A TU PER TU CON IVANA SPAGNA: PARLANDO DI “1954”, IL NUOVO ALBUM

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Un po’ di tempo fa, qui sul Corriere dello spettacolo, parlando della canzone italiana nella prospettiva di uno sguardo sull’estetica e filosofia dell’arte, ho parlato di Ivana Spagna. Un’artista con un suo stile interpretativo dolcissimo, delicato e di grande classe. Oggi ritorno a parlarvi di lei con grande emozione e gioia personale, perché in occasione dell’uscita del suo nuovo Album “1954” ci concede un po’ del suo tempo.
Questo nuovo lavoro è uscito il 25 aprile 2019 in tutti gli store digitali ed anche in distribuzione fisica (in cd e anche in vinile). Tra l’altro Ivana ha ricevuto un’emozionante sorpresa da parte del coro pop “Filling the music”, infatti, durante la presentazione del disco al Sound Faktory di Milano, il coro – primo in lingua italiana formato da bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni che interpreta cover in tempo reale dei più grandi successi del momento (Gabbani a Baby K, dai Clean Bandit ai Modà, da Vasco a Ligabue) è entrato a sorpresa in sala, accompagnato dalla direttrice artistica Tamara Brenni, cantando il pluripremiato brano “Il Cerchio della vita” e facendo commuovere Ivana Spagna. Tuttavia, il nuovo disco dell’artista “1954”, titolo dedicato all’anno di nascita della stessa, è stato prodotto da Tuned Turtle Management Srl, ed arriva a distanza di 10 anni dall’ultimo disco di inediti, composto da dieci canzoni: il primo brano è “Nessuno è come te” (singolo attualmente in rotazione radiofonica accompagnato da un bellissimo video, girato dal giovane regista romano Michele Vitiello, dedicato agli amori impossibili che appaiono all’improvviso: non hanno lunga vita, ma ti segnano per sempre. Con “Mi manchi tu”, Ivana ha voluto parlare dei fatti straordinari ed inspiegabili che le succedono: “come la comunicazione con i miei cari, che da tanto tempo vivono in un’altra dimensione – spiega -. L’ho poi completato con una storia d’amore realmente vissuta”. “Prigioniera nel tuo nido” è una bella canzone che l’artista ha scelto e “che mi è stata, poi, affidata da un grande compositore, arrangiatore e bellissima persona, il grande Luca Chiaravalli”. Sul brano “Se io se lei” Ivana racconta: “amo questa canzone da sempre. L’ho voluta inserire nell’album perché cantarla mi emoziona tantissimo. Per rispettare la perfetta musicalità del testo, l’ho trasformata in una storia d’amore tra due donne. Un grazie al grande Biagio Antonacci, che adoro”. “Essenza e anima” è una canzone che ha fatto innamorare Ivana e che le ha fatto rivivere il mondo dello spiritual. Con “Nonostante tutto”, invece, si immerge in un mondo nuovo, dove l’artista si è trovata “a casa”. Nel brano “Nel tempo” è presente un’altra nuova collaborazione, per questo album, con l’autore e produttore Davide Ippolito “che mi ha spinta a fare questo esperimento con sonorità diverse dalle mie”. “Amici per amore” è una canzone che è stata proposta da due grandi artisti, gli Audio 2, “con i quali è stato bellissimo collaborare perché sono anche due gran belle persone”. Gli ultimi due brani dell’album sono “Chissà se mai” in cui viene raccontato come il vero amore debba essere fatto di rispetto e non di invadenza, anche se questo può portare a soffrire in silenzio, e “Cartagena” con cui Ivana, in collaborazione con Jay Santos, è voluta entrare nel mondo del reggaeton “per respirare un po’ di allegria”. Ma facciamo raccontare da stessa Ivana il suo nuovo lavoro. La stessa Ivana che ha espresso la sua gioia ed emozioni di questo nuovo lavoro ma sopratutto l’entusiasmo – tipico di una grande artista, nel far ascoltare le sue canzoni.

Ciao Ivana, è una grande emozione e gioia per me intervistarti e quindi ti ringrazio tantissimo per avermi concesso il tuo tempo. Personalmente sono legato a Ivana Spagna artista. Ero piccolo, quando ho acceso per la prima volta la radio, lì dove passava “Easy lady”. Sei così divenuta per me una delle mie artiste preferite. In ogni modo, ritorni con un nuovo album, composto di inediti. Ci racconti di questo nuovo lavoro?

