Il Premio FERSEN alla drammaturgia e alla regia italiana contemporanea, XV ed. Chiostro del Piccolo Teatro di Milano, 12 dicembre 2019. I temi, le metafore e le suggestioni del nostro teatro vivente

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Nel Chiostro ‘Nina Vinchi’ del Piccolo Teatro di Milano si è svolta il 12 dicembre la Cerimonia di Premiazione della XV edizione di ‘Il Premio Fersen alla Drammaturgia e alla Regia contemporanea italiana. Ho aperto la serata ringraziando il Comune di Milano e Andrea Barbato, Responsabile degli eventi speciali del Piccolo Teatro, e ricordando brevemente i due obietti che, dalla sua nascita nel 2003, persegue il Premio: rendere omaggio ad Alessandro Fersen e al contempo offrire un panorama certo parziale ma significativo sullo stato dell’arte della nostra drammaturgia di qualità nella sua varietà di temi, metafore e suggestioni trattati. Ho poi dato il benvenuto agli ospiti e in particolare a Iaia Forte, oggi fra le massime e più sensibili interpreti del nostro teatro e del cinema, che fra poco avremo il piacere di ascoltare nella lettura di un brano tratto dalla pièce di Paolo Bensi “Murmur muri”. Sono quindi intervenuti gli altri ospiti: Pasquale Pesce, Direttore della Fondazione Fersen, che ci ha parlato di un Alessandro Fersen filosofo e dell’attività della Fondazione nata a Roma nel 2004. Segue Fabio Galadini, Direttore Artistico del Fringe festival di Roma, che ha illustrato la nuova formula dello storico festival a cui, quest’anno, parteciperà anche uno degli spettacoli premiati. Conclude l’introduzione Anna Ceravolo che, da membro della giuria e anche da responsabile, con la sorella Carla, del Teatro di Documenti di Roma, sottolinea come la crescente offerta di testi e spettacoli di autori viventi italiani non corrisponda, purtroppo, ad un altrettanto crescente interesse del pubblico più orientato a preferire i soliti nomi noti. Ho quindi presentato i protagonisti dell’incontro: gli autori e i registi premiati che ci hanno illustrato la genesi delle loro opere. Inizia Aldo Cirri con “L’amore è un gioco in cui si perde” copione che tratta l’eterno tema dell’immedesimazione fra Attore e Personaggio. In questo caso il Personaggio da inscenare è la tormentata cantante Amy Whinehouse. L’attrice e autrice Donatella Busini, coadiuvata dallo stesso autore, ne ha letto un brano. Segue Fabio Pisano con la pièce “Una storia di impossibilità” in cui affronta l’attualissimo, cruciale tema della fecondazione eterologa intesa come soluzione, supposta semplice, al dramma all’infertilità. Ne ha letto un brano l’ attore Fabrizio Martorelli. Sale ora sul palco Paolo Bensi, autore super premiato, che con “Murmur muri” ha inteso rappresentare il dramma dei ‘muri’ reali o interiori che da sempre il genere umano continua ad erigere dentro o fuori di sé, a dispetto delle inevitabili, prevedibili tragiche conseguenze. Iaia Forte, come preannunciato, con Ciro Masella ne hanno letto un brano. A seguire l’autrice Giulia Morelli, con il suo ironico “Un porto sicuro” ci offre uno spaccato sul cinismo della nostra società del benessere, oggi diffuso in tutte le classi sociali. Ne legge un brano l’attrice Annagaia Marchioro.
A questo punto della serata sale sul palco l’attore e drammaturgo Fabrizio Caleffi che compie una digressione ricordando l’esperienza vissuta in quel 12 dicembre di cinquant’anni fa quando, trovandosi nei pressi della Banca, udì lo scoppio sinistro della bomba. Successivamente lo stesso Caleffi, come membro della giuria, invita sul palco Donatella Busini che, con la pièce “L’inizio” tocca il tema della ricerca di un”identità personale quando la stessa deve destreggiarsi fra opposte verità; la stessa autrice ne legge un brano accompagnata da Aldo Cirri. A seguire il giovanissimo Mariyan Dimiccoli presenta “Il Vangelo del dubbio” un serrato, paradossale dialogo fra due ex-amanti, Cristian e Velisar, che si confrontano sul progetto del reciproco omicidio/suicidio e delle sue implicazioni religiose. Laura Laterza invece presenta e legge un brano di ‘La storia di Drina’, valido esempio di teatro di narrazione, in cui la protagonista, Drina Bavestrello, oggi adulta, racconta il dramma del golpe cileno del 1973 vissuto a soli quattordici anni. Il tema della dipendenza, in questo caso la ludopatia, è invece al centro della pièce “Non gioco più” di Maila Nosiglia che ne legge un brano. L’autrice racconta con emozione di averne constatato la gravità, a volte poco percepita, in quanto portò alla morte un suo stretto famigliare. Tutt’altro registro adotta invece Marco Schiavon con il monologo ‘Rifiuti’, una prova d’attore impegnativa per un testo surreale che alterna vari stili recitativi e allude all’attuale super produzione di ‘rifiuti’, persino umani. Concludiamo la serata presentando il trailer del brillante spettacolo ‘Sole Donne’, scritto e diretto da Fabrizio Ansaldo che mette in scena sei personaggi femminili monologanti, interpretati con grande verve dalle attrici Diana Forlani, Annachiara Mantovani, Alessia Fabiani e Cristina Frioni; personaggi che rivelano senza remore i loro più segreti desideri, anche di omicidio e vendetta, senza mai scadere nel vittimismo. Sono presenti alla serata Annachiara Mantovani e Diana Forlani. Concludiamo con la giovane ma già affermata Compagnia Kaos Teatri di Parma che presenta il trailer dello spettacolo “Mille x una: ora sugnu talianu” scritto e interpretato da Giuseppe Piccione per la regia di Veronica Boccia e Massimo Boschi. Qui la scenografia mutevole e minimalista va a sostenere un testo in cui il personaggio ripercorre i momenti salienti dell’Unità d’Italia e i suoi sconvolgimenti in Sicilia quando i siciliani, dalla condizione di isolani passarono a quella di “Italiani”.
La varia e intensa serata si conclude fra gli applausi del numeroso pubblico presente in sala. Il prossimo appuntamento con gli autori e registi di questa quindicesima edizione sarà il 5 aprile, a Roma, presso il Teatro di Documenti, con la ‘Serata Fersen’.

Ombretta De Biase

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