“I mestieri del videogioco”: tutte le opportunità lavorative offerte dall’industria videoludica

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Se siete tra coloro che ancora ritengono i videogiochi roba per ragazzini o, peggio, un discutibile passatempo per adulti mai cresciuti, e se pensate che i videogiochi siano una perdita di tempo e di denaro (visti i costi non indifferenti di console e software), beh, allora potreste cambiare idea leggendo I mestieri del videogioco – Le figure professionali di un mercato del lavoro in espansione (AIV – Accademia Italiana Videogiochi, 2019, Dino Audino Editore, 128 pp.).

A cura dell’Accademia Italiana Videogiochi – il primo istituto italiano di formazione specialistica, che dal 2004 propone corsi triennali di Programmazione, Grafica e Game Design – il manuale si rivolge non tanto ai semplici gamers, quanto a coloro che vorrebbero trasformare la propria passione per i videogiochi in un lavoro, presentando con chiarezza e semplicità le varie figure professionali che presiedono alle fasi del lungo e variegato percorso creativo, produttivo e promozionale che si cela dietro alla realizzazione di ogni videogioco.

Avvalendosi del contributo di veri e propri esperti del settore quali Diego Ricchiuti (fondatore e CEO di AIV) e Roberto De Ioris (programmatore e sistemista), il libro illustra i profili lavorativi legati al prodotto di quella che da molti è stata definita l’”Ottava Arte” con un’esposizione suddivisa in quattro parti che alludono al corpo umano (“Cuore”, “Cervello”, “Occhi” e “Gambe”), a sottolineare la natura organica dei videogiochi, che sono il frutto della cooperazione sinergica tra vari gruppi di lavoro specializzati. Si parte dai designer, per proseguire con programmatori, grafici e community manager (un’importante figura di raccordo tra le comunità dei giocatori e le aziende del settore), fino ad arrivare, inevitabilmente, all’ambito strategico del marketing.

L’ultima sezione del libro, curata da Stefano Silvestri (caporedattore di “Eurogamer.it” e storica firma di “The Games machine”), è dedicata al giornalismo videoludico, settore che, dopo la nascita e la consacrazione negli anni Ottanta e Novanta, con il progressivo tramonto delle riviste cartacee causato dall’avvento dell’editoria on line ha dovuto cambiare pelle e rinnovarsi; un mestiere, quello del redattore di videogiochi, difficile e in continua evoluzione, ma in grado di regalare grandi soddisfazioni personali ai pochi che riescono a superare la dura gavetta e diventare professionisti.

Il Videogioco è un medium, al pari di cinema, televisione e tutti gli altri mezzi di comunicazione di massa comunemente riconosciuti; il Videogioco – siamo in molti a sostenerlo – è un prodotto culturale e una forma d’arte a tutti gli effetti, un’arte che unisce estetica, contenuti e interattività. E se considerazioni di natura meramente artistica e tecnica non fossero sufficienti a demolire i pregiudizi che molti ancora nutrono nei confronti di questo mondo, forse parlando nei termini del linguaggio imperante della nostra epoca, cioè quello del “dio denaro”, potremmo essere più convincenti, e allora proviamo: nell’ambito del settore dell’intrattenimento, l’industria dei videogiochi fattura ormai quanto (se non più) quella del cinema, con un volume d’affari annuo che nel 2018 si è attestato intorno ai 135 miliardi di dollari (!). E vi sono ulteriori prospettive di crescita…

Per tutto ciò, diventa davvero difficile continuare a snobbare questa realtà nei termini di cui ho parlato in apertura, e un’opera come I mestieri del videogioco costituisce un’ ulteriore conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che i videogiochi hanno raggiunto una dimensione di piena maturità sotto tutti i punti di vista: culturale, artistico, economico e professionale. Riguardo quest’ultimo aspetto, in un’epoca in cui il lavoro è diventato una merce più rara dell’oro, un’industria dinamica e in continua espansione (anche nel nostro Paese, seppur in ritardo rispetto ad altre realtà) come quella videoludica costituisce quasi un’isola felice, offrendo opportunità lavorative semplicemente impensabili in molti altri settori delle attività umane.

Infine, per chi volesse approfondire l’argomento videogiochi, magari più in “ottica gamer”, sempre da Dino Audino Editore (https://www.audinoeditore.it) segnalo L’ABC dei videogiochi (2006) di Roberto Genovesi e l’ottimo Il videogioco – Storia, forme, linguaggi, generi di Lorenzo Mosna (2018), recensito sulla nostra testata poco più di un anno fa (https://www.corrieredellospettacolo.net/2018/05/02/12849/).

Francesco Vignaroli

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