli stessi mezzi d’informazione che celebrano all’unisono Greta e i suoi seguaci? Perché sarebbe auspicabile parlarne e dibatterne fuori dalla pubblicistica celebrativa di un progresso malinteso e a senso unico, come da quella definita “complottista”).
Chiudiamo auspicando un reale e serio confronto e non pubblicistica donchisciottesca genericamente pro o contro qualcosa. Giusta, per esempio, la posizione di Greenpeace sulle fonti energetiche fossili e la preoccupazione per l’inquinamento dei mari e l’immissione di co2 nell’ambiente; ma a proposito di CO2 sarebbe bene dare parimenti rilievo anche agli interventi, purtroppo scarsamente ascoltati in sede politico-decisionale, del Nobel Rubbia che a fronte di una spesa europea altissima per energie rinnovabili, proponeva e propone l’uso più ingente di gas naturali trattati in modo da poter eliminare completamente tali emissioni. Fantascienza? No, la voce inascoltata del buon senso e della vera competenza!
N.B. Rilevo con sdegno che l’intervento di Rubbia nel contesto di una seduta delle commissioni riunite “Ambiente e Territorio” di Camera e Senato del 2014 è stato travisato in pieno e strumentalizzato surrettiziamente in diverse sedi giornalistiche e non, e mi dissocio da questo ciarpame che anzi è la riprova di quanto dicevo sui mezzi di diffusione d’informazione e sulla logica ridotta all’osso dell’essere genericamente pro o contro qualcosa, sul modello del tifo calcistico per intenderci, senza proporre alcunché e senza aggiungere niente di serio a un sereno e aperto, onesto dibattito.
Riguardo al tema scottante del riscaldamento globale, troppo esteso e controverso per renderne ragione esaustivamente in questa sede, ci limitiamo a osservare come vi siano da far bei quattrini sia per il verso del sostenerne la tesi che per il verso cosiddetto “negazionista” – nel primo caso speculando sui finanziamenti stellari ad una ricerca scientifica che propone rimedi non sempre orientati a risultati funzionali e soddisfacenti, nel secondo caso semplicemente accettando i subornativi doni delle strapotenti lobby, soprattutto quelle petrolifere, che hanno interessi opposti – e finché non si uscirà da questa mera logica del profitto che unge anche le opinioni degli addetti al settore, difficilmente si vedranno progressi reali.

M. T.

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