Mai come per questa raccolta vale la parola “visionaria”. La silloge “Ossa di luce” scritta da Stefan Mocanu e pubblicata quest’anno da Transeuropa nella collana Nuova Poetica 3.0 (già disponibile negli store online, ma che ufficialmente uscirà a febbraio) è composta da immagini forti e originali, che permettono di entrare all’interno della poetica dell’Autore, di certo sognante e immaginifica. Mocanu è rumeno e dopo esperienze giornalistiche e letterarie nel suo Paese, abita ormai da anni in Italia, ad Arezzo, dove ha ripreso a scrivere dopo un tempo piuttosto lungo di inattività. Sicuramente per lui è stato importante e di stimolo l’incontro con il poeta Massimo Triolo, che ha tradotto in italiano le liriche qui pubblicate: un insieme di lirismo ed esplosività stilistici e contenutistici, anche se il contenuto è posto in secondo piano rispetto alla fantasiosa potenza delle immagini, che danno luogo a un modo di fare poesia di stampo surrealista.
Da dentro me,
mi conduco sulle tue tracce.
Minuscoli fulmini
lambiscono elementi neutri.
Immaginario bolero
fa eco precario
su una ala di pietra.
Sotto l’ombra increspata
la spirale è magia
della somma di due unità.
Questa è “Bolero”, una delle liriche raccolte in queste cinquantatré pagine. Si tratta di poesie brevi e che proprio in questa brevità concentrano la loro potenza letteraria, fatta si sogni e rimandi intimi, per liriche delle quali a volte ci è difficile comprendere il reale significato, cosa che non ne pregiudica affatto la piacevolezza della lettura, in quanto ci lasciamo piacevolmente sommergere da questo visionario universo che rende più dolce e ricca la realtà circostante.
Stefano Duranti Poccetti