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Ritorna a Trieste “La Tempesta” di William Shakespeare: sogno quieto senza tempo al tramonto della vita

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali, dall’11 al 14 dicembre 2019

“Nemmeno un capello si è perduto”.

Prospero (Renato Carpentieri in una notevole prova d’attore), rassicura così la figlia Miranda (Giulia Andò), mentre la giovane osserva atterrita il naufragio della nave su cui veleggia il re di Napoli, Alonzo (Francesco Villano) con la sua corte: il fratello Sebastiano, il figlio Ferdinando (Paolo Briguglia) assieme ad Antonio (Paride Benassai) che di Prospero, suo fratello e Duca di Milano aveva usurpato il potere e al fedele consigliere Gonzalo (Gianni Salvo, interprete anche di Iris, uno degli spiritelli).

“Nessun capello si è strappato”.

Ariel (uno splendido Filippo Luna) fedele spirito dell’aria, conferma a Prospero, suo padrone, di aver eseguito con precisione chirurgica gli ordini ricevuti.

“La tempesta” di William Shakespeare, in scena in questi giorni a Trieste, è la storia di una vendetta senza morti né feriti, pacata ricomposizione di un caos creato dalla sete di dominio di alcuni, fonte di sofferenza nella vita di altri.

Al tempo in cui fu scritta, lo studio univa ancora la filosofia con la tecnica, le arti con la scienza e tutte assieme permettevano, se usate con rispetto e attraverso un’adeguata armonia interiore, di raggiungere il controllo sugli elementi naturali.

Prospero è qui un mago potente e saggio; Ariel si rivolge a lui chiamandolo “gran maestro” e la complessa scenografia di Gianni Carluccio ne tiene conto: a far da sipario, arretrato rispetto a quello del teatro lasciato aperto, un’enorme vela e sul proscenio così ampliato, oltre ai libri presenti del resto in ogni dove, sono disposti con cura un liuto, un compasso, un teschio e una candela; molto è sospeso o lo diviene. Tanta è l’acqua, elemento che assieme all’aria accoglie i personaggi: si trova a terra e scende dall’alto come pioggia. Il resto riflette un’ambientazione chiusa, richiama alla memoria un’istituzione totale come ad esempio un ospedale e a tale luogo ben si adattano alcuni dei costumi di Daniela Cernigliaro, mentre altri sono funzionali nel suggerire con appropriatezza altre atmosfere.

Prospero è un demiurgo pacato che non approfitta dell’enorme potere appreso; sceglie lo sposo per Miranda, che di lui si innamora: è Ferdinando (Paolo Briguglia), figlio di Alonzo suo avversario. La rivalsa nei confronti di chi lo ha tradito è lieve, buona, finalizzata a riportare ogni cosa a un ordine naturale riconosciuto in fondo da tutti; provoca angosce temporanee, del tutto superate alla fine, guarite dal sollievo per lo scioglimento generale.

Un’unica creatura gli si ribella, Calibano (Vincenzo Pirrotta, bravissimo), primo abitante dell’isola, selvaggio e riottoso: rifiuta il dominio, ma ne ha pure bisogno, al punto di allearsi con i due marinai sempliciotti e divertenti, Stefano (Francesco Villano) e Trinculo ( Paride Benassai), per avere la meglio sull’uomo che ha usurpato il suo, di regno.

Nella regia di Roberto Andò l’elemento del sogno appare e scompare più volte, sfumando così i giochi di potere, e la traduzione di Nadia Fusini evidenzia i diversi piani, grazie anche all’uso dei dialetti – napoletano e siciliano – con cui si esprimono i due marinai.

Tra tutti, l’unico ad esprimersi senza alcun accento è proprio Calibano, rendendo così il personaggio ancora più alieno rispetto a tutti.

Ognuno influenza gli altri e alla fine, tutti usciranno in qualche modo trasformati, arricchiti, rasserenati. Si ritroveranno rinnovati dopo aver vagato in un labirinto benefico, al centro del quale non troveranno spaventosi Minotauri, ma una pace finalmente raggiunta, necessaria per affrontare l’ultimo tratto di strada prima del sonno eterno.

La potenza evocativa della parola di Shakespeare appare qui in tutta la sua grandezza e la conclusione, grazie alla  voce e alla presenza scenica di Renato Carpentieri, si staglia magnifica in tutta la sua semplicità donando una solennità ieratica e meravigliosa al mestiere dell’Attore.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
dall’11 al 14 dicembre 2019
La Tempesta
di William Shakespeare
traduzione Nadia Fusini
adattamento Roberto Andò e Nadia Fusini
regia Roberto Andò
con (in ordine di apparizione) Renato Carpentieri (Prospero), Giulia Andò (Miranda), Filippo Luna (Ariel), Vincenzo Pirrotta (Calibano), Paolo Briguglia (Ferdinando), Gianni Salvo (Gonzalo, Iris), Paride Benassai (Trinculo, Antonio), Francesco Villano (Stefano, Alonzo)
scena Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
musiche originali Franco Piersanti
flautista Roberto Fabbriciani
light designer Angelo Linzalata
suono Hubert Westkemper
produzione Teatro Biondo Palermo

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