Al Teatro Brancaccio di Roma, fino all’8 dicembre 2019
Il Teatro di via Merulana si sta sempre più trasformando nel tempio dei Kolossal musicali e la gente accorre in gran numero,mamme coni bambini, mostrando di gradire molto l’operazione. Tale osservazione vale pure per il grande successo che sta riportando il lavoro estratto dalla raccolta esotica del mondo arabo, che fa seguito ai trionfi di “Rapunzel” e ”La regina di ghiaccio” il musical curato dal regista che con quelli citati è arrivato alla vetta della gloria nell’arte: Maurizio Colombi. Egli ha dato il meglio di sé nella realizzazione del grande mercato del bazar dove ALADINO vende le stoffe con la madre,sullo sfondo delle cupole delle moschee con una magistrale e fedele ricostruzione del mondo orientale,dove Aladino ed il suo amico ABDULLAH incontrano la principessa Aisha e l’ancella JASMINE innamorandosene perdutamente.Le scene sono firmate da A. CHITI, i fosforescenti costumi da F. GROSSI,mentre R. Pivano realizza le coreografie. JAFAR l’arresta e fa entrare ALADIN nella bocca del cobra per recuperare l’anello prezioso e la lampada di cui sono invidiabili geni lo statuario ed aerobico V. NOTO, mentre S.Friscia è più sarcastico e spumeggiante con il suo anello di brillanti.Per conoscere il sultano i due si fanno tartufescamente invitare a corte con false credenziali e da lì si innescano tutta una serie d’esilaranti situazioni accompagnate dalle musiche occidentali moderne, dalla musica pop-Rai di CHEBKHALED, da ”medley” internazionali e da nuovi brani di D. MAGNABOSCO, A. PROCACCI e P. BARILLARI. Non manca la repressione coercitiva del potere per la gelosia del visir JAFAR che rinchiude i due in cella,da dove la bontà d’animo del mago li libera ed i due possono far breccia nell’animo delle loro fiamme con serenate sotto il balcone come ROMEO e CYRANO nella letteratura EUROPEA.Aladino e Jasmine volano a mezz’aria sul tappeto fatato,mentre il sentimento è destinato a trionfare,c ome sempre,nelle commedie e nel musical.Naturalmente serve un intervento “ex macchina” dall’esterno per realizzare ciò e questo viene fornito da Skiphos,lo gnomo cui Jafar ha fatto tagliare la lingua per evitare che si vendichi del suo sfruttamento e delle malefatte del padrone.IL sultano,come in Plauto accontenterà il sogno d’amore delle due coppie, punendo l’oltracotanza di JAFAR con la giusta nemesi tragica,mentre il pubblico gusta le sequenze sceniche e si coinvolge nelle vicende psichiche dei personaggi dai molteplici caratteri,c ome JASMINE(Emanuela Rei)prima pudica e riottosa,poi vinta e decisa ad assaporare la gioiosa felicità.Leonardo Cecchi nei panni di Aladino rinnova i fasti di “alex e co”,una serie di grande consenso di “Disney Channel”. Lo spettacolo durerà fino all’8 dicembre in un fantasmagorico gioco di luci e con il ricordo cartaceo della lampada.
Alla Sala Umberto di Roma, fino al 27 ottobre 2019
Intanto sempre per l’impresa produttrice A. LONGOBARDI continua fino al 27 c. m. l’analisi sociale con un brillante monologo di G. SCIFONI sul rapporto fede-sesso, riprendendo il cavallo di battaglia con sold out della passata stagione in cui dall’uomo della clava si arriva al maschio moderno che viene istruito sessualmente a scuola ed in parrocchia da Don Mauro, che esterna l’infinita misericordia di DIO pure quando si dimentica il peccato e non c’è l’accusa esplicita. L’uomo vorrebbe tuttavia essere libero dalla rigida dottrina etica cattolica,che condanna i rapporti prematrimoniali e l’adulterio,per cui tutti sarebbero contenti se DIO non guardasse sotto le coperte ed il Papa la domenica a S. PIETRO augurasse buon pranzo e… coito. ANISSA BERTACCHINI si muove sul palcoscenico danzando stupendamente per l’apprezzamento delle sue superbe fattezze fisiche costituendo il simbolo della tentazione,che travolge castroficamente il protagonista che,come parecchi,desidererebbe conciliare il suo cattolicesimo,che condivide con la moglie ELISABETTA, con la sua vita libera senza principi.Interessante è lo scontro con l’islamico OMAR che,dopo l’osservanza del ramadan, può vivere più disinvoltamente seguendo le 5 regole del CORANO, criticando la figura del profeta minore Cristo morto in croce con una banda di straccioni ai suoi piedi sconfitto dal popolo. Giovanni fa un sondaggio sul pubblico su chi come cattolico non ha mai avuto dubbi e poi dalla pila dei libri sul palcoscenico trae affermazioni a suo favore, giungendo a dichiarare in ginocchio il suo amore alla donna prescelta come metà della propria esistenza, sua costola biblica, sollevandola dolcemente sulle braccia per combinare la fede con il santo piacere:una sarcastica provocazione sul potersi adattare su misura una dottrina religiosa od ideologia, che Vincenzo Incenzo firma con una regia psicologica tesa al coinvolgimento icastico.
Susanna Donatelli e Giancarlo Lungarini