Corriere dello Spettacolo

PATRUNI E SUTTA-peripezie della libertà e dell’illibertà

Alla Primavera dei Teatri, il 31 maggio 2019

 Luci in scena, entrano gli attori.

Sono quattro, due coppie di uomini e donne: e portano quattro scatole, sulle facce di ognuna due scritte avanti e dietro: PATRUNI e SUTTA.

No, non è il gioco di carte: però si, è un gioco.

Su un’isola (dopo una tempesta che ricorda quelle di Shakespeare) la regola è sovvertire le regole, perché chi è padrone diventa servo mentre chi è servo diventa padrone. Parte così il nuovo spettacolo di Carullo e Minasi, che prendono il testo base di Marivaux”L’isola Degli Schiavi”, e lo storcono, lo rigirano, lo enfatizzand, lo declinano delicatamente attraverso la loro sensibilità. Ed ecco la prima grande novità di questo PATRUNI E SUTTA interna alla loro produzione: una messa in scena da sempre (da DUE PASSI SONO, il loro testo giustamente più conosciuto, per alcuni il loro capolavoro) connotata da una delicatezza estrema, da un sentimento di dolcezza di fondo che pervade ogni loro movimento e parola, il tutto sempre perfettamente controllato dalla loro assoluta padronanza della scena e della parola, del gesto, della scrittura, mai inutilmente strabordante, sempre sicura e controllata pure se naturalistica. Tutto questo si ritrova agevolmente in PATRUNI E SUTTA, che ha però una differenza fondamentale: quel senso di rivalsa emotiva che affiora qua e là nei testi di Cristiana e Giuseppe si colora, nel lavoro presentato in anteprima a PRIMAVERA DEI TEATRI, di una forza prima sconosciuta, di un vigore nuovo, di nuove consapevolezze. Sbaglia chi vede nel testo una sterzata troppo brusca rispetto al loro percorso: perché Carullo e Minasi esplorano, studiano nuove strade e modalità, mescolano le carte. Ma alla fine ritrovano, seduti su due cubi, sempre se stessi.

PATRUNI E SUTTA è colmo di sottotesti, richiami, suggestioni, echi letterari e teatrali. A partire dal tema del doppio, che viene svuotato dal l’ambiguità di fondo per rivestire di significato la Vita e l’Arte. Il doppio in scena rappresentato dalle due coppie alternate e alternative, il doppio nella vita con il twist che investe finzione e realtà che si inseguono e si confondono. Essere altro al di fuori di te, sdoppiarsi, comprendere, accettare: una ruota infinita come una crescita, che si attraversa non senza dolore. E giù, fino a parlare del potere della parola, la forza del linguaggio, e come le parole possono cambiare profondamente la materia e la realtà. In fondo, patruni e sutta sono parole, sull’isola dove approdano i personaggi; parole intercambiabili che però modellano il senso delle persone, ne cambiano l’essenza del DNA. “Tuttu sta cumu unu li cunta, li cunti” : è importante come si dicono le cose, il modo in cui si raccontano i racconti. Perché le parole sono importanti (!), e lo sono ancora di più quando racchiudono una vita. Su tutto, poi, la grandezza d’attrice di Cristiana Minasi: senza nulla levare alla bravura degli altri attori in scena, che giocano anche loro a rincorrersi con le emozioni, è lei a tenere il ritmo dello spettacolo, è lei a mettere i paletti di senso, ed è sempre lei a ritagliarsi un monologo straordinario che fa da spartiacque tra una prima e una seconda parte, con una temperatura emotiva altissima, speciale, brillante. Che unisce quindi tutti i sottotesti riportandoli, sul finale, all’inversione di senso che ha dato il via alla storia: contemporaneamente, completando il percorso di presa di coscienza interno anche nel testo di Marivaux, utilizzandone lo svelamento agghiacciante per chiudere e racchiudere tutto, con l’aiuto di un panno a mó di Sipario che alla fine cade giù. E Con uno sguardo raggelato e doloroso sull’illusorietà dell’utopia.

Buio in sala.

GianLorenzo Franzì

PATRUNI E SUTTA-peripezie della libertà e dell’illibertà
Interpretazione e testi: Giuseppe Carullo, Cristiana Minasi, Gaspare Balsamo, Monia Alfierir
Regia: Carullo-Minasi
Scene e costumi: Cinzia Muscolino
Disegni luci: Roberto Zorn Bonaventura
Assistente alla regia e alla scrittura scenica: Elena Zeta
Produzione La Corte Ospitale, Carullo-Minasi
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