È un album che arriva dopo tanto tempo di riflessione, in cui non mi sono mai fermata. Ho sempre cantato. Tutti gli anni faccio sempre tournée, serate. Avevo voglia di fare quest’album. Ed è bello, quando ti metti in studio e inizi a preparare un album. Ho vissuto questo momento col grande entusiasmo di sempre, come nel passato. Ogni volta che entro in studio per preparare un nuovo album c’è sempre un grande entusiasmo, lo stesso di quando ho iniziato a cantare. Lo volevo fare da tempo. Solo che, poiché ho deciso di autoprodurmi, non è stato facile. Lo volevo fare, ma autoprodursi significa vivere delle difficoltà nella diffusione, nel far arrivare il disco alla gente. È questa è la cosa più importante, la cosa più bella è il confronto con la gente. Il far conoscere e condividere i tuoi pezzi. Riuscire a farli arrivare è una cosa bella. Con un’autoproduzione però non è facile. Un giorno, davanti al pianoforte, mentre stavo componendo – ogni tanto a casa mia mi metto a comporre – è uscito un qualcosa che mi ha emozionata, che poi è diventato “Nessun è come te”. È lì che ho deciso di fare l’album e di auto-produrmi. Ho chiamato mio fratello Theo per una mano per gli arrangiamenti dei nuovi brani.

Dalle tue parole, si sente l’entusiasmo, la grande gioia ed emozione di Ivana che vuole far ascoltare le sue nuove creature. Tra l’altro ho ascoltato un po’ questo nuovo lavoro e ti dico che sono delle belle canzoni. Ho visto che, ci sono stati già degli eventi e in cui lo hai presentato. Come proseguirai adesso, farai una tournée?

Grazie, per le “belle canzoni”. Questa è una delle cose più emozionanti, sapere cosa pensate. No. Non farò subito una tournée, perchè ho finito di farla dieci giorni fa a Reggio Calabria. Continuerò a presentare il disco, a fare serate. Il tour lo voglio fare verso aprile o maggio, anche perché io non sono dell’idea di fare una tournée per promuovere l’album. Mi sembrerebbe violentare le canzoni. Quando si fa un concerto è un bellissimo momento di aggregazione, in cui la gente che viene, vuole divertirsi, cantare le canzoni che conosce già. Metterne nuove mi sembra violentare la gente. Quindi è meglio aspettare che le assimilano, che le conoscano prima, per poi cantarle e divertirsi insieme. Non ho mai fatto dei concerti inserendo più canzoni nuove, piuttosto mettevo due canzoni nuove, accompagnate da quelle conosciute, perché per me è importante quel momento in cui ci si trova a fare una serata insieme di festa. Ma se non conosci i brani non è un grande divertimento.

Sei autrice dei tuoi brani, ma hai scritto anche dei testi, ricordiamo “Sarà capitato anche a te”, “Quasi una confessione”, “Briciola. Storia di un abbandono”. Qual è il tuo rapporto con la scrittura?

È bellissimo! Per me la scrittura è come la musica, è legata alla musica – a parte il fatto di scrivere un libro. E ogni volta che scrivi viene fuori sempre una parte di te stessa, quando scrivi una canzone viene da dentro, lo tiri fuori in musica. È uguale come quando scrivi un libro. Un modo per esternare proprio quello che siamo dentro. La scrittura è importantissima, in questi due anni al posto di fare un album ho scritto due libri ed è bellissimo, mi dà la gioia che di una canzone. Poi certo cantare è un’altra dimensione, perché con la voce riesco a dire quello che sento ed è il massimo e mi sembra di entrare in un’altra dimensione. Però anche lo scrivere è una cosa bella.

Ti faccio un’ultima domanda che non avevo previsto, mi viene in mente adesso. Hai partecipato per tantissime volte al Festivalbar, ricordiamo il grande Vittorio Salvetti, lo stesso che ti definiva la regina del Festivalbar. Che tipo di rapporto avevi col festival?

Vittorio era un grande. Il mio rapporto con il Festivalbar è stato bellissimo. Arrivato nel momento in cui, dopo tanti anni di gavetta, assaporavo qualcosa di mio, totalmente mio che aveva un risultato spettacolare. Erano anni in cui ero proprio spensierata, non avevo provato e vissuto le botte della vita. Me lo ricordo come un momento di euforia e spensierato insieme, che è stato l’ultimo periodo della mia vita così. Quindi me lo ricordo così il Festivalbar e anche perché ho potuto dedicare la vittoria a mio padre e a mia madre. Mi ricordo Salvetti che mi domandò: “A chi vuoi dedicare questa vittoria?”, ho detto: “a mio padre e a mia madre che sono lì seduti… e al primo pianoforte in noleggio che mi hanno preso”. Ho fatto in tempo a fare questa dedica perché dopo quattro mesi mio padre è venuto a mancare. È un ricordo bello e tenero. È poi era una manifestazione di aggregazione, c’era la festa quando c’era il Festivalbar. La festa vera, qualche cosa che forse manca adesso.

Sì, condivido il tuo pensiero. Il Festivalbar manca molto. Non ti faccio altre domande. Ti ringrazio di vero cuore per avermi concesso questo tempo. Ci salutiamo ricordando che per ogni singolo album venduto sarà donato 1 euro ai “City Angels”, Associazione Onlus di volontari che assistono cittadini in difficoltà e chiunque necessiti di bisogno, fondata nel 1994 da Mario Furlan.

Giuseppe Sanfilippo

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