Prima uscita di “Bon Ton e Business Etichette: “Una piccola oasi di cortesia e di buone maniere per relazioni efficaci e costruttive”. Di Adriana Soares

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Adriana Soares è brasiliana di origine e romana di adozione. Artista eclettica che si esprime nelle diverse arti della fotografia, della pittura, della poesia e della scrittura, è sempre stata attenta ai particolari e alla buona educazione come ingredienti essenziali per creare relazioni efficaci e costruttive. Dal 2017 pubblica le sue prime raccolte di poesie, storie, leggende brasiliane e racconti per bambini. Dal 2019, l’autrice inizia una nuova stagione narrativa con la pubblicazione di racconti per i più grandi. Recentemente i suoi racconti vengono pubblicati sulla rubrica settimanale “La piega del Tempo”, dal titolo di un suo libro, su Affari Italiani. Sempre nel 2019 pubblica il suo primo romanzo, un thriller psicologico dal titolo “Presenze invisibili a Quixada”. Ed ora, in collaborazione col “Corriere dello Spettacolo”, sarà pubblicata ogni due settimane la sua nuova rubrica di Bon Ton e Business Etichette.

La buona educazione, oggigiorno, non deve essere considerata una semplice formalità ottusa, obsoleta, bigotta o ipocrita.

Deve essere considerata, invece, un “valore etico e spirituale” che arricchisce prima di tutto noi stessi e di conseguenza chi si rapporta con noi. Non un abito esteriore o vuoto, ma è sostanza, una libera scelta di buon senso. Saper approcciare e stare insieme ci rende più sereni e più felici. Le relazioni efficaci e costruttive sono la chiave per il successo nel lavoro e nella vita privata.

Sono fermamente convinta che se le buone maniere fossero insegnate come un valore sin da piccoli, e non soltanto come un fattore meramente educativo e formale, saremmo tutti in grado di rapportarci meglio col prossimo e la società nella quale viviamo. È importante sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e del mondo animale, a non essere prevaricatori, ma ad essere accoglienti ed inclusivi verso chi è portatore di handicap o ha un diverso colore della pelle e un’altra cultura. Ormai viviamo in un mondo edonista, egocentrista, dove siamo quotidianamente sopraffatti da soprusi di ogni tipo nell’indifferenza altrui. Il colmo è che alcuni, addirittura, li giustificano.

Bisognerebbe insegnare il rispetto, partendo dalle semplici basi. Si dovrebbe educare alla tenerezza, al valore della la vita, dell’amicizia, della fratellanza. Non solo all’avere, allo strappare ma anche al saper donare, alla condivisione, perché la vita è fatta di scambi e di doni. Questo per me deve essere il galateo: “una mano tesa, un abbraccio, un sorriso accogliente, dire buongiorno, per piacere, permesso, grazie e scusa”. Saper stare con tutti, con grandi e piccoli. Non il semplice “Io” ma il “Noi”.

Col tempo le vecchie regole del galateo sono state cambiate ed in un certo senso snellite, rese logiche, facilmente comprensibili ed accettabili. Ciononostante, mi rendo conto che viviamo in un mondo in cui ciò che è logico e giusto non vale per tutti. Molti sono incentrati su se stessi e non badano all’altro.

L’ego viene prima dell’altro. Ci sarà sempre quella pecora nera che vorrà andare controcorrente per sentirsi alternativa o, per così dire, libera di essere se stessa, anche calpestando lo spazio e la libertà altrui, mancandogli di rispetto e di considerazione. Ma in una vita normale, sociale, fare solo ciò che fa comodo, nel momento in cui è comodo, è un’offesa continua verso tutti: a chi mi guarda, a chi si rapporta con me, intrattenendo rapporti di lavoro, di cordialità e di affetto. La chiave è la reciprocità, il rispetto. Pensateci, dietro ogni mancanza di forma, ci sarà una mancanza di sostanza. Se ci pensate, sapere stare al mondo conoscendo le regole delle buone maniere, ci rende più sicuri di noi stessi ed in un certo senso anche liberi.

Inoltre, si trascorre gran parte della giornata sul posto di lavoro, ecco perché alla base di una buona convivenza in ufficio ci deve essere il rispetto di alcune norme basilari, ispirate al galateo. Vi indicherò quali sono i comportamenti da tenere negli orari di lavoro e con le persone ad esso correlate.

“Perché l’assenza di regole, la malattia tipica del nostro tempo, regala una falsa libertà – ormai lo sanno tutti; mentre sapersi comportare e stare bene con gli altri è la strada maestra per vivere più sereni ed essere più felici.” Barbara Ronchi della Rocca

Adriana Soares

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