La cura, intesa come portare a compimento le nostre potenzialità e aiutare l’altro a fare altrettanto, è un cammino dentro se stessi, ogni passo ci conduce verso la nostra essenza.
Non c’è differenza tra cura di sé o cura dell’altro, l’altro è sempre chi ci offre la possibilità di riconoscerci e prendere coscienza di ciò che ancora deve essere visto, accettato, amato. Di fronte all’altro ci specchiamo, prendendo coscienza di limiti e forze. La cura è universale, quando un problema si risolve, non è mai a beneficio del singolo ma dell’intera comunità, il senso di separazione è solo l’illusione di una mente piena di paura, che si rifugia in se stessa allontanandosi dall’energia del cuore e della Grande Madre. Il filo della vita ci unisce e il nostro benessere passa sempre attraverso il benessere di chi ci circonda. Il nostro compito è generare armonia, empatia, ognuno di noi è uno strumento dentro la grande orchestra della vita, se ci accordiamo nella medesima frequenza quello che creeremo sarà una polifonia.
La cura si svela attraverso piccoli gesti, respiri, sguardi o parole che si muovono nello spazio andando a toccare le ferite che hanno bisogno di essere guarite, nascono dal vuoto, dal senza tempo, ci attraversano e come un impulso si offrono, agendo come motore di trasformazione.
Il percorso di cura è un viaggio. La cura del tempo che c’è dato come dono dell’esistenza, la cura degli spazi che scegliamo di vivere e condividere, che custodiamo con amore e se necessario difendiamo con un senso di giustizia. La cura delle parole che offriamo sia in forma scritta sia attraverso la voce, la cura dei gesti che rivolgiamo ogni giorno a noi, che scambiamo con le persone che s’incontra, con le quali viviamo, lavoriamo e ci divertiamo. La cura dei pensieri che ingombrano la mente e rendono meno limpidi gli sguardi, delle emozioni che si susseguono e sono influenzate dai passaggi di vita quotidiana e da inevitabili imprevisti. La cura dello spirito, che percepiamo solo mettendoci in una postura di ascolto profondo, di preghiera di contemplazione e affiora attraverso uno stato di presenza consapevole.
La cura è allenamento, osservazione, presenza, è responsabilità. Non siamo noi a creare la nostra vita, tuttavia noi decidiamo di viverla, facendosi usare dall’Esistenza per compiere il cammino che abbiamo scelto, come anima, prima di incarnarci. La cura è quando continuiamo a scegliere di abbandonarci all’Esistenza, totalmente, incondizionatamente e soprattutto irragionevolmente, è proprio l’irragionevolezza che in certe situazioni ci consente di mollare il controllo, usufruendo così della magia della cura, che accetta e benedice ciò che non è spiegabile. La cura è accogliersi e altresì ricevere l’altro così com’è, nella sua essenza, senza nessuna attesa.
“Io” è solo l’identificazione a un’idea, è necessario tendere all’Essere, che sempre meno è separato dal tutto e vede l’intero come pura perfezione che si manifesta.
La cura siamo noi in un continuo gioco di riflessi, la comunità è l’espressione più potente della cura, ogni essere umano è unito all’altro e solo coltivando l’amorevolezza, l’empatia, la comprensione può far scorrere l’energia della cura che passa attraverso la zona del cuore.
Ogni istante di vita è un’occasione che ci riconduce alla vibrazione del cuore, all’amore verso se stessi e degli altri. Ogni giorno è buono per ringraziare e cadere nella fiducia che tutto è a misura della nostra forza. Ogni giorno è buono per accogliere l’altro come maestro di vita, da qualunque lato si guardi, ogni giorno è buono per ascoltarsi interamente passando dal respiro fino ad attraversare corpo, mente ed emozioni, è buono per accettare senza giudizio ciò che vediamo e sentiamo e perché no, viviamo attraverso l’altro. Ogni giorno è semplicemente un invito a vivere di più, facendosi carico di se stessi, delle proprie contraddizioni, dei momenti di totale confusione, dei passi indietro, delle cadute, delle lacrime, dei momenti di rabbia, paura, frustrazione, disorientamento, impotenza, affinché niente di tutto ciò diventi una ragione di vita, ma solo la possibilità di fare esperienza di piccole è meravigliose eternità.
Termino dicendo che anche ora mentre sto scrivendo mi sto prendendo cura di me, e di chi sceglierà di leggere queste parole. Magari per alcuni rimarranno solo parole, tuttavia per altri, saranno scintille di cura a risvegliare il fuoco del proprio potenziale, lo stesso che ci teletrasporterà al centro esatto della nostra essenza, che ci guiderà ad assolvere la nostra missione dentro questa vita.
Fiorinda Pedone