Non siamo educati a ricevere, fin da bambini ci insegnano a generare offerta, servizio, togliendo valore al gesto dell’accoglienza, al sentimento della gratitudine, alla spontaneità di aprirsi ad “accettare un dono” senza sentirsi in debito. Ricevere senza aver compiuto uno sforzo, oggigiorno viene considerato egoismo, non è quasi più concepita la possibilità della gratuità del dono, bisogna aver compiuto un sacrificio per essere meritevoli di ricompensa. Bisogna aver “sudato sette camice”, essersi impegnati duramente, aver anteposto il dovere al piacere, aver fatto la nostra parte, per generare una gratifica, altrimenti non riusciamo ad accogliere la medesima. Tutto questo è pazzesco se considero che la legge dell’abbondanza funziona solo quando, ricevere, offrire e mantenere si muovono in perfetto equilibro dentro la vita. Non possiamo credere che il donare abbia più rilevanza del ricevere, l’idea di essere uno spirito generoso non può cancellare la gioia che deriva dal disporsi in una postura di totale vulnerabilità e apertura all’accoglienza. È necessario cambiare questa visione al sacrificio, si può essere felici con meno sforzo, predisponendoci a benedire ciò che arriva senza l’idea di dover per forza ricambiare. Possiamo cogliere il seme della generosità che arriva inaspettata, per generare i buoni frutti dell’abbondanza, da condividere spontaneamente con chi si sentirà meritevole a coglierli come dono dell’Esistenza per i suoi amati figli, così da riprodurre un sistema di prosperità circolare dove ognuno può ricevere, offrire e prendersi cura di quello che io chiamo “Economia Sacra”.
Fiorinda Pedone