Roma, Teatro Sette, dall’11 al 23 febbraio 2020
Quanta grazia, quanta divertita e divertente arguzia nell’osservare scene di vita comune, persone e accadimenti, con la messa a fuoco della poetica del grande Vincenzo Cerami, incarnata sul palcoscenico da due attori di rango come Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo ne La Gente di Cerami, al Teatro Sette. Personaggi, storie di vita quotidiana, anonima se non fosse per il genio artistico che ne coglie gli aspetti comici, buffi, grotteschi, surreali, dolenti, drammatici. La vita e tutto quel che l’accompagna nel nostro, si, nostro, cammino e che rimarrebbe sulla carta scritta se i due interpreti, straordinari messaggeri di tanta “spietata delicatezza”, di tanta attenzione verso la fragilità umana, non fossero all’altezza di un compito così difficile. In questo spettacolo Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo, riescono magnificamente a portare sulla scena tutta l’umanità osservata e raccontata da Cerami nei racconti adattati dalla figlia Aisha, offrendo interpretazioni dalle mille sfumature, volando con leggerezza da una storia all’altra, con grande ritmo, facendoci sorridere e commuovere, attraversando la satira e la poesia struggente dell’autore, inevitabilmente inquieta.
La gente di Cerami è uno spettacolo molto particolare, un piccolo viaggio apparentemente semplice in alcune storie comuni, ma che rivela un approccio attento e profondo, seppur leggero nel senso calviniano del termine, alla vita quotidiana. Sapientemente diretto con eleganza da Norma Martelli, e con la drammaturgia sonora delle musiche di Nicola Piovani eseguite dal vivo di Alessio Mancini e Sergio Colicchio, questo atto unico esalta, se ce ne fosse ancora bisogno, le capacità di Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo (presenza scenica e mimica meravigliosa), splendidi nelle loro movenze e nelle personali interpretazioni di storie e personaggi. Consigliatissimo. Si replica al teatro Sette fino al 23 febbraio 2020.
Paolo Leone